Borriello si svela: scudetto, gay e sassolini da togliere

Calcio
Marco Borriello con la maglia della Roma
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In un'intervista alla Gazzetta, l'attaccante racconta il suo attuale momento: "Resterò qui fino al 2017, ma Totti è la nostra luce". Il centravanti napoletano ricorda anche i trascorsi con Luis Enrique e Zeman: "Io ho vinto uno scudetto, loro esonerati"

Ha giocato al Milan, alla Juve e al Genoa e dice di aver "conosciuto calciatori bisex in tutte e tre le squadre". In un'intervista alla Gazzetta dello Sport, Marco Borriello riapre la questione sugli omosessuali nel calcio: "Non sono un problema, ma credo che molti tifosi non capirebbero". Ma non solo. L'attaccante della Roma parla a tutto campo, passando dal suo attuale momento ("sono pronto a restare fino al 2017 in giallorosso") fino al passato: "Sono stato sempre ostacolato dall'etichetta del gossip che mi sono portato dietro".

SCUDETTO POSSIBILE - Per Borriello questa Roma è da scudetto "perché non partecipa alle Coppe e ha una grande tifoseria". Sulle sue spalle poi si è concentrato il peso dell'attacco dopo l'infortunio di Totti, "ma lui è la luce, è insostituibile". E' alla terza stagione nella Capitale e ha conosciuto diversi cicli di allenatori: "Con Ranieri c'era tanto entusiasmo, ma poi è scemato. Luis Enrique e Zeman avevano idee tattiche diverse e quindi ho pensato di andare via. Io ho vinto uno scudetto e loro sono stati esonerati. Ecco mi sono tolto un sassolino".

IL MILAN, BARBARA E BELEN - Parla del suo passato e degli anni al Milan: "Mi dispiace vederli in questa situazione. Ho molta stima di Barbara Berlusconi, con Galliani invece non avevo un buon rapporto". Durante tutta la sua carriera però il gossip non l'ha mai lasciato. La storia con Belen è stata molto chiacchierata e gli ha appiccicato addosso l'etichetta del playboy: "Penso che quella storia abbia fatto più bene a lei, all'epoca ero il centravanti della Nazionale. Quando sono stato squalificato per doping lei si è addossata molte colpe. In realtà avevo preso solo una pasticca per il mal di schiena che non assumerò più".

PAPA' UCCISO DALLA CAMORRA - La vita di Borriello però è stata segnata anche dalla morte del padre, ucciso dalla camorra quando aveva dieci anni: "Mia madre è stata fondamentale nella mia crescita - conclude l'attaccante -, però avrei voluto mostrargli dove sono arrivato. Fu ucciso perché prestò dei soldi a un uomo legato ai Casalesi che non glieli voleva restituire. Mi scuso per le parole che ho usato su Saviano, in realtà lui ha avuto coraggio". Poi una promessa: "Potrei dire tante cose sui gay nel calcio, Galliani, Barbara Berlusconi, ma ora non me la sento. Lo farà quando smetterò di giocare".