Juve, Lazio, Napoli, Inter ai raggi X: cosa va e cosa non va

Calcio
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Radiografia alle prime quattro squadre al vertice della classifica di Serie A. Reparto per reparto, pregi e difetti: dal campione che fa la differenza, allo spirito di gruppo. Con un occhio al mercato per capire cosa serve, e a chi, per rafforzarsi

JUVENTUS
COSA VA
La base solida del centrocampo funziona. Pirlo è sempre il migliore in campo - e in più fa gol (quella segnata al Parma è la quinta punizione vincente di questa stagione) - Vidal e Pogba (che non fa certo rimpiangere Marchisio) lo sostengono come sempre, ma da soli non possono reggere l'urto delle inseguitrici.
COSA NON VA
5 punti persi in due partite sono troppi per una squadra che, prima della sosta, sembrava avesse chiuso il campionato. Colpa di qualche errore difensivo di troppo, colpa di un attacco che non segna e che concretizza solo il 12.2% delle conclusioni verso la porta avversaria. Forse il top player davanti serve davvero.

LAZIO
COSA VA
Grande umiltà del gruppo, che lavora a fari spenti e non va in difficoltà (psicologica) quando non riesce a sbloccare la partita, quando Klose non funziona, quando sembra non si riesca a vincere. Ma poi il gol arriva e la difesa - terza migliore del campionato - regge bene. Una squadra duttile che sa adattarsi e cambiare in corsa modulo.
COSA NON VA
Il pregio può anche essere l'altra faccia del difetto. Troppo spesso l'attacco è vincolato al rendimento del cannoniere tedesco e - nonostante la vittoria - anche contro l'Atalanta si è visto un periodo troppo lungo (tutto il primo tempo) senza idee e scarsa determinazione. In casa sono amnesie che quasi sempre vengono superate. In trasferta succede meno.

NAPOLI
COSA VA
Mazzarri ha costruito la squadra attorno a Cavani, ma anche quando il Matador non gira la squadra sa cambiare passo. Decisivi gli inserimenti, le conclusioni e, quindi, i gol dei centrocampisti: 16 (gli stessi del solo Cavani) sui 40 totali. e sono 11 punti in più rispetto alla scorsa stagione, dopo la ventesima.
COSA NON VA
Da migliorare è la gestione (mentale) delle sconfitte. Quando gioca bene e vince, infatti, continua a giocare bene e vincere. Infilata un giornata no, il rischio è ripetere quanto successo a dicembre, prima della sosta, quando dopo la sconfitta in Europa League contro il PSV, ha perso anche consecutivamente due volte in campionato e una in coppa Italia.

INTER
COSA VA
L'inizio di stagione discontinuo è alle spalle, frutto della sicurezza che Moratti ha dato a Stramaccioni, facendolo lavorare, lasciandolo sperimentare come con Benassi sabato scorso. Perché il passato nelle giovanili gli ha dato la forza di rischiare anche a dispetto di tutti. Per ora funziona.
COSA NON VA
Il problema principale sembra quello della discontinuità: grandi prestazioni alternate a grosse delusioni. E i continui cambi di formazione, certo dettati da infortuni e scelte societarie, non aiutano né ad individuare gli undici titolari né a riportare in vetta la squadra.