Sculli e gli ultras, al telefono anche dopo Genoa-Siena
CalcioRivela L'Espresso: il giorno dopo il caos a Marassi, il giocatore parla con alcuni capi ultras. Tra questi, Massimo Leopizzi, che attacca Preziosi: "L'ho salvato dal carcere per la combine col Venezia". E Sculli ringrazia per "l'affronto" evitato
In molti lo ricorderanno, quell'abbraccio tra Giuseppe Sculli e alcuni ultras, nel mezzo del caos di Genoa-Siena del 22 aprile. L'attaccante rossoblù fu l'unico a far ragionare i "tifosi" genoani. Forse in virtù dei suoi rapporti con alcuni capi-ultras, che - da quanto emerge dall'inchiesta di Cremona - sembrano piuttosto stretti. Non a caso, mentre i compagni erano costretti a togliersi la maglia, a Sculli fu dedicato il coro "Sei uno di noi".
Quello che era difficile anche immaginare è che, proprio il giorno dopo Genoa-Siena, Sculli parlò con alcuni capi ultras, fra cui Massimo Leopizzi, con diversi precedenti penali e legami nella destra estrema. Lo rivela L'Espresso nel numero in edicola domani. Leopizzi, irritato per le dichiarazioni del presidente del Genoa Preziosi - che aveva chiesto l'arresto dei tifosi violenti -, si sfogò con il giocatore: "Ma come gli viene in mente di dire queste cose?".
E, sempre parlando di Preziosi, aggiunge. "E' un infame, questo porco, questo maiale, questo schifoso, ha già detto che quelli che hanno contestato devono andare in galera, questo qui è un maiale schifoso. Questo qua nel 2006 si è salvato dal carcere grazie a questo signore con cui sei al telefono. Rischiava nove anni di condanna sulla schiena e ha fatto un'ora e mezza".
Leopizzi fa riferimento ad un episodio relativo al campionato 2004-2005, quando venne sentito come testimone nelle indagini sulla combine della partita Genoa-Venezia, che vide indagato, a livello penale, anche Preziosi. Il processo sportivo si concluse con la retrocessione della squadra genovese, che aveva vinto il campionato di B, in C1, mentre in sede penale Preziosi fu condannato a 4 mesi per frode sportiva.
Al telefono con Sculli, Leopizzi minaccia: "Io te lo giuro: domani vado in Procura e gli dico 'signori ho fatto falsa testimonianza nel 2006, adesso ve la racconto io la storia. Come si permette di dire in galera... ma in galera cosa pezzo di m. Ti ho salvato io, io ti ho salvato, Massimo Leopizzi, str.".
E' possibile che Leopizzi millanti, ma Sculli non lo contesta. E le conversazioni sono state acquisite dai pm di Genova. Dal canto suo, il giocatore ringrazia per avergli "risparmiato questo affronto", riferendosi verosimilmente alla maglietta che non fu costretto a svestire.
Le frequentazioni tra il leader degli spalti e l'attaccante calabrese sembrano antiche. Nel 2006 il capo ultrà venne fermato con due pistole mentre andava ad ammazzare la moglie. Quando uscì dai domiciliari, ci fu una grande festa alla quale avrebbero partecipato anche due titolari rossoblu: Milanetto e Sculli.
E Sculli non è nuovo a vicende giudiziarie. Lo ha ricordato il gip di Cremona Guido Salvini nella sua ordinanza. "Egli risulta essere già stato implicato, e quindi squalificato dalla giustizia sportiva per 8 mesi, in vicende relative all'alterazione di eventi sportivi, precisamente nella partita Crotone-Messina del campionato di serie B, 2001-2002, il coinvolgimento nell'illecito sportivo emergeva nel contesto di una più ampia inchiesta penale diretta in quegli anni dalla Dda di Reggio Calabria, su ambiti 'ndranghetistici locali contigua la figura del boss, Giuseppe Moravito, detto Peppe Tiradritto". Il nonno del calciatore.
In base alle indagini, che erano finalizzate alla cattura del Moravito, emersero rapporti tra lo stesso Sculli - che allora giocava nel Crotone - e alcuni calciatori e dirigenti del Messina, "tesi a favorire la vittoria della squadra siciliana in occasione dell'ultima giornata del campionato cadetto di quella stagione".
Quello che era difficile anche immaginare è che, proprio il giorno dopo Genoa-Siena, Sculli parlò con alcuni capi ultras, fra cui Massimo Leopizzi, con diversi precedenti penali e legami nella destra estrema. Lo rivela L'Espresso nel numero in edicola domani. Leopizzi, irritato per le dichiarazioni del presidente del Genoa Preziosi - che aveva chiesto l'arresto dei tifosi violenti -, si sfogò con il giocatore: "Ma come gli viene in mente di dire queste cose?".
E, sempre parlando di Preziosi, aggiunge. "E' un infame, questo porco, questo maiale, questo schifoso, ha già detto che quelli che hanno contestato devono andare in galera, questo qui è un maiale schifoso. Questo qua nel 2006 si è salvato dal carcere grazie a questo signore con cui sei al telefono. Rischiava nove anni di condanna sulla schiena e ha fatto un'ora e mezza".
Leopizzi fa riferimento ad un episodio relativo al campionato 2004-2005, quando venne sentito come testimone nelle indagini sulla combine della partita Genoa-Venezia, che vide indagato, a livello penale, anche Preziosi. Il processo sportivo si concluse con la retrocessione della squadra genovese, che aveva vinto il campionato di B, in C1, mentre in sede penale Preziosi fu condannato a 4 mesi per frode sportiva.
Al telefono con Sculli, Leopizzi minaccia: "Io te lo giuro: domani vado in Procura e gli dico 'signori ho fatto falsa testimonianza nel 2006, adesso ve la racconto io la storia. Come si permette di dire in galera... ma in galera cosa pezzo di m. Ti ho salvato io, io ti ho salvato, Massimo Leopizzi, str.".
E' possibile che Leopizzi millanti, ma Sculli non lo contesta. E le conversazioni sono state acquisite dai pm di Genova. Dal canto suo, il giocatore ringrazia per avergli "risparmiato questo affronto", riferendosi verosimilmente alla maglietta che non fu costretto a svestire.
Le frequentazioni tra il leader degli spalti e l'attaccante calabrese sembrano antiche. Nel 2006 il capo ultrà venne fermato con due pistole mentre andava ad ammazzare la moglie. Quando uscì dai domiciliari, ci fu una grande festa alla quale avrebbero partecipato anche due titolari rossoblu: Milanetto e Sculli.
E Sculli non è nuovo a vicende giudiziarie. Lo ha ricordato il gip di Cremona Guido Salvini nella sua ordinanza. "Egli risulta essere già stato implicato, e quindi squalificato dalla giustizia sportiva per 8 mesi, in vicende relative all'alterazione di eventi sportivi, precisamente nella partita Crotone-Messina del campionato di serie B, 2001-2002, il coinvolgimento nell'illecito sportivo emergeva nel contesto di una più ampia inchiesta penale diretta in quegli anni dalla Dda di Reggio Calabria, su ambiti 'ndranghetistici locali contigua la figura del boss, Giuseppe Moravito, detto Peppe Tiradritto". Il nonno del calciatore.
In base alle indagini, che erano finalizzate alla cattura del Moravito, emersero rapporti tra lo stesso Sculli - che allora giocava nel Crotone - e alcuni calciatori e dirigenti del Messina, "tesi a favorire la vittoria della squadra siciliana in occasione dell'ultima giornata del campionato cadetto di quella stagione".