Mantova, la salvezza passa dai piedi di Boniperti... Filippo

Calcio

Gianluca Maggiacomo

Filippo Boniperti con la maglia del Mantova abbracciato dai compagni dopo la doppietta all'AlbinoLeffe (PHOTO Mantova)
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L'INTERVISTA. Il nipote del presidente onorario della Juventus, dopo le giovanili in bianconero e dopo aver cambiato tante squadre, dallo scorso novembre gioca con i biancorossi. Il suo impatto con la nuova realtà è stato positivo

Boniperti. Il cognome è di quelli che pesano perché sta scritto nella storia del calcio. Lui però non ci fa più caso. Filippo è il nipote Giampiero, attuale presidente onorario della Juventus e storica bandiera bianconera. Da pochi mesi è arrivato a Mantova, girone A di Lega Pro, e sta contribuendo a salvare la società biancorossa. Attaccante come lo era il nonno, è un classe '91. Malgrado la giovane età, ha già girato mezza Italia del pallone ed ha tentato anche l’esperienza estera. Dopo l’esordio in prima squadra con la Juve, è stato ad Ascoli, Carpi, Empoli, Crotone e Gorica, in Slovenia. A Mantova è sbarcato lo scorso novembre dopo essersi svincolato dal Parma e dopo aver recuperato dagli infortuni.

Ci fa un primo bilancio dell’esperienza in biancorosso?
“L’inizio non è stato semplice perché non giocavo da cinque mesi, quindi c’è voluto un po’ per recuperare il ritmo partita. Tirando le somme, sono contento di come stanno andando le cose. La squadra ha ripreso a far punti e ci stiamo pian piano risollevando”.

Il Mantova è a metà classifica. Avete qualche rimpianto?
“No, assolutamente. La società a inizio stagione ha vissuto momenti difficili con un cambio di proprietà e questo ha inciso anche sui risultati in campo. Adesso le cose vanno bene  e credo che possiamo ancora migliorare”.

Lei ha fatto tutta la trafila delle giovanili della Juventus. Cosa le hanno lasciato quegli anni in bianconero?
“Uscire dalla primavera della Juve ti prepara come uomo e come calciatore. La cosa più bella è stato crescere guardando grandi campioni, con strutture all’avanguardia e tanta organizzazione. A Torino ti seguono in tutto e per tutto. Il problema è quando vai fuori a giocare e non ritrovi più quell’ambiente. La Juve ti dà tanto e poi non è bello rinunciarci”.

Lei ha 23 anni. Sente ancora il peso del cognome che porta?
“Ormai c’ho fatto l’abitudine, non la vedo più come un problema. Se giochi male, chiamarsi Boniperti è un’aggravante, se invece le cose vanno bene ti aiuta a stare sotto i riflettori. È la doppia faccia del mio cognome”.

Giampiero, suo nonno, la chiama prima delle partite?
“No, cerca di lasciarmi tranquillo. Ci sentiamo sempre dopo perché vuol sapere com’è andata, gli piace farsi raccontare. Purtroppo non ci vediamo spessissim, ma so che lui mi è vicino, soprattutto adesso qui a Mantova, dove per me, dopo gli infortuni, sta iniziando una nuova carriera”.

Suo nonno è mai venuto a vederla a Mantova?
“No, mai. Ha 86 anni e farebbe fatica. E poi soffre vedermi giocare, molto più di quando era lui a scendere in campo”.

Quando finisce una partita lei chiede prima cos’ha fatto la Juve o si interessa alle dirette concorrenti del Mantova?
“In genere penso prima al Mantova, poi chiedo cos’ha fatto la Juve”.

Fino a pochi mesi fa il suo cartellino era del Parma. Si aspettava una situazione così grave?
“Sapevamo che il momento non era dei migliori”.

Per questo ha rescisso in contratto con loro?
“No, sono andato via per rimettermi in gioco come calciatore. Detto ciò mi auguro che a Parma la situazione con la nuova proprietà migliori, lì ho tanti amici”.

Pronostico secco: chi vince il Girone A?
“Il Novara”.

E in Champions, passa la Juve o il Borussia Dortmund?
“Eh… A me fanno paura le squadre che vanno male in campionato e si trasformano in mine vaganti in Europa. Sono più preoccupato di quanto si dovrebbe. Però credo che possiamo farcela. L’importante sarà non subire gol nella gara d’andata allo Stadium”.