Paura per Obodo, rapito in Nigeria: chiesto il riscatto

Calcio
Christian Obodo in prestito al Lecce dall'Udinese (Getty)

Lo riportano i media nigeriani citando fonti governative. Il centrocampista del Lecce è stato prelevato nella sua città natale, Warri, alle 9.20 di sabato di fronte a una chiesa. I rapitori pretendono 150mila euro per liberarlo

Il centrocampista nigeriano del Lecce, Christian Obodo, è stato rapito questa mattina nella sua città natale, Warri, nella regione del Delta. Gli elementi certi in questa vicenda sono la insolita tranquillità dei parenti e la certezza che lui, Christian, il sequestrato, sta bene: contraddizioni e incongruenze del continente africano. Obodo, centrocampista nigeriano, da oltre un decennio in Italia, in forza all'Udinese ma prestato al Lecce, questa mattina è stato rapito da alcuni sconosciuti che, minacciandolo con armi da fuoco, lo hanno costretto a uscire dalla sua 'Obodo 5' per salire a bordo della loro auto. Un paio d'ore e giunge a casa della madre del calciatore, a Warri, la richiesta di 150 mila euro. E' il prezzo per la liberazione del figlio.

"Purtroppo sono cose che accadono nel nostro Paese" dice il fratello di Christian, Kenneth, raggiunto telefonicamente dall'ANSA e che ha avviato un negoziato con i rapitori. Anche Kenneth è un calciatore, e anche lui gioca in Italia, nel Pisa. Rapimenti: devono anche accadere spesso, a giudicare dalla tranquillità manifestata da Kenneth. "Ho parlato al telefono con Christian, sta bene, di questo sono sicuro e questo è importante". Prossimo appuntamento telefonico con i banditi alle 18 ore italiane. Da allora, però, la famiglia si è chiusa nel silenzio. E' probabile che le trattative siano a un punto cruciale. "Non possiamo dare più di centomila euro" dice categoricamente il fratello del giocatore.

Alla famiglia, dalla notte scorsa, si è aggiunta anche la sorella di Christian, che vive a Udine insieme con il marito, Obidike Okechukwu, rimasto invece a casa. E' lui a rendere noto che è stato chiesto un riscatto. La sorella, invece, afferma in inglese, sconsolatamente: "Appena arrivata e subito cattive notizie". Bad news, nonostante viva in Italia non parla che poche parole di italiano.

La notizia del rapimento, diffusa inizialmente dai media nigeriani e immediatamente rimbalzata in Italia, scuote il calcio nazionale, nonostante gli Europei. L'Udinese in serata diffonde una nota in cui esprime "sgomento" e afferma la vicinanza a lui, Christian, e alla sua famiglia. Il primo a intervenire è invece il tecnico umbro Serse Cosmi: "Sono sconvolto. Per me Christian Obodo è come un figlio, è con me da quando aveva 17 anni". Come un padre, difatti: "Debuttò con la Fiorentina. Due anni fu con me a Udine e quindi a Lecce. Con lui ho un legame affettivo. Era praticamente un bambino quando arrivò e l'ho accompagnato per parte della sua carriera". Cosmi ha definito Obodo "molto cattolico". Ma il fatto che Christian sia stato rapito davanti a una chiesa dove pare stesse andando, non incrina l'ipotesi che si tratti di un rapimento a scopo di estorsione e non di un atto legato a guerre di religione.

Anche la U.S. Lecce è intervenuta nel pomeriggio, per esprimere "vicinanza". Meno contenuta la dichiarazione del direttore sportivo della stessa squadra, Carlo Osti: "Sono letteralmente scioccato", "stento ancora a crederci". Obodo è "un uomo generoso, che oltre ad essere un bravo giocatore si è dimostrato una grande persona".