Cagliari, cessione vicina: due offerte sul piatto di Cellino
CalcioDa Miami il presidente dei sardi sta per prendere la decisione che in molti attendono da mesi. Deve scegliere tra due proposte: il gruppo italiano capeggiato da Giulini sembra essere in netto vantaggio sul fondo americano rappresentato da Luca Silvestrone
di Davide Bucco
Ci sono un sardo, un milanese ed un americano. Sembra l'inizio di una barzelletta, invece è la parte finale di una trattativa che sta facendo sognare o disperare, dipende dai punti di vista, i tifosi del Cagliari. Si, perchè la cessione questa volta è davvero vicina. Dal suo personale ritiro di Miami, Massimo Cellino, sta per prendere la decisione che in molti attendono da mesi: l'acquisto del Leeds e la nuova avventura inglese - con tanto di investimenti rilevanti - impongono al presidente rock di fare una scelta immediata.
Un' asta con due proposte, un fondo americano fin troppo misterioso rappresentato da Luca Silvestrone e ritenuto da Cellino poco credibile nella sostanza e nella modalità dell'offerta, e un gruppo italiano rappresentato da Tommaso Giulini, ex cda dell'Inter del triplete, giovane imprenditore attivo in Sardegna con l'azienda di famiglia, la Fluorsid, attiva nel settore chimico.
Due offerte diverse: la prima punta ad avere tutto, una cifra pazzesca circa 80 milioni di euro, tra stadio, terreni proprietà immobiliari e naturalmente club. Il celebre architetto Meis, quello del progetto per lo stadio di Roma, a fare da portabandiera. Un appuntamento fissato per lunedì a Miami e poi saltato, d'improvviso. La seconda offerta, quella firmata Giulini, agli occhi di Cellino sembra più concreta e punta solo sulla valorizzazione del club e della squadra, rimanendo parzialmente svincolati dalla questione stadio. Lascerebbe libero il presidente del Cagliari di gestire la vendita delle altre proprietà, e capitalizzare in maniera diversa. Cellino ci sta pensando, ne sta parlando con i figli, preziosi consiglieri in queste ore decisive. Tutto sembra andare verso il gruppo Giulini, salvo ripensamenti tipici del personaggio. Salvo l'ultimo assalto, serio e concreto, del gruppo americano. Perché, nonostante tutta questa storia sembri una barzelletta, per i tifosi del Cagliari, c'è poco da ridere.
Ci sono un sardo, un milanese ed un americano. Sembra l'inizio di una barzelletta, invece è la parte finale di una trattativa che sta facendo sognare o disperare, dipende dai punti di vista, i tifosi del Cagliari. Si, perchè la cessione questa volta è davvero vicina. Dal suo personale ritiro di Miami, Massimo Cellino, sta per prendere la decisione che in molti attendono da mesi: l'acquisto del Leeds e la nuova avventura inglese - con tanto di investimenti rilevanti - impongono al presidente rock di fare una scelta immediata.
Un' asta con due proposte, un fondo americano fin troppo misterioso rappresentato da Luca Silvestrone e ritenuto da Cellino poco credibile nella sostanza e nella modalità dell'offerta, e un gruppo italiano rappresentato da Tommaso Giulini, ex cda dell'Inter del triplete, giovane imprenditore attivo in Sardegna con l'azienda di famiglia, la Fluorsid, attiva nel settore chimico.
Due offerte diverse: la prima punta ad avere tutto, una cifra pazzesca circa 80 milioni di euro, tra stadio, terreni proprietà immobiliari e naturalmente club. Il celebre architetto Meis, quello del progetto per lo stadio di Roma, a fare da portabandiera. Un appuntamento fissato per lunedì a Miami e poi saltato, d'improvviso. La seconda offerta, quella firmata Giulini, agli occhi di Cellino sembra più concreta e punta solo sulla valorizzazione del club e della squadra, rimanendo parzialmente svincolati dalla questione stadio. Lascerebbe libero il presidente del Cagliari di gestire la vendita delle altre proprietà, e capitalizzare in maniera diversa. Cellino ci sta pensando, ne sta parlando con i figli, preziosi consiglieri in queste ore decisive. Tutto sembra andare verso il gruppo Giulini, salvo ripensamenti tipici del personaggio. Salvo l'ultimo assalto, serio e concreto, del gruppo americano. Perché, nonostante tutta questa storia sembri una barzelletta, per i tifosi del Cagliari, c'è poco da ridere.