Mancio al San Paolo: dal gol alla Maradona, al City horror show 2011

Calcio

Alfredo Corallo

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Il tecnico della capolista Inter, atteso dalla super sfida del monday night, non ha una tradizione favorevole in casa del Napoli. Gli azzurri lo hanno eliminato dalla Champions quando allenava il Manchester e l'anno scorso è andato out ai quarti di Coppa Italia. Ma un suo capolavoro da giocatore lanciò la Samp verso lo scudetto...

Da allenatore dell'Inter Roberto Mancini non ha mai affrontato il Napoli in una sfida così importante come quella che lo attende lunedì sera al San Paolo. Nel suo primo ciclo interista incontrò gli azzurri soltanto in due occasioni: una vittoria a testa nel 2007-2008. Effettivamente  sembra passata una vita, ma i campani vissero in quel periodo gli anni più bui della loro storia, cominciati con la retrocessione nel 2001 (l'ultima giornata vinsero inutilmente al Franchi proprio contro la Fiorentina del Mancio), per arrivare al fallimento del 2004, quando il tecnico jesino iniziava la sua avventura nerazzurra.

 

Cavani-Higuain, qué dolor! Dovremo aspettare il 2011 per trovarli nuovamente di fronte, nel girone di Champions: pareggio a Manchester e successo casalingo dei napoletani grazie alla doppietta di Edinson Cavani che valse la qualificazione agli ottavi per la squadra di Mazzarri e costò di fatto l'eliminazione al ManCity. Quindi le tre partite della scorsa stagione, un doppio 2-2 in campionato e ancora un'eliminazione subita nei quarti della "sua" Coppa Italia con un gol di Gonzalo Higuain al 93'. Eppure, il dispiacere più grande forse lo ho dato Mancini agli avversari, una  domenica di 25 anni fa...

Una domenica pomeriggio, quando il monday night televisivo di molte famiglie italiane era ancora "narcotizzato" dalla sigla di "Lunedìfilm", con il dabdubè! in versione "scat" di Lucio Dalla e la fatale, imprescindibile pellicola di ogni inizio settimana. Malgrado non fosse lunedì il teatro era sempre quello, lo stadio San Paolo, e i protagonisti altrettanto: il Napoli e Roberto Mancini. È il 18 novembre del 1990: alla nona la Sampdoria capolista di Vujadin Boskov fa visita ai campioni d'Italia guidati da Alberto Bigon che, invece, annaspano inspiegabilmente nel limbo della classifica, già attardati dai blucerchiati di cinque lunghezze (tante, non c'erano i tre punti). Una partenza col botto - "manita" alla Juventus di Gigi Maifredi nella finale di Supercoppa italiana - e poi il crollo anche in Coppa dei Campioni, fuori ai rigori nella tormentata trasferta di Mosca, innescata da qualche "maradonata" di troppo.

Ci si rivede a Fuorigrotta. Mancini, come Luca Vialli e lo stesso Maradona era reduce da un Campionato del mondo deludente: Roberto non venne proprio considerato dal ct Azeglio Vicini; su Vialli erano riposte parecchie delle nostre speranze mondiali, ma entrambi i doriani finirono inevitabilmente oscurati dalle prodezze dell'astro nascente Roby Baggio e del "miracolato" Totò Schillaci di Italia '90. L'argentino, a Napoli, riesce a portare di nuovo in finale (ai nostri danni...) una Selección forse anche inferiore a quella di Messico '86, perdendo tra l'altro soltanto per via di un rigore regalato alla Germania dall'arbitro Codesal. Tutti, dunque, in cerca di riscatto, sebbene gli stimoli della premiata ditta Maradona-Careca non fossero neppure lontanamente paragonabili alla tempesta ormonale che stava agitando i sonni della coppia d'assi in mano a Boskov.

Gemelli del gol, 9-10. Mancio realizza al San Paolo una delle reti più belle della sua carriera e il socio di Cremona uguale, due ciascuno, insaziabili, cinici a ribaltare l'iniziale vantaggio degli azzurri e dilagare 4-1. Per la Sampdoria sarà una cavalcata trionfale verso lo storico scudetto, i tifosi napoletani perderanno Maradona - squalificato nel marzo del '91 per doping - e vedranno la squadra di Bigon finire nel più completo anonimato. Le estrazioni del lotto di sabato 17 erano state profetiche: sulla ruota di Napoli uscirono sul serio il 9 e il 10, i numeri di maglia di Careca e Maradona, ma anche dei colleghi... Mancini costruì così la sua fortuna e quel titolo in una bella domenica pomeriggio, stavolta dovrà provarci di lunedì, sera.