Iodice: "Non sono l'anti Lotito. Ma lui minaccia le persone"

Calcio

Luigi Caputo

Pino Iodice, il dirigente dell'Ischia che ha registrato la telefonata con Lotito
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L'INTERVISTA. Il direttore generale dell'Ischia confessa che non scenderà in campo contro il presidente della Lazio: "Non mi interessa fare politica nel calcio". Sul consenso di Lotito: "Bisognava far conoscere il suo metodo"

Il cellulare non squilla molto. Pino Iodice risponde subito, con voce ferma.

Direttore Iodice, lei ha paura?
"Ho paura solo di Dio. E poi scusi, chi dovrei temere?"

Ha sfidato poteri forti...
"No, per me Lotito è solo un dirigente, il presidente della Lazio e il proprietario dellla Salernitana"

Sente che la sua carriera è a rischio?
"Non temo queste ripercussioni. Ho sempre lavorato per il bene delle mie società e del calcio. Se ho agito in quel modo è perché credo che il sistema sia in pericolo con uno come lui".

Ecco, perché ha diffuso quella telefonata?
"Io e l'amministratore dell'Ischia abbiamo ricevuto delle pressioni intollerabili. Lotito è arrivato a chiamarci in modo ossessivo sui nostri cellulari. Voleva che appoggiassimo il suo programma per la Lega Pro. E' stato uno stalking vero e proprio".

E' bastato questo?
"No, perché l'abbiamo invitato a desistere, ma lui non ha smesso. E' arrivato addirittura a minacciarci. Ma non siamo stati gli unici a cui è stato riservato questo trattamento. Anche altri miei colleghi hanno ricevuto pressioni. Allora ho deciso che bisogna far sapere a tutti quale sia il metodo che Lotito applica per raccogliere consenso".

Non sarebbe stato meglio rivolgersi alla Procura Federale?
"Lo so, ho seguito una procedura poco ortodossa. Penso però che non possiamo aspettare i tempi biblici della giustizia sportiva. Bisogna agire subito, non abbiamo tanto tempo".

Tempo per cosa?
"Lotito vuole avere il controllo del calcio italiano. Vuole decidere sulla serie A, sulla B e sulla Lega Pro. Il suo obiettivo è instaurare un suo centro di potere nel calcio, accentrarlo tutto nelle sue mani. Credo che un consigliere federale non possa permettersi di arrivare alle minacce, di provare a cambiare la volontà degli altri. Bisogna fermare tutto questo, bisogna ridare dignità alla Lega Pro e al calcio italiano in generale. Non possiamo essere governati da questi giochi di potere".

Direttore, questo mi sembra l'inizio di un programma politico. Vuole scendere in campo contro Lotito?
"Assolutamente no, non mi interessa fare politica nel calcio. Non sono interessato alle poltrone. Ho solo voluto dare un segnale, spaccare il muro di omertà che impediva a tanti miei colleghi di denunciare le pressioni che subivano".

Ma se lei non si mette in gioco chi dovrebbe essere l'anti Lotito?
"Questo non sta a me dirlo. Di sicuro occorrono misure forti. Personalmente penso che a questo punto solo il governo possa fare qualcosa".

Addirittura?
"Sì, è evidente che il calcio italiano non è governato democraticamente. Non siamo capaci di metterci mano. Quindi auspico l'intervento del sottosegretario Del Rio".

Lotito fa riferimento spesso al suo passato, ma cosa potrebbe nascondere Pino Iodice nel suo armadio?

"Lotito non ha argomenti per controbattere, per questo parla del mio curriculum e delle mie esperienze. Lo trovo vergognoso".

L'ultima assemblea della Lega Pro si è trasformata in una bagarre. Ventinove società su sessanta hanno deciso di contestare la linea Lotito. Qualcosa sta già cambiando?
"Sicuramente il mio gesto ha aiutato a rendere pubblico il dissenso. Il risultato è che ora la Lega Pro è spaccata. Questo dovrebbe indurre alcune persone a dimettersi".

Tipo quelle toccate dai giudizi di Lotito durante la telefonata?
"Esatto".

Lei ha provato ad abbattere un muro, però se tutto questo presto finisse nel dimenticatoio...
"Lo so. Infatti si sta cercando di spostare l'attenzione su ciò che ho fatto più che sul contenuto della telefonata. Non vorrei che si compisse questo passaggio. Ecco di cosa ho paura".