Melania Gabbiadini: "Ai tacchi preferisco i tacchetti"
CalcioL'attaccante del Verona e della Nazionale: "Diamo spettacolo anche noi, ma non possiamo vivere di solo pallone". Questo il tema della puntata di Codice Rosso, in onda domenica 8 maggio alle 22.45 su Sky SuperCalcio
Trentatrè anni, da Bergamo. Oltre 100 presenza con la Nazionale femminile. Melania Gabbiadini è una delle calciatrici più forti d’Italia. Il calcio rosa sta cercando di guardare al futuro. Con una squadra che vuole puntare a traguardi importanti ed uscire dall’ombra di quel dilettantismo che da sempre è legato al pallone delle donne.
Cosa è il calcio femminile e perché non è uno sport da uomini?
“Il calcio è uno sport come tanti, non vedo la differenza sia in campo sia nel contorno di questo sport. Per me il calcio è anche donna”.
Spiega ad un uomo cosa è il calcio femminile e perché non è uno sport per soli uomini.
“E’ difficile farlo capire agli uomini! Il nostro è un calcio tecnico e tattico e non abbiamo nulla da invidiare al calcio giocato maschile. Può essere magari meno veloce, ma credo che lo spettacolo lo sappiamo dare anche noi”.
Dove può arrivare questa Nazionale?
“Ci sono stati dei cambiamenti e dei grandi miglioramenti, abbiamo un gruppo di giocatrici esperte che, insieme alle più giovani, possono dare tantissimo alla maglia azzurra. Dobbiamo avere solo più consapevolezza delle qualità che abbiamo ma, con un po’ di carattere in più, possiamo arrivare lontano”
Hai fatto anche un corso per diventare tatuatrice. Non si vive di solo calcio?
“E’ chiaro, non si vive di solo calcio. Questa è la realtà con cui abbiamo convissuto da sempre. Per noi è impensabile riuscire a giocare solo a calcio. C’è chi studia, chi lavora e comunque, a fine carriera, devi trovarti un lavoro per vivere.
Il calcio femminile è da Dilettanti?
“Per impegno e sacrifici direi di no, ma adesso sta a noi riuscire a portare a casa qualcosa di importante perché alla fine sono i risultati a fare la differenza”.
Cosa farai da grande?
“Dieci anni fa ho allenato una squadra di ragazzini. Ho molta pazienza e mi piacciono molto i bambini, quindi mi auguro di poterli allenare anche in futuro. Sarebbe un buon inizio per quando smetterò di giocare”.
Due calciatori in famiglia sono troppi?
“Io e Manolo siamo sempre stati molto affiatati, fino da piccoli. Siamo due fratelli normali, ci siamo sempre seguiti a vicenda stando spessi lontano per lavoro. Non c’è alcuna gelosia tra noi, ma meno parliamo di calcio meglio è. Anche se non ci è mai capitato di litigare per il pallone”.
Se potessi rubare un collega alla nazionale maschile e portarlo nella tua?
“Marchisio”.
Hai ammesso che ti piace far segnare anche le tue compagne. E’ un limite o un pregio? Forse un uomo non avrebbe questa sensibilità e sarebbe più egoista?
“Sono altruista di carattere e questo si vede anche sul campo perché è bello fare gol, ma anche far segnare le tue compagne. Una sensibilità che forse in noi donne è più spiccata, anche se credo che nel calcio degli uomini sia più difficile per via di una maggiore pressione cha hanno dall’ambiente. I maschi appena ne hanno l’occasione vogliono mettersi in mostra, noi un po’ meno”.
Tacchi o tacchetti?
“Tacchetti, ho le gambe storte e con i polpacci che mi ritrovo con le scarpe col tacco faccio troppa fatica a camminare!”