Morosini, i periti del Gip: omesso l'uso del defibrillatore

Calcio
Piermario Morosini è morto il 14 aprile 2014 dopo un malore accusato durante la partita Pescara-Livorno

E' quanto scritto nella consulenza sulla morte del calciatore del Livorno sul campo del Pescara il 14 aprile 2012: i medici sono chiamati "a detenere nel proprio patrimonio di conoscenza professionale il valore insostituibile di questo strumento"

"Tutti i membri dell'equipe medica hanno omesso di impiegare il defibrillatore". I medici sono chiamati "a detenere nel proprio patrimonio di conoscenza professionale il valore insostituibile del defibrillatore": lo scrivono i periti del gip - secondo quanto apprende l'ANSA - nella consulenza sulla morte del calciatore Piermario Morosini.

Le responsabilità - I consulenti del Gip Vittorio Fineschi, Franco Della Corte e Riccardo Coppato danno responsabilità diverse ai quattro medici indagati per omicidio colposo, ossia quello del Livorno Manlio Porcellini, quello del Pescara Ernesto Sabatini, il responsabile del 118 dello Stadio Vito Molfese e il primario dell'ospedale di Pescara Leonardo Paloscia.

Il ruolo più delicato - I periti, così come a suo tempo il medico legale che effettuò l'autopsia, Cristian D'Ovidio, indicano nel medico del 118 Molfese quello con "il ruolo più delicato". A lui infatti "sono addebitabili i maggiori profili di censurabilità comportamentale", perché "pur intervenendo in un momento successivo rispetto ai primi due medici, si deve a lui  riconoscere, tuttavia, il ruolo di leader che egli avrebbe dovuto assumere, procedendo immediatamente alla ricostruzione degli atti di soccorso praticati dai colleghi, immediatamente riconoscendo l'assenza di impiego del defibrillatore ed operandone l'impiego ad un tempo in cui una defibrillazione esterna si sarebbe associata ad una probabilità di sopravvivenza ancora piuttosto elevata".

Le cause del decesso
- I perito hanno confermato nelle loro conclusioni che il Morosini morì per "cardiomiopatia aritmiogena". "Il decesso - scrivono - è inquadrabile come morte improvvisa cardica aritmica, secondaria a cardiomiopatia da cui era affetto, precipitata dallo sforzo fisico intenso".