Alta fedeltà, la Serie A sventola le sue bandiere
CalcioGli addii di Del Piero, Nesta, Inzaghi e Gattuso lasciano un vuoto nel nostro campionato. Ma il caso De Rossi ci porta a una considerazione: l'attaccamento alla maglia non è un'utopia. Ecco tutti gli altri casi
La Serie A che si appresta ad iniziare ha perso alcune delle sue icone. Veterani del nostro campionato, che erano diventati un simbolo della squadra a cui hanno dato l'addio: il vuoto lasciato da Del Piero, Inzaghi, Nesta, Gattuso, Cordoba e Di Vaio, però, responsabilizza chi è destinato a seguirne il cammino.
E non è vero che non esistono più le bandiere. Sicuramente, rispetto al secolo scorso, è più difficile trovare giocatori che giocano ancora per la squadra con cui hanno iniziato a tirare i primi calci. Ma ci sono anche queste mosche bianche: la Roma ne conta due, Totti e De Rossi. Nell'Atalanta c'è Giampaolo Bellini, che ha fatto tutta la trafila dai Pulcini alla Serie A indossando la casacca nerazzurra.
Poi c'è chi conquista la tifoseria stagione dopo stagione. Quando vivi per più di dieci anni in una società entri a farne parne in un modo speciale, diventi parte di essa. Questo sono Buffon e Zanetti per Juventus e Inter, pur avendo iniziato a giocare a calcio altrove.
La bandiera del Milan, nell'anno in cui sono partiti Seedorf, Nesta, Inzaghi e Gattuso, rimane Massimo Ambrosini: in rossonero dal 1995, ha "tradito" Milanello soltanto nella stagione 97-98, per farsi le ossa a Vicenza.
Il Napoli ha Paolo Cannavaro e Grava, il Cagliari Daniele Conti, l'Udinese Di Natale. Ma attenzione anche al Torino: zitti zitti, i granata, allevano da dieci anni un prodotto che è già entrato nel giro della Nazionale. Angelo Ogbonna, classe 1988, ha "macchiato" il suo curriculum soltanto nella stagione 2007-08, in cui venne girato in prestito al Crotone. E se fosse lui, la prossima grande bandiera del calcio italiano?
LA TOP 11 DELLE BANDIERE DELLA SERIE A
E non è vero che non esistono più le bandiere. Sicuramente, rispetto al secolo scorso, è più difficile trovare giocatori che giocano ancora per la squadra con cui hanno iniziato a tirare i primi calci. Ma ci sono anche queste mosche bianche: la Roma ne conta due, Totti e De Rossi. Nell'Atalanta c'è Giampaolo Bellini, che ha fatto tutta la trafila dai Pulcini alla Serie A indossando la casacca nerazzurra.
Poi c'è chi conquista la tifoseria stagione dopo stagione. Quando vivi per più di dieci anni in una società entri a farne parne in un modo speciale, diventi parte di essa. Questo sono Buffon e Zanetti per Juventus e Inter, pur avendo iniziato a giocare a calcio altrove.
La bandiera del Milan, nell'anno in cui sono partiti Seedorf, Nesta, Inzaghi e Gattuso, rimane Massimo Ambrosini: in rossonero dal 1995, ha "tradito" Milanello soltanto nella stagione 97-98, per farsi le ossa a Vicenza.
Il Napoli ha Paolo Cannavaro e Grava, il Cagliari Daniele Conti, l'Udinese Di Natale. Ma attenzione anche al Torino: zitti zitti, i granata, allevano da dieci anni un prodotto che è già entrato nel giro della Nazionale. Angelo Ogbonna, classe 1988, ha "macchiato" il suo curriculum soltanto nella stagione 2007-08, in cui venne girato in prestito al Crotone. E se fosse lui, la prossima grande bandiera del calcio italiano?
LA TOP 11 DELLE BANDIERE DELLA SERIE A
Giocatore | Squadra | dal |
Buffon | Juventus | 2001 |
Bellini | Atalanta | 1992 |
P. Cannavaro | Napoli | 2006 |
Grava | Napoli | 2005 |
Zanetti | Inter | 1995 |
De Rossi | Roma | 2000 |
Ambrosini | Milan | 1995 |
Conti | Cagliari | 1999 |
Totti | Roma | 1989 |
Di Natale | Udinese | 2004 |
Pellissier | Chievo | 2002 |