Catania, partite comprate: 7 arresti. Pulvirenti: "Estraneo"

Calcio
Antonio Pulvirenti e gli altri arrestati

La Polizia ha arrestato il presidente e alcuni dirigenti del club siciliano. Sarebbero 5 le partite di B accomodate per salvare la squadra dalla retrocessione. Il Procuratore Salvi: "Pagate ingenti somme di denaro". Si muove la giustizia sportiva

La Polizia ha eseguito sette ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dirigenti del Catania che avrebbero comprato alcune partite del campionato di calcio Serie B appena concluso, per consentire alla squadra di vincere ed evitare così la retrocessione. Gli arresti sono scattati nei confronti del presidente del club, Antonio Pulvirenti, dell'amministratore delegato Pablo Cosentino, dell'ex ds Daniele Delli Carri e di altre quattro persone legate al club, tra cui due procuratori sportivi. La Procura di Catania starebbe vagliando la posizione di alcuni di loro alla luce di intercettazioni telefoniche eseguite dalla polizia di Stato e confluite nel fascicolo. Gli unici indagati del Catania sono i tre agli arresti domiciliari: Pulvirenti, Cosentino e Delli Carri, appunto.

Le parole del Procuratore Salvi - "Riteniamo che almeno 5 partite, forse 6, siano state truccate attraverso il pagamento di somme di denaro. Naturalmente lavoriamo anche sull'ipotesi che questo abbia delle implicazioni sulle scommesse clandestine. Infatti sono stati anche segnalati degli improvvisi sbalzi nelle quotazioni che possono indicare operazioni anomale derivanti dalla conoscenza e dalla consapevolezza che il risultato sarebbe stato già noto". Lo ha affermato il Procuratore della Repubblica Giovanni Salvi a Catania durante la conferenza stampa sugli arresti che hanno coinvolto, tra gli altri, i vertici del Calcio Catania. L'operazione è stata denominata "I treni del gol". Antonio Pulvirenti era "il magistrato", "l'udienza" o "la causa" era invece il modo in cui veniva indicato al telefono l'incontro da truccare grazie "al treno", vale a dire il calciatore che si sarebbe prestato alla truffa. Dalle intercettazioni dell'inchiesta della Polizia che ha portato agli arresti dei dirigenti del Catania, emerge il linguaggio utilizzato dagli indagati per parlare delle partite da comprare. Un linguaggio studiato nei minimi dettagli tanto che Pulvirenti e gli altri, quando dovevano discutere tra loro del prezzo per corrompere i calciatori, usavano la formula "tariffa o parcella dell'avvocato", mentre per indicare il numero di maglia del giocatore che era stato agganciato usavano la frase "l'orario del treno o il binario".

L'ipotesi di "associazione a delinquere"
- Secondo l'accusa vi sono dunque "importanti elementi" che sostengono l'esistenza di un'associazione per delinquere con una struttura "organizzativa stabile" in cui ognuno aveva il suo ruolo, finalizzata "a realizzare una serie indeterminata di delitti di frode in competizioni sportive e di truffe". L'origine dell'associazione, secondo gli investigatori, risale a marzo 2015 dopo la sconfitta subita dal Catania in casa contro la Virtus Entella; sconfitta che aveva portato gli etnei in piena zona retrocessione. A quel punto i vertici della società, il presidente Pulvirenti, il direttore sportivo Delli Carri e l'ad Cosentino, si sarebbero attivati, prendendo contatti con gli altri indagati, per far vincere il Catania. L'indagine avrebbe inoltre accertato che il gruppo aveva "consistenti risorse economiche" messe a disposizione dall'agente di scommesse on line Impellizzeri. Ad avvicinare i calciatori ritenuti disposti a vendere le proprie prestazioni ci pensava invece il procuratore e agente Fifa Arbotti, che vantava "contatti e rapporti di conoscenza" nell'ambiente.

Inchiesta nata dalle paure di Pulvirenti -  "L'inchiesta nasce dal fatto che il presidente del Catania Calcio Pulvirenti era pressato dai tifosi e temeva anche per la sua incolumità; per questo motivo si è rivolto alla Procura - ha spiegato ancora Salvi - Le indagini hanno poi preso un filone diverso che ci ha portato a questo risultato, cioè all'individuazione di cinque partite, quasi tutte consecutive, che sono state comprate con i risultati in favore del Catania".

Dopo la salvezza si puntava ai playoff - "Durante le indagini è emerso che l'organizzazione criminosa nata per salvare il Catania, una volta raggiunto l'obiettivo, si era spinta addirittura nel cercare la qualificazione ai play off e successivamente nel combinare risultati per scommesse sicure, fino a raggiungere poste che raggiungevano anche 15 volte la puntata stessa". Lo ha detto e spiegato in conferenza stampa a Catania il Questore Marcello Cardona.

Pulvirenti si difende - "Estraneo" alle accuse contestate e "certo di potere dimostrare la totale estraneità ai fatti". E' la posizione del presidente del Catania, Antonino Puvirenti, che attraverso il suo avvocato, il professore Giovanni Grasso, esprime "massima fiducia nella magistratura". "Abbiamo la massima fiducia nella magistratura catanese - afferma ancora l'avvocato - il presidente è certo di poter dimostrare la sua totale estraneità ai fatti. Il presidente - annuncia il legale - intende prendere delle decisioni immediate sul suo ruolo nella Società Calcio Catania spa, al fine di potersi difendere con la massima serenità e di salvaguardare gli interessi della società sportiva".

Le partite oggetto d'inchiesta - Le partite del Catania nell'occhio del ciclone sono le ultime otto del campionato di Serie B. Ma solo per cinque di queste gli inquirenti ritengono di avere trovato riscontri oggettivi della corruzione dei giocatori:
Varese-Catania 0-3 del 2 aprile 2015
Catania-Trapani 4-1 del 11 aprile 2015
Latina-Catania 1-2 del 19 aprile 2015
Catania-Ternana 2-0 del 24 aprile 2015
Catania-Livorno 1-1 del 2 maggio 2015

Come venivano accomodate le partite - Dall'ordinanza firmata dal gip Fabio Di Giacomo, emerge che il Catania, tramite Giovanni Impellizzeri, un agente di scommesse che è tra i 7 arrestati e che avrebbe agito come finanziatore, avrebbe pagato da dieci a ventimila euro a ciascun giocatore corrotto per ogni singola partita truccata. Le somme versate da Impellizzeri sarebbero poi rientrate con le scommesse sulle gare il cui risultato era stato già "sistemato" e sulle quali si puntava quindi a colpo sicuro. Il tramite con i giocatori sarebbe stato il procuratore calcistico Fernando Arbotti, pure lui arrestato, che avrebbe consegnato somme che vertevano sui diecimila euro a ciascun giocatore per ogni singola partita.



Gli altri indagati -  Tra gli indagati nell'operazione "I treni del gol" vi sono anche il proprietario ed il direttore sportivo del Messina calcio Pietro Lo Monaco e Fabrizio Ferrigno, l'ad del Messina Calcio Alessandro Failla, il calciatore del Livorno Alessandro Bernardini, del Varese Riccardo Fiamozzi, del Trapani Luca Pagliarulo e Matteo Bruscaggin.

L'inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catania. I dirigenti arrestati sono accusati, a vario titolo, di frode in competizioni sportive e truffa: avrebbero comprato le partite alterando così i risultati degli incontri della squadra e l'esito stesso del campionato. Perquisizioni da parte della Polizia anche a Roma, Chieti, Campobasso e Catania nell'ambito dell'indagine nei confronti di alcuni dirigenti siciliani.L'uscita dalla questura di Catania del presidente Pulvirenti.

Posted by Sicra Produzioni Giornalistiche on Martedì 23 giugno 2015

Si muove la giustizia sportiva -
Il capo della procura della Figc, Stefano Palazzi, ha aperto un procedimento sul caso Catania, che ha portato oggi all'arresto del presidente Pulvirenti per presunta compravendita di partite del campionato di Serie B. Palazzi ha chiesto alla Procura della città siciliana gli atti dell'inchiesta.