Crac Parmalat, 11 ex giocatori rinviati a giudizio
CalcioIl pm Paola Dal Monte ha chiesto il rinvio a giudizio per 11 giocatori che fecero parte del Parma di Tanzi con l'accusa di bancarotta fraudolenta. Tra questi Hernan Crespo, Faustino Asprilla, Lilian Thuram e Dino Baggio
Sulla vicenda del crac Parmalat potrebbe presto essere scritto un nuovo capitolo che rischia di trascinare in Tribunale anche i giocatori di quello che fu il grande Parma Calcio di Calisto Tanzi. Come riportato da La Gazzetta di Parma, il pm Paola Dal Monte ha chiesto il rinvio a giudizio per 11 campioni del Parma con l'accusa di bancarotta fraudolenta per distrazione, in concorso con Callisto Tanzi e l'ex direttore commerciale del Parma Domenico Baril. Si tratta di Sebastian Veron, Faustino Asprilla, Luigi Apolloni, Enrico Chiesa, Lilian Thuram, Dino Baggio, Hernan Crespo, Hristo Stoichckov, Tomas Brolin, Lorenzo Minotti e Massimo Crippa. Alla base della richiesta della procura la firma di falsi contratti di sponsorizzazione e promozione di prodotti Parmalat, tramite i quali sarebbero stati distratti dalle casse di Collecchio quasi 10 milioni di euro e oltre 11 milioni di dollari tra il 1992 al 2003.
La vicenda - Il crac Parmalat è stato il più grande scandalo di bancarotta fraudolenta e aggiotaggio di una società europea. Scoperto solo verso la fine del 2003, in realtà affonda le sue radici agli inizi degli anni Novanta. Il buco lasciato dalla società con sede a Collecchio e mascherato dal falso in bilancio, si aggirava sui 14 miliardi di euro; al momento della scoperta se ne stimavano circa 7. Con l'accusa di bancarotta fraudolenta fu rinviato a giudizio e poi condannato a 18 anni di reclusione il patron Calisto Tanzi e numerosi suoi collaboratori.
La vicenda - Il crac Parmalat è stato il più grande scandalo di bancarotta fraudolenta e aggiotaggio di una società europea. Scoperto solo verso la fine del 2003, in realtà affonda le sue radici agli inizi degli anni Novanta. Il buco lasciato dalla società con sede a Collecchio e mascherato dal falso in bilancio, si aggirava sui 14 miliardi di euro; al momento della scoperta se ne stimavano circa 7. Con l'accusa di bancarotta fraudolenta fu rinviato a giudizio e poi condannato a 18 anni di reclusione il patron Calisto Tanzi e numerosi suoi collaboratori.