Figc, l'esito è un rebus: Malagò può fare solo pressing

Calcio
Carlo Tavecchio e Demetrio Albertini, i due candidati alla presidenza della Figc

Il n.1 del Coni ha incontrato i due candidati alla presidenza della Federcalcio: c'è un fine settimana per meditare, poi la stretta finale. La gaffe razzista ha alimentato il numero dei dissidenti, ma l'incertezza resta tangibile

di Massimo Corcione

Che qualcosa possa ancora accadere ha provato a farlo capire Giovanni Malagò dopo cinque ore di parole scambiate con i due candidati. L’impressione è arrivata soprattutto dopo i 180 minuti trascorsi faccia a faccia dal capo del Coni con Carlo Tavecchio, candidato scivolato sull’infelice battuta del mangia-banane. Malagò ci ha provato a riavvicinare il calcio al mondo reale, un mondo che ha fatto del rinnovamento il proprio credo. Ma, lo ha fatto capire, non può fare di più, per ora.

Tavecchio ha ribadito che se le Leghe porteranno avanti la mia candidatura, lui accetterà quell’appoggio. Ha sorpreso quel “Se le Leghe porteranno avanti... Una pronuncia esplicita c’è già stata, ma il fronte del grande calcio qualche pezzo lo sta perdendo: Cairo è l’ultimo iscritto al club dei dissidenti che annovera Juventus e Roma come soci fondatori e Fiorentina, Sampdoria, Sassuolo e appunto Torino tra i suoi componenti convintissimi, mentre altri presidenti hanno sempre più dubbi sull’opportunità della candidatura. Sulla carta è ancora la più forte, ha il 70% dei consensi contro il 30 pro Albertini, sostenuto da calciatori e allenatori.

Malagò è stato molto esplicito, ha chiesto a Tavecchio se ci saranno cambiali da pagare, il tono usato deve essere stato molto deciso, come il richiamo alla coscienza. Tutto ben oltre la questione del razzismo, vero o presunto. Una moral suasion che non ha prodotto alcun risultato, per ora. Renzi s’è tirato fuori, le regole internazionali impongono ai Governi di non condizionare mai le scelte dello sport. C’è un fine settimana per meditare, poi la prossima tutti a Palazzo. Nessuno può prevedere come andrà a finire. Per ora.