Milan, vertice ad Arcore. Allegri è salvo. Per ora

Calcio
Allegri e Berlusconi in un'immagine che risale a tempi meno tempestosi per il Milan
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Dopo il pareggio col Chievo il suo futuro era dato fra i temi del pranzo del lunedì di Arcore, quando Berlusconi incontra i figli. Ne è uscita la conferma di Max. Per il futuro, in lizza Seedorf, Inzaghi, Prandelli, Mangia

Le ultime 24 sono state ore calde per Massimiliano Allegri. Dopo il pareggio col Chievo il suo futuro sulla panchina del Milan era considerato fra i temi all'ordine del giorno del consueto pranzo del lunedì di Arcore, quando in genere Silvio Berlusconi incontra i figli a Villa San Martino. Domenica a Verona, dopo aver parlato al telefono con il presidente, l'ad Adriano Galliani aveva comunque annunciato l'intenzione di non cambiare allenatore. Così è stato.

di Luca Tommasini

Il cellulare squillava spesso a casa Allegri, ma nessuna delle telefonate è arrivata da Arcore. Lì nel cuore della Brianza, Berlusconi aveva altro a cui pensare. L'argomento Milan ha avuto uno spazio molto marginale anche al pranzo in famiglia di villa San Martino, una consuetudine di ogni lunedì.

Qualche perplessità c'è stata, ma alla fine si è deciso di andare avanti ancora con Allegri. Non è lui il colpevole. Né per la squadra, che ha dimostrato di giocare ancora per il suo allenatore. Né per Galliani. L'amministratore delegato lo aveva confermato ufficialmente già dopo il pareggio di Verona.

Certo, tutto dipenderà dai risultati che arriveranno. Inzaghi resta sempre la soluzione alternativa in pole position, nel caso le cose dovessero ulteriormente precipitare. L'outsider è Mangia, sponsorizzato da Sacchi. Per fine stagione invece la corsa è a tre: Seedorf (il favorito), poi Inzaghi e Prandelli. Ma il problema di adesso è arrivarci a fine stagione. Gli esoneri non sono mai piaciuti al Milan: sono stati appena quattro in 27 anni dell'era Berlusconi. Liedholm nell'87, Tabarez nel 96, Zaccheroni e Terim nel 2001. Poi basta. Almeno per ora, Allegri è salvo. Ed è l'unico sopravvissuto a due stagioni senza successi. Ma questa è già una nuova era.