Un giorno storico, quando Chieti battè il Real... Montecchio
CalcioLA STORIA. 16 maggio 2010. I neroverdi ritornano tra i professionisti dopo aver conosciuto l'inferno dei dilettanti. Dalla Promozione alla Lega Pro in quattro anni: tutti in città ricordano la trasferta di Montecchio, il giorno del riscatto
di Luigi Caputo
L'arbitro fischia la fine della partita. Allo stadio Spadoni di Montecchio 1500 tifosi del Chieti invadono il campo a caccia di un cimelio della propria squadra. In pochi istanti quel terreno di gioco si colora di neroverde. Durante la partita il rosso dei padroni di casa non si era neanche notato sugli spalti. Quello stadio, troppo piccolo per contenere tutti, era stato occupato dagli ospiti, accorsi in massa per assistere al ritorno del Chieti tra i professionisti.
Montecchio, frazione minuscola di Sant'Angelo in Lizzola, comune già piccolo di per se e arroccato su una collina. Da qui passa la promozione in Seconda Divisione. Basta un punto per assicurarsi la vittoria del campionato di serie D e alla festa nessuno vuole mancare. Un corteo di auto parte da Chieti per raggiungere la cittadina in provincia di Pesaro. Lì si fa la storia. Dopo aver patito il fallimento nel 2006 e quattro stagioni tra i dilettanti, quella massa informe di tifosi non aspetta altro che festeggiare.
Ci pensa Alessio Rosa (che finirà la stagione da capocannoniere con 18 gol) dopo 15 minuti a rassicurare il pubblico con la rete del vantaggio. Oggi fa l'impiegato, dopo aver lasciato il calcio a 27 anni. Ma tutti a Chieti lo ricordano come bomber Babo. Raddoppia Davide Visciglia e solo il tempo ormai scandisce gli ultimi minuti dell'epoca tra i dilettanti.
Il gol nel finale del Montecchio serve solo a sporcare un risultato netto, mai messo in discussione. Al triplice fischio i 1500 teatini si gettano sul terreno di gioco per recuperare qualsiasi cosa indossata dagli undici scesi in campo, quasi come fossero reliquie da custodire per i secoli a venire. Quei calciatori si trasformano in eroi epici e il loro allenatore, Vincenzo Vivarini, diventa l'uomo dei sogni possibili. Ad essere portato in trionfo per le strade di Chieti c'è anche il presidente Walter Bellia. In città chiunque conserva un ricordo di quella partita, quando una promozione divenne impresa nei ricordi di chi quel giorno c'era. Una collina troppo piccola, sulla quale, però, nessuno volle mancare.
(Si ringrazia per la collaborazione Gianluca De Rosa, responsabile della comunicazione del Chieti Calcio)
L'arbitro fischia la fine della partita. Allo stadio Spadoni di Montecchio 1500 tifosi del Chieti invadono il campo a caccia di un cimelio della propria squadra. In pochi istanti quel terreno di gioco si colora di neroverde. Durante la partita il rosso dei padroni di casa non si era neanche notato sugli spalti. Quello stadio, troppo piccolo per contenere tutti, era stato occupato dagli ospiti, accorsi in massa per assistere al ritorno del Chieti tra i professionisti.
Montecchio, frazione minuscola di Sant'Angelo in Lizzola, comune già piccolo di per se e arroccato su una collina. Da qui passa la promozione in Seconda Divisione. Basta un punto per assicurarsi la vittoria del campionato di serie D e alla festa nessuno vuole mancare. Un corteo di auto parte da Chieti per raggiungere la cittadina in provincia di Pesaro. Lì si fa la storia. Dopo aver patito il fallimento nel 2006 e quattro stagioni tra i dilettanti, quella massa informe di tifosi non aspetta altro che festeggiare.
Ci pensa Alessio Rosa (che finirà la stagione da capocannoniere con 18 gol) dopo 15 minuti a rassicurare il pubblico con la rete del vantaggio. Oggi fa l'impiegato, dopo aver lasciato il calcio a 27 anni. Ma tutti a Chieti lo ricordano come bomber Babo. Raddoppia Davide Visciglia e solo il tempo ormai scandisce gli ultimi minuti dell'epoca tra i dilettanti.
Il gol nel finale del Montecchio serve solo a sporcare un risultato netto, mai messo in discussione. Al triplice fischio i 1500 teatini si gettano sul terreno di gioco per recuperare qualsiasi cosa indossata dagli undici scesi in campo, quasi come fossero reliquie da custodire per i secoli a venire. Quei calciatori si trasformano in eroi epici e il loro allenatore, Vincenzo Vivarini, diventa l'uomo dei sogni possibili. Ad essere portato in trionfo per le strade di Chieti c'è anche il presidente Walter Bellia. In città chiunque conserva un ricordo di quella partita, quando una promozione divenne impresa nei ricordi di chi quel giorno c'era. Una collina troppo piccola, sulla quale, però, nessuno volle mancare.
(Si ringrazia per la collaborazione Gianluca De Rosa, responsabile della comunicazione del Chieti Calcio)