Problemi in attacco? Inter, trasforma Ranocchia nel Principe
CalcioNonostante l'incredibile errore contro l'Atalanta, il difensore nerazzurro dimostra di esserci sempre, in zona gol. Alto come John Carew, bravo a difendere la palla e a procurarsi i rigori. Perché non pensare a lui come vice-Milito?
di Vanni Spinella
Va bene, lo ammettiamo subito. Il gol che si è divorato al 94’ a porta vuota è di quelli che un tempo gli avrebbero garantito una settimana di gloria in qualità di “Pippero” maidiregoliano. Roba difficile da spiegare persino appellandosi all’effetto Magnus, che in casi come questo giustifica tutte le strane traiettorie del calcio.
Certo che, se solo l’avesse appoggiata dentro, avrebbe rivoluzionato l’agenda del pallone. Altro che Bonolis e le solite polemiche del vecchio conio: adesso saremmo qui a parlare di un difensore con il fiuto del gol e dell’emergenza attaccanti in casa Inter risolta con il nuovo tridente Rocchi-Ranocchia-Alvarez.
Già, perché Andrea Ranocchia non è uno che in area avversaria ci capita per caso. Di solito ci viene mandato, in missione per conto del mister. In questa stagione è stato più volte l’uomo dell’ultimo minuto, l’ariete a cui l’Inter si aggrappava per cercare il gol che non arrivava o una spizzata decisiva, lo spilungone spedito dall’altra parte del campo a creare scompiglio quando ormai non c’era più nulla da perdere. E soltanto la sfortuna gli ha negato la gioia di qualche settimana da re: degli episodi da moviola che comporrebbero l’eventuale “dossier” nerazzurro, ben tre lo vedono protagonista, con falli da rigore subiti che ancora gridano vendetta, per il club di Moratti. Trattenuto da Ciani nel finale della partita contro la Lazio come il più pericoloso degli Ibrahimovic, steso da Astori nell’area del Cagliari (anche qui eravamo agli sgoccioli), strattonato da Stendardo contro l’Atalanta, poco prima di combinare la frittata con le sue mani.
L’importante è esserci, si diceva in questi casi quando a divorarsi gol del genere era gente del mestiere come Pippo Inzaghi o Christian Vieri, e lui c’è sempre, di questo bisogna rendergli merito.
Attenzione, però: Stramaccioni non ha inventato nulla di nuovo. Il modulo “difensori trasformati in attaccanti” esiste da quando esistono gli svantaggi da rimontare all’ultimo minuto e uno dei maggiori teorizzatori è il “maestro” Mourinho.
Lo Special One, calandosi perfettamente nella parte dell’allenatore della squadra più pazza del mondo, nel 2010 si inventò niente meno che Samuel centravanti in un finale di partita con il Siena. Al 94’ era 3-3 , quando l'argentino, con la freddezza e la precisione del miglior Messi, infilò il diagonale sinistro del 4-3 facendo esplodere San Siro e contribuendo alla beatificazione di Mou, nuovo genio della tattica.
Per non parlare di Robert Huth, torre di 193 cm cara al portoghese, che ai tempi del Chelsea sgomitava tra Terry e Carvalho per un posto da difensore, salvo poi trovare una sistemazione in attacco quando c’era da rimontare.
E se pensate che ci sia qualcosa di poco elegante in questi rimescolamenti di carte, sappiate che persino l'ideatore del tiqui-taca dovette abbandonarsi a simili “mezzucci”, quando nella mitica semifinale del Camp Nou la difesa dell’Inter non ne voleva sapere di aprirsi. Guardiola prese i 195 cm di Piqué e li spostò nell’altra area, dove anche Ibra aveva fallito. Risultato: il difensore spagnolo mandò Cordoba al bar con una finta da attaccante vero e bucò Julio Cesar dopo 84 minuti di assedio blaugrana.
Prima ancora, siamo nel 2003, Marcello Lippi si era affidato ai centimetri di Tudor nel finale di una gara di Champions tra la sua Juve e il Deportivo la Coruna. Risultato sul 2-2, Tudor spedito sulla stessa linea di Trezeguet per l’assalto finale e gol decisivo del difensore croato.
Ecco perché bocciare il Ranocchia attaccante, specialmente adesso, è ingeneroso. Fuori Milito (ginocchio rotto, stagione finita), Palacio (infortunio muscolare: almeno un mese fuori) e Cassano (lesione al bicipite femorale destro: un mese anche per lui), l’Inter ha già pronto il suo nuovo centravanti. Alto come John Carew, bravo a difendere la palla e a farsi fare fallo, forte del fatto che con quelle gambe infinite è veramente difficile andare puliti sul pallone, per un avversario. Come nelle favole, bisogna crederci e poi chissà, Ranocchia potrebbe davvero trasformarsi nel Principe. Basta un bacio: chi si offre volontario?
Va bene, lo ammettiamo subito. Il gol che si è divorato al 94’ a porta vuota è di quelli che un tempo gli avrebbero garantito una settimana di gloria in qualità di “Pippero” maidiregoliano. Roba difficile da spiegare persino appellandosi all’effetto Magnus, che in casi come questo giustifica tutte le strane traiettorie del calcio.
Certo che, se solo l’avesse appoggiata dentro, avrebbe rivoluzionato l’agenda del pallone. Altro che Bonolis e le solite polemiche del vecchio conio: adesso saremmo qui a parlare di un difensore con il fiuto del gol e dell’emergenza attaccanti in casa Inter risolta con il nuovo tridente Rocchi-Ranocchia-Alvarez.
Già, perché Andrea Ranocchia non è uno che in area avversaria ci capita per caso. Di solito ci viene mandato, in missione per conto del mister. In questa stagione è stato più volte l’uomo dell’ultimo minuto, l’ariete a cui l’Inter si aggrappava per cercare il gol che non arrivava o una spizzata decisiva, lo spilungone spedito dall’altra parte del campo a creare scompiglio quando ormai non c’era più nulla da perdere. E soltanto la sfortuna gli ha negato la gioia di qualche settimana da re: degli episodi da moviola che comporrebbero l’eventuale “dossier” nerazzurro, ben tre lo vedono protagonista, con falli da rigore subiti che ancora gridano vendetta, per il club di Moratti. Trattenuto da Ciani nel finale della partita contro la Lazio come il più pericoloso degli Ibrahimovic, steso da Astori nell’area del Cagliari (anche qui eravamo agli sgoccioli), strattonato da Stendardo contro l’Atalanta, poco prima di combinare la frittata con le sue mani.
L’importante è esserci, si diceva in questi casi quando a divorarsi gol del genere era gente del mestiere come Pippo Inzaghi o Christian Vieri, e lui c’è sempre, di questo bisogna rendergli merito.
Attenzione, però: Stramaccioni non ha inventato nulla di nuovo. Il modulo “difensori trasformati in attaccanti” esiste da quando esistono gli svantaggi da rimontare all’ultimo minuto e uno dei maggiori teorizzatori è il “maestro” Mourinho.
Lo Special One, calandosi perfettamente nella parte dell’allenatore della squadra più pazza del mondo, nel 2010 si inventò niente meno che Samuel centravanti in un finale di partita con il Siena. Al 94’ era 3-3 , quando l'argentino, con la freddezza e la precisione del miglior Messi, infilò il diagonale sinistro del 4-3 facendo esplodere San Siro e contribuendo alla beatificazione di Mou, nuovo genio della tattica.
Per non parlare di Robert Huth, torre di 193 cm cara al portoghese, che ai tempi del Chelsea sgomitava tra Terry e Carvalho per un posto da difensore, salvo poi trovare una sistemazione in attacco quando c’era da rimontare.
E se pensate che ci sia qualcosa di poco elegante in questi rimescolamenti di carte, sappiate che persino l'ideatore del tiqui-taca dovette abbandonarsi a simili “mezzucci”, quando nella mitica semifinale del Camp Nou la difesa dell’Inter non ne voleva sapere di aprirsi. Guardiola prese i 195 cm di Piqué e li spostò nell’altra area, dove anche Ibra aveva fallito. Risultato: il difensore spagnolo mandò Cordoba al bar con una finta da attaccante vero e bucò Julio Cesar dopo 84 minuti di assedio blaugrana.
Prima ancora, siamo nel 2003, Marcello Lippi si era affidato ai centimetri di Tudor nel finale di una gara di Champions tra la sua Juve e il Deportivo la Coruna. Risultato sul 2-2, Tudor spedito sulla stessa linea di Trezeguet per l’assalto finale e gol decisivo del difensore croato.
Ecco perché bocciare il Ranocchia attaccante, specialmente adesso, è ingeneroso. Fuori Milito (ginocchio rotto, stagione finita), Palacio (infortunio muscolare: almeno un mese fuori) e Cassano (lesione al bicipite femorale destro: un mese anche per lui), l’Inter ha già pronto il suo nuovo centravanti. Alto come John Carew, bravo a difendere la palla e a farsi fare fallo, forte del fatto che con quelle gambe infinite è veramente difficile andare puliti sul pallone, per un avversario. Come nelle favole, bisogna crederci e poi chissà, Ranocchia potrebbe davvero trasformarsi nel Principe. Basta un bacio: chi si offre volontario?