L'impatto con la Serie A può essere tremendo, tenere duro fino a giugno una soluzione, l'estero una via di fuga: da Alenitchev a Roberto Carlos, da Silvestre a Evra, quanti campioni in Italia non hanno saputo farsi valere per poi trionfare in Europa
L'impatto con un nuovo campionato, si sa, non sempre è dei migliori. Ci sono gli "zeri" sul contratto da giustificare, un numero di maglia particolarmente pesante, le aspettative dei tifosi, una classifica che magari non è quella che ci si aspettava a inizio anno. E comunque, anche quando meglio non si potrebbe iniziare, ciò non rappresenta una garanzia di successo. Pensate a Ricardo Oliveira: arriva al Milan per 17 milioni dal Betis, prende la 7 che fu di Shevchenko, segna all'esordio un gol decisivo per la vittoria 2-1 sulla Lazio e i tifosi impazziscono. Finirà la stagione con 26 presenze e 3 reti, ceduto in estate al Saragozza per 13 milioni pagati in due rate.
Oliveira è un esempio non proprio a lieto fine, ma chi oggi fatica a trovare spazio o continuità in Serie A può stringere i denti fino a giugno e magari provare a cercare fortuna altrove. Una bocciatura? Non proprio: gli esempi di chi ha inanellato successi lontano dall'Italia non mancano, e qualche “curva” che oggi si lamenta delle varie campagne acquisti si sarà pentita di aver scaricato troppo in fretta un futuro campione.
Restiamo a Milano, sponda nerazzurra: nella stagione '98-'99 l'Inter acquista dal Rennes un centrale difensivo dai piedi buoni, capace anche di giocare in fascia. A fine stagione la società è costretta a cederlo, un po' per via di prestazioni deludenti e un po' per la scarsa pazienza dei tifosi. Va al Manchester United e in 9 stagioni vince 5 campionati, 1 Champions, 1 Intercontinentale e altre 4 coppe in Inghilterra: è Mikael Silvestre, e con la nazionale francese andrà vicino anche al Mondiale di Germania, ma ancora una volta l'Italia lo respingerà. Stavolta per la gioia un po' di tutti. Al Manchester United giocherà (e vincerà) anche un altro incompreso: Patrice Evra, passato da Marsala prima di finire in Francia e arrivare a conquistare tutto con i Red Devils.
Sempre all'Inter passò di sfuggita, veloce come le sue galoppate in fascia, Roberto Carlos. Una buona stagione, ma Roy Hodgson lo riteneva tatticamente indisciplinato nella stagione '96-'97 gli preferisce Pistone, gettando sulla fascia sinistra nerazzurra una vera “maledizione”. Il terzino brasiliano va al Real Madrid e ad elencare tutti i trofei si farebbe mattina: 4 Campionati spagnoli, 3 Champions League, 2 Intercontinentali, 1 Mondiale col Brasile, varie ed eventuali.
Non solo Milano non ha saputo leggere il destino dei futuri campioni. A Roma nel '98 arriva dalla Russia il centrocampista Alenitchev: dopo una discreta stagione viene sacrificato sull'altare delle contropartite tecniche e va al Perugia, mentre nella capitale arriva Nakata. La Roma si “consolerà” con lo Scudetto un paio di stagioni dopo con Nakata grande protagonista, ma a Perugia... Gaucci scarica Alenitchev al Porto, dove un anno dopo arriverà in panchina un certo Mourinho: Alenitchev vince la Coppa Uefa nel 2003 e la Champions League nel 2004 da assoluto protagonista, segnando in entrambe le finali, unico nella storia assieme a Steven Gerrard.
Oliveira è un esempio non proprio a lieto fine, ma chi oggi fatica a trovare spazio o continuità in Serie A può stringere i denti fino a giugno e magari provare a cercare fortuna altrove. Una bocciatura? Non proprio: gli esempi di chi ha inanellato successi lontano dall'Italia non mancano, e qualche “curva” che oggi si lamenta delle varie campagne acquisti si sarà pentita di aver scaricato troppo in fretta un futuro campione.
Restiamo a Milano, sponda nerazzurra: nella stagione '98-'99 l'Inter acquista dal Rennes un centrale difensivo dai piedi buoni, capace anche di giocare in fascia. A fine stagione la società è costretta a cederlo, un po' per via di prestazioni deludenti e un po' per la scarsa pazienza dei tifosi. Va al Manchester United e in 9 stagioni vince 5 campionati, 1 Champions, 1 Intercontinentale e altre 4 coppe in Inghilterra: è Mikael Silvestre, e con la nazionale francese andrà vicino anche al Mondiale di Germania, ma ancora una volta l'Italia lo respingerà. Stavolta per la gioia un po' di tutti. Al Manchester United giocherà (e vincerà) anche un altro incompreso: Patrice Evra, passato da Marsala prima di finire in Francia e arrivare a conquistare tutto con i Red Devils.
Sempre all'Inter passò di sfuggita, veloce come le sue galoppate in fascia, Roberto Carlos. Una buona stagione, ma Roy Hodgson lo riteneva tatticamente indisciplinato nella stagione '96-'97 gli preferisce Pistone, gettando sulla fascia sinistra nerazzurra una vera “maledizione”. Il terzino brasiliano va al Real Madrid e ad elencare tutti i trofei si farebbe mattina: 4 Campionati spagnoli, 3 Champions League, 2 Intercontinentali, 1 Mondiale col Brasile, varie ed eventuali.
Non solo Milano non ha saputo leggere il destino dei futuri campioni. A Roma nel '98 arriva dalla Russia il centrocampista Alenitchev: dopo una discreta stagione viene sacrificato sull'altare delle contropartite tecniche e va al Perugia, mentre nella capitale arriva Nakata. La Roma si “consolerà” con lo Scudetto un paio di stagioni dopo con Nakata grande protagonista, ma a Perugia... Gaucci scarica Alenitchev al Porto, dove un anno dopo arriverà in panchina un certo Mourinho: Alenitchev vince la Coppa Uefa nel 2003 e la Champions League nel 2004 da assoluto protagonista, segnando in entrambe le finali, unico nella storia assieme a Steven Gerrard.