Scommesse, l'ombra della 'ndràngheta su Lega Pro e Serie D
CalcioArresti e perquisizioni per dirigenti, allenatori, giocatori. Sarebbero coinvolti molti club, tra cui Pro Patria, Barletta, Brindisi, L'Aquila, Torres, Sorrento, Puteolana e Akragas. Tra gli indagati, al momento sono 5 i latitanti
Bufera calcioscommesse su Lega Pro e Serie D. La Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha disposto 49 fermi nei confronti di calciatori, dirigenti e presidenti con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Tra i fermati 4 presidenti di societa' di calcio, undici dirigenti, 12 calciatori (in attività ed ex), un magazziniere e diversi finanziatori, sia italiani che esteri. In totale oltre 70 gli indagati, più di 30 le squadre coinvolte, decine le partite truccate. L'indagine della Polizia di Stato avrebbe accertato l'esistenza di due associazioni criminali in grado di alterare i risultati degli incontri.
Dalla Figc - Il procuratore federale Stefano Palazzi ha preso contatto con la Dda di Catanzaro per avere informazioni sull'inchiesta sul calcioscommesse. Inoltre sempre oggi sei avvisi di conclusione delle indagini preliminari sono stati notificati dagli agenti della Digos di Brindisi a un ex presidente del Brindisi Calcio, Roberto Quarta, ad alcuni tesserati e ad esponenti della tifoseria locale. Si tratta di un'inchiesta, precedente a quella di Catanzaro, che riguarda due presunti tentativi di "combine".
Un "nuovo romanzo criminale" – I protagonisti arrecano "danno economico, si fanno beffa delle passioni di quanti seguono la propria squadra del cuore e ledono gli investimenti di denaro e speranze che impegnano le famiglie dei ragazzi che si affacciano al mondo del calcio". Lo scrive il pm nel decreto di fermo Dirty soccer. "Un mondo malato, quello del calcio - prosegue il magistrato - gestito dagli indagati, dove la fragilità di giocatori, sedotti dal mito del guadagno rapido e facile, ovvero dalla prospettiva di ingaggi con altre squadre, si intreccia con la spietatezza di scaltri dirigenti sportivi e con la criminalità organizzata, passando attraverso l'indifferenza delle società calcistiche. Il dato più raccapricciante che emerge è quello consistente nell'amara quanto palese constatazione di cosa sia diventato lo sport calcistico gestito dagli indagati, in cui emergono palesemente le condotte di tali direttori sportivi, presidenti e manager calcistici che ormai concepiscono la gestione delle proprie società o di quelle da acquisire di volta in volta, esclusivamente come una 'fonte di reddito' derivante dalle scommesse che essi stessi piazzano e fanno piazzare sulle partite che sono stati in grado di truccare". Il calcioscommesse "è la patologica conseguenza del tramonto della vecchia innocente schedina. Urge evidentemente una riforma radicale della normativa che regolamenta tali tipologie di scommesse che hanno finito per inquinare il mondo sportivo ad esse collegato". Scrive ancora il pm di Catanzaro nel decreto di fermo Dirty soccer.
Arresto a casa di Acquah - E' stato arrestato a casa del giocatore della Sampdoria Afriyie Acquah, a Nervi, il calciatore ghanese del Santarcangelo di Romagna Francis Obeng. Il calciatore è indagato con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Solo per caso si trovava a Genova. L'amico che lo ospitava non è coinvolto nell'inchiesta della procura di Catanzaro che ha portato a perquisizioni e arresti.
Le squadre coinvolte - Riguardano dunque dirigenti, allenatori e calciatori di squadre di Lega Pro e Lega D. Coinvolte nel giro di partite truccate sarebbero diverse squadre fra le quali Pro Patria, Barletta, Brindisi, L'Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor-Lametia, Santarcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas e San Severo.
L'ombra della ndràngheta - Un boss amico dei presidenti? Pietro Iannazzo, il presunto capo dell'omonima cosca della 'ndràngheta intratteneva rapporti con presidenti delle per alterare i risultati. Anche quanto è emerso dall'inchiesta "Dirty soccer" condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Dda di Catanzaro. E' proprio intercettando alcuni colloqui di Iannazzo che gli investigatori hanno ricostruito il giro di scommesse. Iannazzo, arrestato giovedì scorso, dalle cui intercettazioni l'inchiesta ha preso il via. Ci sarebbe anche un poliziotto.
Fermato anche un sovraintendente di Polizia - Era in servizio alla questura di Ravenna da poco tempo Alberto Scarnà, il 42enne sovrintendente di Polizia originario di Cosenza fermato nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse della procura di Catanzaro. Scarnà, prima di arrivare a Ravenna, aveva prestato servizio nella sezione di Polizia Stradale di Cesena. La misura è stata eseguita dalla Squadra Mobile che ha fermato anche un altro ravennate, il 52enne Raffaele Poggi, di Riolo Terme.
La conferenza stampa - I dettagli dell'operazione della Polizia che ha portato alla scoperta di due organizzazioni che avrebbero truccato decine di partite dei campionati di Lega Pro e serie D sono stati resi noti nella conferenza stampa a cui hanno partecipato il procuratore capo di Catanzaro Vincenzo Lombardo, il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, il questore Racca, il direttore dello Sco Renato Cortese, il dirigente della squadra mobile di Catanzaro Rodolfo Ruperti e il dirigente della prima Divisione dello Sco Andrea Grassi.
Due perquisizioni e un arresto a Genova - Sempre ell'ambito dell'inchiesta della procura di Catanzaro sulle partite della Lega Pro, perquisizioni sono state effettuate nelle abitazioni del presidente del Barletta Calcio, ex del RapalloBogliasco Calcio, a Bogliasco, Giuseppe Perpignano, 49 anni, e dell'ex calciatore dilettantistico e collaboratore tecnico del Savona calcio Massimiliano Solidoro, 42 anni. Sono accusati di frode sportiva. In manette è finito un giocatore ghanese del Sant'Arcangelo che solo per caso si trovava a Genova. Perquisizioni, sequestri e l'arresto sono stati operati dagli agenti della squadra mobile della polizia di Genova su delega del tribunale di Catanzaro.
Fermato l'allenatore del Barletta - Ninni Corda è stato fermato nell'ambito dell'inchiesta calcioscommesse della Procura di Catanzaro. Corda, 40enne originario di Nuoro, è arrivato sulla panchina barlettana (Lega Pro) a metà del girone di ritorno. Su nove partite giocate dalla squadra che Corda ha allenato, tre, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbero quelle incriminate (Barletta-Catanzaro, 1-1; Aversa-Barletta, 0-1; Barletta-Vigor Lamezia, 3-3).
L'Aquila Calcio, un fermo - "E' una cosa gravissima, se questo è il calcio è uno schifo. Augurandoci che non sia così, la notizia è un incubo per noi e per la società". Così il vice presidente dell'Aquila, Massimo Mancini, con parole miste a sorpresa, sgomento e amarezza, sull'inchiesta che ha coinvolto anche il club abruzzese, con il fermo del responsabile dell'area tecnica, Ercole di Nicola. "Non sapevamo nulla, aspettiamo di capire di più". TUTTI I NOMI DELL'INCHIESTA
L'assocalciatori - "Aprire alle scommesse il mondo dei dilettanti è stato un rischio, perché ci sono oltre 160 squadre e le partite non sono trasmesse, quindi sono difficili da controllare": così Damiano Tommasi (Aic) sull'inchiesta sul calcioscommesse. "Il nostro mondo è allettante per chi persegue il malaffare. Serve chiarezza nel più breve tempo possibile".
L'Assoallenatori - "Se il quadro è questo è una situazione drammatica". E' quanto afferma Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione italiana allenatori, che all'Adnkronos commenta l'inchiesta "Dirty Soccer". "Probabilmente in situazioni di questo genere servirebbe un intervento sulla gestione dei campionati con maggiori controlli -aggiunge- Quella delle serie minori è una realtα difficilissima dal punto di vista economico, si conosce in quali situazioni versano i club di Lega Pro e Serie D. Bisognerà effettuare controlli perché se il quadro è questo, che sembra di pi∙ ampi contorni nei numeri, ci troviamo di fronte a una situazione di assoluta emergenza".
Dalla Figc - Il procuratore federale Stefano Palazzi ha preso contatto con la Dda di Catanzaro per avere informazioni sull'inchiesta sul calcioscommesse. Inoltre sempre oggi sei avvisi di conclusione delle indagini preliminari sono stati notificati dagli agenti della Digos di Brindisi a un ex presidente del Brindisi Calcio, Roberto Quarta, ad alcuni tesserati e ad esponenti della tifoseria locale. Si tratta di un'inchiesta, precedente a quella di Catanzaro, che riguarda due presunti tentativi di "combine".
Un "nuovo romanzo criminale" – I protagonisti arrecano "danno economico, si fanno beffa delle passioni di quanti seguono la propria squadra del cuore e ledono gli investimenti di denaro e speranze che impegnano le famiglie dei ragazzi che si affacciano al mondo del calcio". Lo scrive il pm nel decreto di fermo Dirty soccer. "Un mondo malato, quello del calcio - prosegue il magistrato - gestito dagli indagati, dove la fragilità di giocatori, sedotti dal mito del guadagno rapido e facile, ovvero dalla prospettiva di ingaggi con altre squadre, si intreccia con la spietatezza di scaltri dirigenti sportivi e con la criminalità organizzata, passando attraverso l'indifferenza delle società calcistiche. Il dato più raccapricciante che emerge è quello consistente nell'amara quanto palese constatazione di cosa sia diventato lo sport calcistico gestito dagli indagati, in cui emergono palesemente le condotte di tali direttori sportivi, presidenti e manager calcistici che ormai concepiscono la gestione delle proprie società o di quelle da acquisire di volta in volta, esclusivamente come una 'fonte di reddito' derivante dalle scommesse che essi stessi piazzano e fanno piazzare sulle partite che sono stati in grado di truccare". Il calcioscommesse "è la patologica conseguenza del tramonto della vecchia innocente schedina. Urge evidentemente una riforma radicale della normativa che regolamenta tali tipologie di scommesse che hanno finito per inquinare il mondo sportivo ad esse collegato". Scrive ancora il pm di Catanzaro nel decreto di fermo Dirty soccer.
Arresto a casa di Acquah - E' stato arrestato a casa del giocatore della Sampdoria Afriyie Acquah, a Nervi, il calciatore ghanese del Santarcangelo di Romagna Francis Obeng. Il calciatore è indagato con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Solo per caso si trovava a Genova. L'amico che lo ospitava non è coinvolto nell'inchiesta della procura di Catanzaro che ha portato a perquisizioni e arresti.
Le squadre coinvolte - Riguardano dunque dirigenti, allenatori e calciatori di squadre di Lega Pro e Lega D. Coinvolte nel giro di partite truccate sarebbero diverse squadre fra le quali Pro Patria, Barletta, Brindisi, L'Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor-Lametia, Santarcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas e San Severo.
L'ombra della ndràngheta - Un boss amico dei presidenti? Pietro Iannazzo, il presunto capo dell'omonima cosca della 'ndràngheta intratteneva rapporti con presidenti delle per alterare i risultati. Anche quanto è emerso dall'inchiesta "Dirty soccer" condotta dalla polizia di Stato e coordinata dalla Dda di Catanzaro. E' proprio intercettando alcuni colloqui di Iannazzo che gli investigatori hanno ricostruito il giro di scommesse. Iannazzo, arrestato giovedì scorso, dalle cui intercettazioni l'inchiesta ha preso il via. Ci sarebbe anche un poliziotto.
Fermato anche un sovraintendente di Polizia - Era in servizio alla questura di Ravenna da poco tempo Alberto Scarnà, il 42enne sovrintendente di Polizia originario di Cosenza fermato nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse della procura di Catanzaro. Scarnà, prima di arrivare a Ravenna, aveva prestato servizio nella sezione di Polizia Stradale di Cesena. La misura è stata eseguita dalla Squadra Mobile che ha fermato anche un altro ravennate, il 52enne Raffaele Poggi, di Riolo Terme.
La conferenza stampa - I dettagli dell'operazione della Polizia che ha portato alla scoperta di due organizzazioni che avrebbero truccato decine di partite dei campionati di Lega Pro e serie D sono stati resi noti nella conferenza stampa a cui hanno partecipato il procuratore capo di Catanzaro Vincenzo Lombardo, il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, il questore Racca, il direttore dello Sco Renato Cortese, il dirigente della squadra mobile di Catanzaro Rodolfo Ruperti e il dirigente della prima Divisione dello Sco Andrea Grassi.
Due perquisizioni e un arresto a Genova - Sempre ell'ambito dell'inchiesta della procura di Catanzaro sulle partite della Lega Pro, perquisizioni sono state effettuate nelle abitazioni del presidente del Barletta Calcio, ex del RapalloBogliasco Calcio, a Bogliasco, Giuseppe Perpignano, 49 anni, e dell'ex calciatore dilettantistico e collaboratore tecnico del Savona calcio Massimiliano Solidoro, 42 anni. Sono accusati di frode sportiva. In manette è finito un giocatore ghanese del Sant'Arcangelo che solo per caso si trovava a Genova. Perquisizioni, sequestri e l'arresto sono stati operati dagli agenti della squadra mobile della polizia di Genova su delega del tribunale di Catanzaro.
Fermato l'allenatore del Barletta - Ninni Corda è stato fermato nell'ambito dell'inchiesta calcioscommesse della Procura di Catanzaro. Corda, 40enne originario di Nuoro, è arrivato sulla panchina barlettana (Lega Pro) a metà del girone di ritorno. Su nove partite giocate dalla squadra che Corda ha allenato, tre, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbero quelle incriminate (Barletta-Catanzaro, 1-1; Aversa-Barletta, 0-1; Barletta-Vigor Lamezia, 3-3).
L'Aquila Calcio, un fermo - "E' una cosa gravissima, se questo è il calcio è uno schifo. Augurandoci che non sia così, la notizia è un incubo per noi e per la società". Così il vice presidente dell'Aquila, Massimo Mancini, con parole miste a sorpresa, sgomento e amarezza, sull'inchiesta che ha coinvolto anche il club abruzzese, con il fermo del responsabile dell'area tecnica, Ercole di Nicola. "Non sapevamo nulla, aspettiamo di capire di più". TUTTI I NOMI DELL'INCHIESTA
L'assocalciatori - "Aprire alle scommesse il mondo dei dilettanti è stato un rischio, perché ci sono oltre 160 squadre e le partite non sono trasmesse, quindi sono difficili da controllare": così Damiano Tommasi (Aic) sull'inchiesta sul calcioscommesse. "Il nostro mondo è allettante per chi persegue il malaffare. Serve chiarezza nel più breve tempo possibile".
L'Assoallenatori - "Se il quadro è questo è una situazione drammatica". E' quanto afferma Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione italiana allenatori, che all'Adnkronos commenta l'inchiesta "Dirty Soccer". "Probabilmente in situazioni di questo genere servirebbe un intervento sulla gestione dei campionati con maggiori controlli -aggiunge- Quella delle serie minori è una realtα difficilissima dal punto di vista economico, si conosce in quali situazioni versano i club di Lega Pro e Serie D. Bisognerà effettuare controlli perché se il quadro è questo, che sembra di pi∙ ampi contorni nei numeri, ci troviamo di fronte a una situazione di assoluta emergenza".