Gemignani, un mancino tutto scuola e pallone: "Vi racconto il mio Pontedera"

Calcio

Alfredo Alberico

gemignani_verticale

LA GIOVANE ITALIA. Andrea è un terzino che può giocare sia a destra che a sinistra. Arrivato in prestito dall'Empoli con il fratello Daniel, è uno studente all'ultimo anno di ragioneria che sogna la Serie A: "Ma farei anche un'esperienza all'estero"

Andrea ha un pallone davanti agli occhi. E’ lì che rotola, tra i banchi e la cattedra, fino a quando la prof non dice "Gemignani, ma a che diavolo pensi?".  Basta poco per mandare in frantumi una fantasia, un piccolo attimo di distrazione alla fine di una giornata da studente all’ultimo anno di ragioneria, quando per Andrea Gemignani, classe '96, sta invece per cominciare quella da calciatore del Pontedera. "Sì, a volte il pensiero va al calcio anche quando sono a scuola – racconta –. E' normale se si ha una passione così forte. Però so bene che l’impegno sui libri è importante, anche più dell’allenamentoche mi aspetta nel pomeriggio. Il sacrificio c’è, ma ne vale la pena".

Terzino polivalente (definizione orribile ma che rende l’idea) può giocare sia a destra, dove lo schiera l’allenatore granata Indiani, che a sinistra, dove spesso era impiegato con la Primavera dell’Empoli, club dal quale è arrivato in prestito con il fratello Daniel.

Sa difendere e attaccare. A Pontedera e dintorni giurano che il mancino di Lucca ricorda Javier Zanetti (destro naturale), quello dei primi anni in Argentina e dell’Inter di Cuper. I paragoni, però, sono sempre un azzardo, perché possono celare figuracce e creare false aspettative. Gemignani, però, che ha dalla sua anche un fisco notevole e perfetto per il calcio moderno, punta su altro: "La testa. E non mi riferisco solo all’intelligenza tattica. La concentrazione, l’impegno, il modo in cui gestiamo la fatica, è tutta una questione di testa. Se non hai queste caratteristiche, o se non ti sforzi di averle, è inutile pensare di poter fare il calciatore".

La sua, di testa, oggi è solo al Pontedera. Squadra che gioca bene, ha una buona classifica, ma non ha raccolto tutto quello che avrebbe meritato. "Sul piano del gioco - prosegue – siamo molto soddisfatti. Il lavoro che facciamo qui è stimolante, lo è il gruppo e lo è anche ricevere i consigli di un grande capitano come Vettori (difensore centrale classe '82)".