Auguri Antognoni, l'uomo che giocava guardando le stelle

Calcio
Giancarlo Antognoni (a destra) con una altro grandissimo campione della Fiorentina, il brasiliano Socrates

60 ANNI. Oggi è grande festa a Firenze, con la consegna delle chiavi della città al campione del mondo '82. Il compleanno di una bandiera viola. Centrocampista di classe immensa, nella carriera fu però tormentato da gravissimi incidenti

Grande festa a Firenze in Palazzo Vecchio per il 60° compleanno di Giancarlo Antognoni, nato il 1° aprile 1954. Il vicesindaco Dario Nardella consegnerà le chiavi della città al campione del mondo 1982, da sempre bandiera della Fiorentina. L'appuntamento è per martedì, 1° aprile appunto, nel Salone dei Cinquecento.

L'uomo "che giocava guardando le stelle", ha affrontato lieve e a testa alta anche le sfide della vita. Sarà grazie a questa eleganza innata, fatto sta che Giancarlo Antognoni è arrivato a 60 anni con lo spirito e il fisico di un ragazzo. Per "Il Capitano", con "Antonio" il soprannome di una vita, Firenze ha preparato un giorno speciale. Un vero e proprio Antognoni Day che avrà il suo culmine con la consegna delle chiavi della città a Palazzo Vecchio. Per lui, nato a Marsciano (Perugia) ma ormai fiorentino doc, una grande e meritata soddisfazione.

Centrocampista di grandissima classe, Antognoni ha fatto innamorare generazioni di tifosi e di allenatori a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Fino ad arrivare a vincere il Campionato del Mondo nel 1982, quella splendida cavalcata azzurra terminata per lui in semifinale con la Polonia, con il cruccio di non poter giocare la partita decisiva con la Germania per un infortunio.

Ma Antognoni è stato anche e soprattutto la Fiorentina, una bandiera ai tempi in cui esistevano ancora i giocatori simbolo, uomini disposti a legare i loro destini a quelli di una squadra e una città. Idolo assoluto dei tifosi della Fiorentina, coi quali esiste un connubio inscindibile, con la maglia viola detiene il record di presenze (341). La sua carriera di Giancarlo Antognoni inizia nella squadra piemontese dell'Asti Macobi in serie D. Di lui giovanissimo s'innamora subito la Fiorentina e l'allora presidente Ugolini lo porta a Firenze per 472 milioni di lire. L'esordio in serie A è datato 15 ottobre 1972 a Verona, con la maglia numero 8. Sulla panchina viola c'era Nils Liedholm. La Fiorentina vinse la partita ma tutti i complimenti furono per Giancarlo Antognoni.

Il giorno dopo Vladimiro Caminiti su Tuttosport coniò per lui la definizione "l'uomo che gioca guardando le stelle". Con la maglia viola tante, tantissime soddisfazioni personali ma poche vittorie. L'unica, la Coppa Italia del 1974-75 e la Coppa Anglo-Italiana del 1975-76. Ma la sua carriera è segnata anche da terribili incidenti. In uno dei quali addirittura rischiò di morire.

Era il 22 novembre del 1981. A Firenze si giocava Fiorentina-Genoa. In uno scontro col portiere Martina riportò la frattura della scatola cranica. In campo, l'allora massaggiatore viola Ennio Raveggi (per tutti Pallino) gli praticò anche la respirazione bocca a bocca. Una delicata operazione chirurgica gli salvò la vita. Tre anni dopo, questa volta in un Fiorentina-Sampdoria, si procura la frattura scomposta del perone. Saltò in pratica quasi tutta la stagione 1984-85. Iniziano i dissapori con alcuni allenatori (l'allora giovane Aldo Agroppi) e anche con l'allora proprietà della Fiorentina, la famiglia Pontello. Da qui la decisione nel 1987 di trasferirsi al Losanna in Svizzera.

Chiude definitivamente la sua carriera da calciatore il 25 aprile 1989 con uno stadio Franchi gremito in ogni ordine di posto. Negli anni Novanta, sotto la gestione Cecchi Gori, torna da dirigente portando a Firenze giocatori del calibro di Rui Costa, Toldo, Effenberg, Laudrup. Attualmente lavora con le nazionali giovanili della Federazione. Avrebbe meritato certamente un palmares migliore, ma tutta Firenze è pronta a festeggiarlo ugualmente. Troppo forte il ricordo di quelle galoppate lievi, contrassegnate da un'energia cinetica raramente vista sui campi di calcio: quella di un sognatore che accelerava a testa alta.