Il Derby secondo il Mondo: "Può succedere di tutto"
CalcioL'ex allenatore granata Mondonico, raggiunto nella sua cascina in provincia di Cremona, parla di una stracittadina torinese aperta ad ogni esito: "Gara particolare, diversa dalle altre. Certo che se dovesse vincere il Toro..."
di Luca Cassia
L’ultima panchina ufficiale, nel Novara con vista sulla Serie B, dista quasi 14 mesi. Troppi per un timoniere come Emiliano Mondonico. Dal suo rifugio senza tempo, la Cascina Brusada di Rivolta d’Adda, l’ex allenatore del Torino inquadra un derby della Mole unico nel suo genere: “E’ una gara speciale, nella quale la classifica e i valori possono essere stravolti”.
Superata la grave malattia che lo colpì nell’avventura all’Albinoleffe, Mondonico ha riassaporato per 40 giorni il gusto della Serie A: poca fortuna però a Novara, breve parentesi tra i due mandati di Attilio Tesser. Il “Mondo” rinnova l’amore per il calcio, la vita agreste e la conduzione della propria isola felice. Senza smentire il dispiacere per un’annata avara di incarichi e soddisfazioni lavorative, “Ma anche questo è il bello del mio mestiere”.
Nel weekend che potrebbe assegnare alla Juventus il secondo scudetto consecutivo, l’ex tecnico del Torino riconosce i meriti di un collettivo bianconero senza eguali in Italia. Eppure i granata hanno cartucce da sparare, pallottole che possono dare una chiave di lettura alla stagione. Senza contare che lo sgarro di una festa juventina al Delle Alpi lascerebbe tracce tangibili.
Intanto l’unico allenatore italiano che vanta il maggior numero di promozioni (cinque) in Serie A continua ad attendere. Per le sedie alzate al cielo, cimelio della finale di Coppa Uefa 1992 persa contro l’Ajax, ci sarà ancora tempo. Intanto la vita prosegue in buona compagnia con un bicchiere di vino, connubio impreziosito da pane e salame. E come dargli torto.
L’ultima panchina ufficiale, nel Novara con vista sulla Serie B, dista quasi 14 mesi. Troppi per un timoniere come Emiliano Mondonico. Dal suo rifugio senza tempo, la Cascina Brusada di Rivolta d’Adda, l’ex allenatore del Torino inquadra un derby della Mole unico nel suo genere: “E’ una gara speciale, nella quale la classifica e i valori possono essere stravolti”.
Superata la grave malattia che lo colpì nell’avventura all’Albinoleffe, Mondonico ha riassaporato per 40 giorni il gusto della Serie A: poca fortuna però a Novara, breve parentesi tra i due mandati di Attilio Tesser. Il “Mondo” rinnova l’amore per il calcio, la vita agreste e la conduzione della propria isola felice. Senza smentire il dispiacere per un’annata avara di incarichi e soddisfazioni lavorative, “Ma anche questo è il bello del mio mestiere”.
Nel weekend che potrebbe assegnare alla Juventus il secondo scudetto consecutivo, l’ex tecnico del Torino riconosce i meriti di un collettivo bianconero senza eguali in Italia. Eppure i granata hanno cartucce da sparare, pallottole che possono dare una chiave di lettura alla stagione. Senza contare che lo sgarro di una festa juventina al Delle Alpi lascerebbe tracce tangibili.
Intanto l’unico allenatore italiano che vanta il maggior numero di promozioni (cinque) in Serie A continua ad attendere. Per le sedie alzate al cielo, cimelio della finale di Coppa Uefa 1992 persa contro l’Ajax, ci sarà ancora tempo. Intanto la vita prosegue in buona compagnia con un bicchiere di vino, connubio impreziosito da pane e salame. E come dargli torto.