Glik gela il Milan, Menez non basta: pari a Torino
CalcioUn gol su rigore del francese apre il match dell'Olimpico. La squadra di Inzaghi soffre anche in inferiorità numerica per il doppio giallo a De Sciglio. I granata pareggiano con merito all'85'
TORINO-MILAN 1-1
3' rig. Menez (M), 85' Glik (T)
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In tutta onestà il Torino avrebbe meritato qualcosa di più. Forse ancora più di un pareggio raggiunto a 5' dalla fine quando il Milan sembrava potesse reggere l'urto di una squadra, quella di Ventura, capace di credere al risultato fino in fondo, in una partita che sembrava stregata, nella quale i rossoneri di Inzaghi erano riusciti più volte a cavarsela, sventando diverse occasioni. Avesse avuto un po' di cattiveria (e di precisione) in più, la squadra di Ventura starebbe festeggiando non solo il quinto risultato utile consecutivo ma la terza vittoria nelle ultime cinque partite. Il Milan continua a mancare l'appuntamento con i tre punti in trasferta dal 19 ottobre scorso. Quel che più preoccupa sono le sole due vittorie ottenute nelle ultime 11 partite di campionato.
Partenza lanciata dei rossoneri con una formazione inedita, nel tridente, con l'impiego di Niang dal primo minuto, nella sua prima partita da titolare. Velocità, dunque, piuttosto che qualità con Cerci in panchina nella seconda uscita da rossonero. Strategia che sembrava potesse pagare immediatamente dopo il gol su rigore segnato da Menez per un fallo subito dallo stesso francese per mano di Glik. E invece di sfruttare gli spazi in ripartenza la squadra di Inzaghi si è abbassata con il blocco pensando più a non prenderle che a blindare il risultato.
Il Toro ha così avuto modo di guadagnare terreno, prendere in mano il pallino del gioco dando spazio alle qualità di palleggio tipiche delle squadre di Ventura. Ripetuti sono stati i tentativi granata: Quagliarella, Moretti, Darmian, pericoli sventati grazie alla bravura di Diego Lopez e talvolta all'imprecisione nelle conclusioni. Il gol del pari è arrivato con grande merito dagli sviluppi di un calcio di punizione con colpo di testa finale di Glik.
La squadra di Ventura aveva dimostrato maggior coraggio e sotto di un gol, e soprattutto dopo la superiortà numerica guadagnata per un doppio giallo a un ingenuo De Sciglio. Inzaghi non ha saputo dare ai suoi quell'input per giocare con più coraggio, cercando il secondo gol ed è andato incontro a una strategia permeata dal timore e dalla timidezza di una squadra che è andata incontro al suo destino di fronte a un avversario certamente meno dotato tecnicamente ma di grande personalità.
Troppo poco per un Milan che vuole tornare grande. Oltre al risultato, che resta positivo solo in parte, l'allarme giunge proprio dall'atteggiamento di un gruppo che ha perso le qualità che l'avevano contraddistinto a inizio anno: aggressività e riconquista alta della palla. Doti sperdute nel timore di dover ottenere un risultato (che non arriva) a tutti i costi.
3' rig. Menez (M), 85' Glik (T)
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In tutta onestà il Torino avrebbe meritato qualcosa di più. Forse ancora più di un pareggio raggiunto a 5' dalla fine quando il Milan sembrava potesse reggere l'urto di una squadra, quella di Ventura, capace di credere al risultato fino in fondo, in una partita che sembrava stregata, nella quale i rossoneri di Inzaghi erano riusciti più volte a cavarsela, sventando diverse occasioni. Avesse avuto un po' di cattiveria (e di precisione) in più, la squadra di Ventura starebbe festeggiando non solo il quinto risultato utile consecutivo ma la terza vittoria nelle ultime cinque partite. Il Milan continua a mancare l'appuntamento con i tre punti in trasferta dal 19 ottobre scorso. Quel che più preoccupa sono le sole due vittorie ottenute nelle ultime 11 partite di campionato.
Partenza lanciata dei rossoneri con una formazione inedita, nel tridente, con l'impiego di Niang dal primo minuto, nella sua prima partita da titolare. Velocità, dunque, piuttosto che qualità con Cerci in panchina nella seconda uscita da rossonero. Strategia che sembrava potesse pagare immediatamente dopo il gol su rigore segnato da Menez per un fallo subito dallo stesso francese per mano di Glik. E invece di sfruttare gli spazi in ripartenza la squadra di Inzaghi si è abbassata con il blocco pensando più a non prenderle che a blindare il risultato.
Il Toro ha così avuto modo di guadagnare terreno, prendere in mano il pallino del gioco dando spazio alle qualità di palleggio tipiche delle squadre di Ventura. Ripetuti sono stati i tentativi granata: Quagliarella, Moretti, Darmian, pericoli sventati grazie alla bravura di Diego Lopez e talvolta all'imprecisione nelle conclusioni. Il gol del pari è arrivato con grande merito dagli sviluppi di un calcio di punizione con colpo di testa finale di Glik.
La squadra di Ventura aveva dimostrato maggior coraggio e sotto di un gol, e soprattutto dopo la superiortà numerica guadagnata per un doppio giallo a un ingenuo De Sciglio. Inzaghi non ha saputo dare ai suoi quell'input per giocare con più coraggio, cercando il secondo gol ed è andato incontro a una strategia permeata dal timore e dalla timidezza di una squadra che è andata incontro al suo destino di fronte a un avversario certamente meno dotato tecnicamente ma di grande personalità.
Troppo poco per un Milan che vuole tornare grande. Oltre al risultato, che resta positivo solo in parte, l'allarme giunge proprio dall'atteggiamento di un gruppo che ha perso le qualità che l'avevano contraddistinto a inizio anno: aggressività e riconquista alta della palla. Doti sperdute nel timore di dover ottenere un risultato (che non arriva) a tutti i costi.