Razzismo, Lineker e Raiola: Sacchi si vergogni. Caos social

Calcio
Arrigo Sacchi, ex ct della Nazionale, ha lasciato nel 2014 il ruolo di responsabile tecnico delle giovanili azzurre (Getty Images)
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Nonostante la spiegazione dell'ex ct ("Pensieri non miei") è polemica sulle dichiarazioni post Viareggio: "Italia senza dignità, troppi ragazzi di colore nei settori giovanili". Il sottosegretario Del Rio: "Grave errore". Battaglia di numeri sui social

"Non parlerò più con la stampa. Sono state riportate frasi pronunciate in un discorso di un quarto d'ora per attribuirmi pensieri non miei. Io 30 anni fa avevo in squadra giocatori di colore e ora mi vedo dipinto come un razzista...". Così Arrigo Sacchi, interpellato dall'Ansa, sulla polemica sorta per le sue dichiarazioni sui troppi stranieri nelle squadre italiane. L'ex ct non ha voluto commentare oltre la vicenda.

Come sono andati i fatti - Il contesto era quello della finale del Torneo di Viareggio, vinto dall'Inter per 2-1 in finale sul Verona. A margine dell'incontro, Arrigo Sacchi si è lasciato andare a una riflessione che, a conti fatti, gli si è ritorta contro: "L'Italia non ha dignità, non ha orgoglio: non è possibile vedere squadre con 15 stranieri, nelle nostre giovanili ci sono troppi giocatori di colore". L'ex ct ha poi corretto il tiro, ma non troppo: "Non sono certo razzista e la mia storia di allenatore lo dimostra, a partire da Rijkaard, ma a guardare il Torneo di Viareggio mi viene da dire che ci sono troppi giocatori di colore, anche nelle squadre Primavera". Inutile dire che le frasi dell'ex ct azzurro, nonché ex responsabile dell'area tecnica della Figc proprio per le nazionali giovanili, abbiano avuto un'eco internazionale. Tutti i principali media hanno rilanciato l'infelice uscita di Sacchi, dando ampio risalto alla questione. Lineker e Raiola all'attacco - In giornata sono arrivate critiche sferzanti nei confronti di Sacchi. I maggiori accusatori sono stati l'ex centravanti della nazionale inglese, Gary Lineker, e il procuratore Mino Raiola. Entrambi hanno utilizzato Twitter per manifestare il proprio dissenso nei confronti delle parole dell'ex ct. Lineker ha twittato un laconico: "Ci sono troppi razzisti nel calcio italiano". Raiola invece ha rincarato la dose: "Sacchi si vergogni per quello che ha detto, io intanto mi vergogno di essere suo connazionale. Intervenga l'Aic a tutela dei ragazzi di colore. E parla proprio lui che ha vinto solo grazie ai calciatori di colore". Samaden: "Il nostro lavoro radicato sul territorio" - Roberto Samaden, responsabile del settore giovanile dell'Inter, è intervenuto a Sky Sport 24 sulla vicenda: "Noi abbiamo 265 tesserati e solo 15 di questi provengono da federazioni straniere. Abbiamo un lavoro radicato sul territorio. Avevamo 8 giocatori del Viareggio che sono partiti dai Pulcini. Nella partita tra Italia e Danimarca Under 21 c'erano 7 giocatori del nostro Settore Giovanile. Sono sicuro che mister Sacchi non ha voluto assolutamente toccare il tasto dei giocatori di colore". L'Inter risulta la squadra primavera con il maggior numero di stranieri: ieri nella finale del Viareggio ne sono stati impiegati sei.

Social, reazioni diverse - Sui social tante le reazioni all'uscita di Sacchi. C'è chi lo perdona per il fuoripista ("doveva dire stranieri, non di colore"), ma accoglie con favore il tentativo di dare maggiore spazio ai giovani italiani e chi, invece, fa notare con numeri e dati come l'accusa di Sacchi sia infondata. E, che, soprattutto, l'espressione "di colore" è anacronistica: basti guardare a Ogbonna, Balotelli e Okaka, tutti italiani nel giro della Nazionale. L'intervento del governo - "Grave errore la frase di Sacchi". Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo sport, Graziano Del Rio, ha reagito così alle dichiarazioni dell’ex ct. "Ci sono calciatori italianissimi anche se hanno i genitori stranieri", spiega. "E' un grave errore la frase detta da Arrigo Sacchi sulle giovanili, perché non legge la realtà del nostro Paese. L'Italia di 30 anni fa non è l'Italia di oggi, dove ci sono giovani calciatori cittadini italianissimi di fatto o di diritto, visto che sono nati e cresciuti in Italia anche se hanno genitori di origine straniera. Non è certo dal tema del colore della pelle che occorre partire se si vogliono rivitalizzare i vivai", conclude Del Rio.