Sfida a panchine invertite: se Milan e Napoli si scambiano gli allenatori
CalcioIn estate Mihajlovic sembrava destinato alla panchina del Napoli, mentre Sarri è stato ad un passo dai rossoneri: adesso la sfida "incrociata". Ecco come sarebbero oggi le loro squadre se il destino non avesse cambiato le loro destinazioni
“Sarri a un passo dal Milan, incontro decisivo nella notte”. “Mihajlovic è il nuovo allenatore del Napoli, manca solo la firma”. Ricordate? Finte e controfinte del mercato estivo, che vive di tormentoni e frasi fatte e che poi, con un doppio passo alla Ronaldo, spiazza tutti e ribalta in un colpo solo i destini di due uomini e, di conseguenza, di due squadre.
Sarri è passato dall’essere il “nuovo Sacchi” al post-Benitez, l’uomo scelto da De Laurentiis per un Napoli più “pane e salame” (non ditelo a Benitez…). Sinisa, al contrario, ha conquistato Berlusconi con la sua risolutezza, nonostante il passato nerazzurro. “Scambio” avvenuto e così, per Milan-Napoli, ognuno dei due si troverà ad affrontare la propria “ex-futura squadra”. Ma se invece il mercato avesse seguito due binari dritti, che squadre sarebbero oggi Milan e Napoli? Abbiamo provato a ipotizzarlo, così, per gioco.
Il Milan di Sarri
Partiamo dalle certezze dell’attacco: Bacca e Luiz Adriano sono due acquisti a cui nessun allenatore avrebbe detto di no. Entrambi blitz di Galliani che anche Sarri, dunque, si sarebbe trovato in rosa. Diverso il discorso relativo a Balotelli, arrivato a fine mercato in seguito a un “incontro segreto” con Mihajlovic in un parcheggio di Firenze, in cui SuperMario avrebbe promesso di abbandonare creste e comportamenti da bad boy. Più che a una chiacchierata, però, ci viene da pensare a un faccia a faccia schietto e diretto, in cui il rude Sinisa detta le sue leggi e Mario a testa bassa promette di fare il bravo. Però, come insegna il giovane McFly che rischia di sparire un pezzo alla volta in “Ritorno al futuro”, niente Sinisa niente “chiacchierata” niente Balotelli al Milan. Onestamente non ce lo vediamo proprio Sarri chiuso in un’auto coi finestrini oscurati che fa la predica a un ragazzino.
Ben diverso il discorso relativo al trequartista, grande punto di domanda nel Milan attuale: Sarri avrebbe fatto carte false per riportare Saponara in rossonero, destinando a lui il tesoretto speso per Romagnoli (preteso da Mihajlovic ad ogni costo) o Bertolacci. A organizzare il gioco, non c’è neanche bisogno di dirlo, il fido Valdifiori, l’uomo che meglio di chiunque altro sa trasferire sul campo il pensiero del suo mister prediletto. Con lui, in una mediana tutta italiana che avrebbe fatto piacere a Berlusconi, Bonaventura e Montolivo. Ecco, Berlusconi: di certo, rivedendo in Sarri il “suo” Sacchi, lo avrebbe riempito di “consigli”. Per cui Mexes, che con Sinisa ha firmato il rinnovo ma non vede mai il campo, sarebbe stato rilanciato in mezzo alla difesa insieme a Zapata, coppia abilissima anche in fase offensiva, ideale dunque per sfruttare quegli schemi da palla inattiva di cui il quadernino di Sarri è ricchissimo. Sulle fasce Hysaj, altro fedelissimo, e De Sciglio, ragazzo da valorizzare come il tecnico napoletano fece ad Empoli con praticamente mezza rosa.
Il Napoli di Mihajlovic
Potete scommetterci: Romagnoli al Napoli sarebbe stato il grande tormentone dell’estate. Il giocatore, in realtà, era stato “sondato” dal club di De Laurentiis, declinando però l’invito: con Mihajlovic in panca, però, il Napoli avrebbe avuto un argomento molto valido per convincerlo e probabilmente ci sarebbe riuscito. Al suo fianco, per crescere al meglio, l’esperto e rude-quanto-piace-a-Sinisa Albiol: non esattamente un fenomeno di rapidità, ma nemmeno Mihajlovic lo era e in difesa ci stava eccome. De Silvestri e Obiang in arrivo dalla Samp (Sinisa li aveva messi veramente nella sua lista dei desideri, quando sembrava destinato al Napoli), così come Soriano, affare sfumato all’ultimo minuto per la solita questione relativa ai diritti d’immagine. Adesso provate a pensare alla faccia di Sinisa quando gli viene detto che Soriano non si può prendere perché ci sono problemi relativi ai diritti d’immagine: uno che ha convinto Berlusconi a sborsare 25 milioni per Romagnoli avrebbe trovato sicuramente il modo per far “dimenticare” a De Laurentiis l’esistenza di quella clausola del contratto. La mediana di Mihajlovic non prevede per forza un grande pensatore: alla Samp puntava tutto sulla concretezza di tre a scelta tra Obiang, Acquah, Palombo e Duncan. Dovendo pescare tra quel che c’è già in casa, dunque, più probabile il rilancio di David Lopez che di Jorginho. L’attacco? Non c’è nemmeno da chiederlo. Ha un punto fermo, che non si chiama Higuain, bensì Gabbiadini. Quello che oggi è solo un rincalzo, con Sinisa avrebbe ritrovato un maestro (fu lui a svelargli qualche trucco dei calci piazzati) e una maglia da titolare. Forse anche McFly ci avrebbe messo la firma.