Calciopoli, la Corte dei Conti condanna gli arbitri

Calcio
Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto sono stati al centro della vicenda Calciopoli
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L'accusa sarebbe quella di "danno all'immagine". I fischietti coinvolti nello scandalo dovrebbero versare alla Federcalcio un risarcimento totale di quasi 4 milioni. Bergamo: "Sono innocente, farò appello"

La sezione giurisdizionale del Lazio della Corte dei Conti ha condannato gli arbitri coinvolti nello scandalo di Calciopoli del 2006. Secondo quanto si apprende, l'accusa è quella di "danno all'immagine" e per questo devono risarcimenti alla Federcalcio per un totale di quasi 4 milioni. I condannati possono fare appello. Secondo quanto si apprende, la condanna al risarcimento riguarderebbe 14 persone per un importo complessivo di 3,970 milioni di euro. La richiesta più pesante (un milione di euro) sarebbe per Paolo Bergamo, ex arbitro e designatore, fino ai 10.000 euro di condanna per Claudio Puglisi e Fabrizio Babini. Condanna per 800.000 euro per Pierluigi Pairetto, per 700.000 euro per Innocenzo Mazzini. Mezzo milione per Tullio Lanese e Massimo De Sanctis, 100.000 euro per Salvatore Racalbuto, per citarne alcuni. Si tratta di una prima condanna alla quale gli interessati possono ora presentare ricorso.

Bergamo si difende - L'ex designatore Paolo Bergamo è stato condannato a pagare un milione di euro, ma reagisce: "Sono innocente, non ho certo danneggiato io l'immagine della Federcalcio e dello Stato. E al processo penale di Napoli rinuncio all'eventuale prescrizione per continuare la mia battaglia legale". Commentando a Radio 24 la condanna, l'ex designatore arbitrale non si sorprende che la sentenza arrivi quando il procedimento penale di Napoli deve ancora arrivare a giudizio per il secondo grado. "Sono percorsi e tempi diversi - sottolinea Bergamo - e questa tempistica non mi sorprende. Farò chiaramente appello. Anzi: se è vero che il processo penale di Napoli è vicino alla prescrizione, preannuncio che comunque rinuncerò, per continuare la mia battaglia legale fino all'ultimo grado di giudizio e dimostrare la mia innocenza".

"E' un processo che abbiamo subito, soprattutto un processo mediatico - continua Bergamo – ma quanto emerso dal dibattimento a Napoli mi fa essere tranquillo e fiducioso". Alla domanda se ritiene che questo pronunciamento della corte dei Conti possa influenzare, in qualche modo, l'atmosfera e il percorso del procedimento penale a Napoli, Bergamo ha risposto: "Assolutamente no. Sono cose molto diverse fra loro. A Napoli peserà anche quanto emerso nel dibattimento, e credo che i giudici lì hanno ora in mano elementi molto più significativi di quelli a disposizione della Corte dei Conti".

"Sono fiducioso perchè illeciti non ne ho commessi, e battaglierò perchè voglio dimostrare la mia innocenza: ho seguito e messo in atto le indicazioni che la stessa Federazione ci dava per mantenere buoni rapporti con i presidenti dei club. Non ho certo danneggiato io l'immagine della Federcalcio e dello Stato".