A "casa" dei Lo Monaco: 10 cose da sapere sul Messina

Calcio
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SCHEDA. Dal 2012 Pietro è il patron, il figlio Vincenzo direttore generale: sarà subito promozione in Seconda divisione. Ma quante storie e personaggi, da Schillaci a Di Napoli, il Celeste, i derby con la Reggina, e quella vittoria al Meazza...

Il 12 giugno 2012 segna una data fondamentale per la nuova storia del Messina, il giorno della rinascita: la famiglia Lo Monaco acquista la maggioranza delle quote del pacchetto azionario dell'Acr, e nel giro di una sola stagione regala alla città il ritorno tra i professionisti, la Seconda divisione. "Un atto d'amore" del patron Pietro, che è sposato con una messinese - ha anche giocato in riva allo stretto tra il '73 e il '75 - e a cui non mancavano di certo le proposte, fautore com'è stato del "progetto Udinese" e artefice di un piccolo capolavoro ai piedi dell'Etna, con la ciliegina del centro sportivo "Torre del grifo", fiore all'occhiello dei suoi anni da plenipotenziario a Catania.
Ora l'obiettivo è un ulteriore salto di qualità: condurre il Messina tra le prime 8 di questo campionato, che significherebbe entrare di diritto in quella che viene già considerata una B-2. Al suo fianco ci sarà il figlio Vincenzo, giovanissimo ma già con le idee molto chiare, insomma quello che serve per ricoprire un ruolo di responsabilità come quello da direttore generale di un club con le ambizioni dei peloritani.

Pillole di storia. La data di fondazione del Messina risale al 1° dicembre 1900, quando un gruppo di armatori inglesi e una rappresentanza di nobili locali costituì la prima squadra di calcio cittadina: il "Messina Footbal Club". Inizialmente i colori sociali erano il bianco ed il blu, cambiati in seguito - e definitivamente - in quelli del Comune, giallo e rosso. Negli anni si sono susseguite diverse società, con varie denominazioni, poi confluite in "Associazioni Calcio Riunite Messina 1947". Marchio storico che il patron Lo Monaco ha voluto fortemente recuperare per ridare lustro all'ambiente, che ha avuto tra i suoi protagonisti Totò Schillaci e altri bomber come Igor Protti, Arturo Di Napoli, Riccardo Zampagna, Christian Riganò e ora "Re" Giorgio Corona.
In totale il Messina ha disputato 5 campionati di Serie A, 32 di B e 34 di C.

L'allenatore. E' subentrato da qualche settimana sulla panchina della squadra a Gaetano Catalano. Gianluca Grassadonia ha legato la sua carriera di giocatore soprattutto al Cagliari, dal 1997 al 2003, con cui ha collezionato 138 presenze tra A e B. Ha già allenato Salernitana, Casertana e Paganese.
(a.c.)

Le dieci cose da sapere sull'A.C.R. Messina

1. Nascita Il 1° dicembre 1900 viene alla luce il Messina Football Club. Merito del messinese Adolfo Marangolo, del pastore evangelico inglese Charles Bousfield Huleatt e per opera dei più eminenti mercanti e imprenditori stranieri residenti in città. Presidente era l'armatore inglese Walter F. Becker e inglese era anche il primo capitano, Francis L. Padgett. Si giocava nella spianata di San Raineri, divisa ufficiale una camicia bianca e blu.
2. Messina capitale Lo scudetto della squadra rappresenta una croce dorata (oggi gialla) su campo rosso; i colori sociali, così come quelli del Comune, simboleggiano quelli imperiali dell'Impero romano d'oriente, di cui Messina sarebbe stata insignita città più importante insieme a Costantinopoli.
3. 1962-63, Serie A! Il clou del campionato è la 33° giornata, quando al Celeste il Messina del presidente Muglia e mister Mannocci schianta per 4-1 la Lazio, seconda in classifica, e super favorita. Brambilla, Fascetti e Calloni (doppietta) sono i marcatori di quella splendida impresa, ma l'apoteosi si avrà il 2 giugno 1963: il pareggio 0-0 a Bari consegna al Messina la tanto agognata promozione in A.
4. Una vittoria... della fede La maglia bianco-scudata con bordi giallorossi è senza dubbio quella a cui sono più affezionati i tifosi peloritani. Tra le altre ce n'è una in particolare, grigia con la madonnina del porto stampata sul frontale, passata alla storia in occasione della finale play off vinta col Catania, culminata con la serie B nel 2001 al Celeste.
5. Il catino infernale Lo stadio intitolato alla memoria dell'eroe di guerra "Giovanni Celeste" fu roccaforte inespugnabile durante gli anni '80, con un'imbattibilità casalinga di 58 partite, dalle ultime tre del campionato di serie C1 1983-84 fino alle prime due in serie B nel 1987-88. In tutto 43 vittorie, 15 pareggi, 89 gol fatti e soltanto 22 subiti.
6. Un pizzico... di scaramanzia Il presidente Salvatore "Turi" Massimino, patron storico del Messina, era solito spargere del sale dietro la porta del Celeste, quella in cui il Messina avrebbe dovuto segnare e, a quanto pare, funzionava...
7. Lo stadio "San Filippo" E' il campo da gioco dell'Acr Messina dal 17 agosto 2004, quando ha avuto luogo l'amichevole inaugurale con la Juventus. Dispone di una capienza complessiva di 38.722 posti a sedere anche se al momento è limitata a 6.900. E' lo stadio più grande della Sicilia.
8. Ciccio Currò
Il 20 aprile del 2012 scompare una figura mitica, il massaggiatore Ciccio Currò, che ha ricoperto la carica per oltre 60 anni attraversando varie ere calcistiche. Un grande cuore giallorosso.
9. Campioni messinesi... a ruota libera Peloritani sono due grandi fuoriclasse delle due ruote: Vincenzo Nibali, che a maggio ha conquistato il Giro d'Italia; e il centauro Tony Cairoli, della vicina Patti, campionissimo del motocross.
10. Io c'ero... Il 22 settembre 2004 il Messina del presidente Pietro Franza, guidato da Bortolo Mutti, espugna il Meazza per 2-1 battendo in casa il Milan campione d'Italia. Il momento - probabilmente - più alto della sua storia sportiva, che si tradurrà in quella stagione con un leggendario 7° posto in Serie A.



















































(Ringraziamo per la preziosa collaborazione l'Acr Messina
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