Montella (Fiorentina), Petkovic (Lazio), Conte (Juve), Mazzarri (Napoli) e Colantuono (Atalanta) escono dalla 12ma giornata con la tacca dei trionfatori nel curriculum. Sono loro i tecnici che possono dormire sonni tranquilli
MONTELLA
Vincere a San Siro non è mai facile. A maggior ragione se ti manca il miglior giocatore della rosa (Jovetic). E invece Montella insegna un gioco che prescinde dagli interpreti e dagli avverssari. E la sua mano si vede sempre più, anche grazie anche a un mercato praticamente perfetto. E ora il traguardo Champions, fino a pochi mesi fa pura utopia, diventa realtà. Anche e soprattutto grazie a lui.
PETKOVIC
Un debutto così nel derby più importante della carriera forse non l'avrebbe nemmeno immaginato. Eppure il "Dottore" ha oscurato Zeman, battuto la Roma e chiuso con la festa sotto la curva. Senza esasperazioni e senza polemiche. Lotito e Tare con lui hanno rischiato grosso ma la scommessa, dopo due mesi e mezzo di campionato si può considerare già vinta.
CONTE
Meno di un mese e tornerà in panchina. E conoscendolo lo immaginiamo a mettere le x, una dopo l'altra, sul calendario per ingannare l'attesa. Intanto però - dall'alto - si gode la sua juve ripresasi velocemente dalla sconfitta contro l'Inter. 10 gol segnati fra Nordjelland e Pescara significano che le strigliate sono servite. E poi, con un Quagliarella così, si possono dormire sonni tranquilli.
MAZZARRI
Due vittorie in rimonta e con lo stesso punteggio (4-2) tra Europa e campionato in appena quattro giorni gli hanno restituito il sorriso e gli applausi. Certo, il Cavani di questi giorno è un valore aggiunto, un top player da invidia ma la squadra segue il suo condottiero e dalla panchina arrivano solo dritte vincenti. A 5 punti dalla Juventus si può ricominciare a sognare.
COLANTUONO
Ha battuto nell'ordine Milan, Napoli e Inter giocando un calcio moderno e divertente. La sua Atalanta è avversario tosto per chiunque con qualche bel talento da mettere in mostra e soprattutto con una organizzazione di gioco da fare invidia. Maniacale in settimana, focoso in panchina ha con la Dea un rapporto viscerale. Madi questo passo la panchina di una grande - certo - non può sfuggirgli.
Vincere a San Siro non è mai facile. A maggior ragione se ti manca il miglior giocatore della rosa (Jovetic). E invece Montella insegna un gioco che prescinde dagli interpreti e dagli avverssari. E la sua mano si vede sempre più, anche grazie anche a un mercato praticamente perfetto. E ora il traguardo Champions, fino a pochi mesi fa pura utopia, diventa realtà. Anche e soprattutto grazie a lui.
PETKOVIC
Un debutto così nel derby più importante della carriera forse non l'avrebbe nemmeno immaginato. Eppure il "Dottore" ha oscurato Zeman, battuto la Roma e chiuso con la festa sotto la curva. Senza esasperazioni e senza polemiche. Lotito e Tare con lui hanno rischiato grosso ma la scommessa, dopo due mesi e mezzo di campionato si può considerare già vinta.
CONTE
Meno di un mese e tornerà in panchina. E conoscendolo lo immaginiamo a mettere le x, una dopo l'altra, sul calendario per ingannare l'attesa. Intanto però - dall'alto - si gode la sua juve ripresasi velocemente dalla sconfitta contro l'Inter. 10 gol segnati fra Nordjelland e Pescara significano che le strigliate sono servite. E poi, con un Quagliarella così, si possono dormire sonni tranquilli.
MAZZARRI
Due vittorie in rimonta e con lo stesso punteggio (4-2) tra Europa e campionato in appena quattro giorni gli hanno restituito il sorriso e gli applausi. Certo, il Cavani di questi giorno è un valore aggiunto, un top player da invidia ma la squadra segue il suo condottiero e dalla panchina arrivano solo dritte vincenti. A 5 punti dalla Juventus si può ricominciare a sognare.
COLANTUONO
Ha battuto nell'ordine Milan, Napoli e Inter giocando un calcio moderno e divertente. La sua Atalanta è avversario tosto per chiunque con qualche bel talento da mettere in mostra e soprattutto con una organizzazione di gioco da fare invidia. Maniacale in settimana, focoso in panchina ha con la Dea un rapporto viscerale. Madi questo passo la panchina di una grande - certo - non può sfuggirgli.