Cellino rifiuta i domiciliari: "Esco solo da uomo libero"

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Il presidente del Cagliari, in carcere nell'ambito dell'inchiesta Is Arenas, rifiuta la decisione del Tribunale del riesame. L'avvocato: "Uscirà solo quando verrà riconosciuta la sua estraneità alla vicenda, perché lui non ha fatto nessuna irregolarità"

Il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, ha rifiutato gli arresti domiciliari che in mattinata gli erano stati concessi dal Tribunale dei Riesame: resta dunque nel carcere di Buoncammino, dove si trova dal 14 febbraio, quando fu arrestato nell'ambito dell'inchiesta per lo stadio Is Arenas.

A comunicare la decisione di Cellino, l'avvocato Benedetto Ballero che ha detto: "Il presidente ha ritenuto di dover uscire solo quando verrà riconosciuta la sua estraneità alla vicenda, perché lui non ha fatto nessuna irregolarità", aggiungendo che Cellino "ha desiderio di mangiare i tortellini alla bolognese", riferendosi alla partita del Cagliari contro il Bologna.

Stamattina, la decisione del Riesame era giunta a sorpresa: nel corso dell'ultima udienza di giovedì sulla richiesta di scarcerazione, infatti, la posizione di Cellino, del sindaco e dell'assessore ai Lavori Pubblici di Quartu sembrava essersi aggravata, perché l'accusa era passata da tentato a peculato consumato.
Insieme a Cellino, Contini e Lulliu, sono coinvolti anche i dirigenti del comune di Quartu Andrea Masala e Pierpaolo Gessa, e il costruttore Antonio Grussu. Secondo l'accusa sarebbero stati usati oltre 360 mila euro pubblici destinati al Piano integrato d'area (Pia) Serpeddì-Is Arenas, per costruire alcune parti dello stadio del Cagliari.