LE REAZIONI. La signora Antonella: mio figlio non è andato per essere ucciso. La Digos: ecco com'è successo. La vedova dell'agente Raciti: mi sento umiliata anch'io. Abete (Figc): radiare a vita gli ultrà. Lo sdegno della stampa straniera. I VIDEO
"Io come mamma voglio dire innanzitutto che per nessun motivo si deve usare la violenza perché mio figlio ama la vita, ama lo sport e non è andato lì per essere ucciso. Non doveva succedere, è una follia" dice Antonella Leardi, la madre di Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ferito gravemente sabato. "Ciro lavora in un lavaggio auto a Scampia. Mio figlio è un tifoso da quando era bambino, andava allo stadio di nascosto, l'ho scoperto tardi. Ha seguito il Napoli quando era in serie C. Mi sento offesa, oltre che arrabbiata, per le bugie che hanno detto in televisione circa l'agguato camorristico. Noi siamo persone perbene, veniamo da Scampia ma Scampia al 99% è fatta da persone".
"Ha sparato perché inseguito" - La dinamica di quanto accaduto a Roma "è tanto semplice quanto folle". A sparare contro i tifosi napoletani è stato l'ultras della Roma, Davide De Santis, che ha prima provocato i supporter partenopei, poi, vistosi circondato ha sparato contro di loro 4 colpi di arma da fuoco ha spiegato intanto in conferenza stampa Diego Parente, il capo della Digos. De Santis, ha spiegato Parente, "si è portato sul posto da un circolo ricreativo dove lavorava e ha inteso lanciare artifizi pirotecnici e sfidare i tifosi napoletani che passavano di lì. Questi ultimi hanno raccolto la sfida, lo hanno inseguito. Lui è scivolato, si è visto circondato e ha esploso i colpi di pistola".
Il papà di Ciro: un ragazzo perbene - "E' un ragazzo perbene che lavora dalla mattina alla sera in un autolavaggio a Scampia. Non è un ultrà. Vive con me, mia moglie e due fratelli". A parlare così, in un'intervista a Repubblica.it, è Giovanni Esposito, padre di Ciro, il tifoso 30nne ferito gravemente a Roma. L'uomo, 52 anni, aiuto infermiere, intervistato all'esterno del pronto soccorso del Policlinico Gemelli di Roma, ha spiegato come ha saputo del ferimento: "Mi ha telefonato un cugino" e ha poi concluso: "E' uno schifo".
La vedova Raciti: io umiliata - "E' una vergogna": lo stadio "in mano ai violenti" e lo "Stato che non reagisce, impotente e quindi ha perso". E' ancora sconvolta e stanca per "non avere potuto dormire" Marisa Grasso, la vedova dell'ispettore capo Filippo Raciti, morto il 2 febbraio del 2007 nello stadio di Catania. Il capo ultras Genny detto 'a Carogna' portava una t-shirt con la scritta 'Speziale libero'. Antonino Speziale sta scontando una condanna definitiva a 8 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. "Ieri sera - aggiunge Marisa Grasso - mi sono sentita umiliata perché è stata offesa la memoria di mio marito: è stata indossata una maglietta che inneggia all'assassino di un poliziotto. Io, dopo avere seppellito mio marito, che ha lasciato una moglie e due figli, non voglio vedere altri servitori dello Stato cadere vittima della violenza. E' ora che qualcuno ponga fine a tutto questo, ma non a parole...".
Figc, Abete: radiare a vita - "Il calcio è vittima di situazioni che vanno oltre: gli ultrà utilizzano gli stadi per manifestazioni di potere. Siamo pronti a fare la nostra parte per invertire la tendenza, senza se e senza ma" dice Giancarlo Abete, presidente Figc, all'indomani delle violenze di Roma. "Riflettiamo ad esempio sullìdea di dare ai club il potere di vietare a vita lo stadio a certi tifosi, come il Villareal con chi ha lanciato la banana a Dani Alves".
Stampa straniera: la Coppa della vergogna - "Il Napoli alza la coppa della vergogna". E' il titolo del giornale spagnolo Marca, dopo gli incidenti in occasione della finale della Coppa Italia. All'estero la stampa dà grande risalto ai fatti di Roma. Mundo deportivo punta l'accento sull'arresto del "tifoso della Roma noto alle forze dell'ordine", scrive il giornale, "accusato di avere sparato su tre tifosi del Napoli". As, invece, si limita a porre l'accento sulla quinta Coppa Italia conquistata dal Napoli allenato dallo spagnolo Benitez, parlando però di "festa rovinata". Un lungo video pubblicato sul sito dell'emittente inglese Bbc ripropone gli scontri che hanno provocato il ferimento di tre tifosi napoletani. Grande spazio, con tanto di servizio fotografico, viene dato dal Daily Mail agli scontri di Roma: le sequenza video-fotografica ripropone tutte le fasi dei tafferugli. Solo poche foto, e qualche commento, vengono riservate alla partita. "I tifosi del Napoli sono stati feriti da alcuni colpi di pistola", titola il Sunday Times.
Il Sap polemico, ora chi si indignerà? - "Il vero cretino si trovava ieri allo stadio Olimpico di Roma, indossava una maglietta inneggiante all'assassino di un poliziotto, è stato in passato soggetto a Daspo e addirittura risulta essere figlio di un boss della camorra" afferma Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap. "Vogliamo vedere adesso - chiede Tonelli - la stessa indignazione dei vertici della nostra Amministrazione e del Viminale, vogliamo capire se per le autorità dello Stato i morti sono tutti uguali o se qualcuno è più uguale di un altro, vogliamo comprendere se in questo nostro strano Paese chi si è affrettato a crocifiggere i poliziotti per un applauso 'tarocco' oggi riesce a condannare senza se e senza ma le sceneggiate dell'Olimpico dove a godersi lo spettacolo c'erano anche il premier Renzi e il presidente del Senato Grasso".
"Ha sparato perché inseguito" - La dinamica di quanto accaduto a Roma "è tanto semplice quanto folle". A sparare contro i tifosi napoletani è stato l'ultras della Roma, Davide De Santis, che ha prima provocato i supporter partenopei, poi, vistosi circondato ha sparato contro di loro 4 colpi di arma da fuoco ha spiegato intanto in conferenza stampa Diego Parente, il capo della Digos. De Santis, ha spiegato Parente, "si è portato sul posto da un circolo ricreativo dove lavorava e ha inteso lanciare artifizi pirotecnici e sfidare i tifosi napoletani che passavano di lì. Questi ultimi hanno raccolto la sfida, lo hanno inseguito. Lui è scivolato, si è visto circondato e ha esploso i colpi di pistola".
Il papà di Ciro: un ragazzo perbene - "E' un ragazzo perbene che lavora dalla mattina alla sera in un autolavaggio a Scampia. Non è un ultrà. Vive con me, mia moglie e due fratelli". A parlare così, in un'intervista a Repubblica.it, è Giovanni Esposito, padre di Ciro, il tifoso 30nne ferito gravemente a Roma. L'uomo, 52 anni, aiuto infermiere, intervistato all'esterno del pronto soccorso del Policlinico Gemelli di Roma, ha spiegato come ha saputo del ferimento: "Mi ha telefonato un cugino" e ha poi concluso: "E' uno schifo".
La vedova Raciti: io umiliata - "E' una vergogna": lo stadio "in mano ai violenti" e lo "Stato che non reagisce, impotente e quindi ha perso". E' ancora sconvolta e stanca per "non avere potuto dormire" Marisa Grasso, la vedova dell'ispettore capo Filippo Raciti, morto il 2 febbraio del 2007 nello stadio di Catania. Il capo ultras Genny detto 'a Carogna' portava una t-shirt con la scritta 'Speziale libero'. Antonino Speziale sta scontando una condanna definitiva a 8 anni di reclusione per omicidio preterintenzionale. "Ieri sera - aggiunge Marisa Grasso - mi sono sentita umiliata perché è stata offesa la memoria di mio marito: è stata indossata una maglietta che inneggia all'assassino di un poliziotto. Io, dopo avere seppellito mio marito, che ha lasciato una moglie e due figli, non voglio vedere altri servitori dello Stato cadere vittima della violenza. E' ora che qualcuno ponga fine a tutto questo, ma non a parole...".
Figc, Abete: radiare a vita - "Il calcio è vittima di situazioni che vanno oltre: gli ultrà utilizzano gli stadi per manifestazioni di potere. Siamo pronti a fare la nostra parte per invertire la tendenza, senza se e senza ma" dice Giancarlo Abete, presidente Figc, all'indomani delle violenze di Roma. "Riflettiamo ad esempio sullìdea di dare ai club il potere di vietare a vita lo stadio a certi tifosi, come il Villareal con chi ha lanciato la banana a Dani Alves".
Stampa straniera: la Coppa della vergogna - "Il Napoli alza la coppa della vergogna". E' il titolo del giornale spagnolo Marca, dopo gli incidenti in occasione della finale della Coppa Italia. All'estero la stampa dà grande risalto ai fatti di Roma. Mundo deportivo punta l'accento sull'arresto del "tifoso della Roma noto alle forze dell'ordine", scrive il giornale, "accusato di avere sparato su tre tifosi del Napoli". As, invece, si limita a porre l'accento sulla quinta Coppa Italia conquistata dal Napoli allenato dallo spagnolo Benitez, parlando però di "festa rovinata". Un lungo video pubblicato sul sito dell'emittente inglese Bbc ripropone gli scontri che hanno provocato il ferimento di tre tifosi napoletani. Grande spazio, con tanto di servizio fotografico, viene dato dal Daily Mail agli scontri di Roma: le sequenza video-fotografica ripropone tutte le fasi dei tafferugli. Solo poche foto, e qualche commento, vengono riservate alla partita. "I tifosi del Napoli sono stati feriti da alcuni colpi di pistola", titola il Sunday Times.
Il Sap polemico, ora chi si indignerà? - "Il vero cretino si trovava ieri allo stadio Olimpico di Roma, indossava una maglietta inneggiante all'assassino di un poliziotto, è stato in passato soggetto a Daspo e addirittura risulta essere figlio di un boss della camorra" afferma Gianni Tonelli, segretario generale del sindacato di polizia Sap. "Vogliamo vedere adesso - chiede Tonelli - la stessa indignazione dei vertici della nostra Amministrazione e del Viminale, vogliamo capire se per le autorità dello Stato i morti sono tutti uguali o se qualcuno è più uguale di un altro, vogliamo comprendere se in questo nostro strano Paese chi si è affrettato a crocifiggere i poliziotti per un applauso 'tarocco' oggi riesce a condannare senza se e senza ma le sceneggiate dell'Olimpico dove a godersi lo spettacolo c'erano anche il premier Renzi e il presidente del Senato Grasso".