LA FOTOGALLERY. Dopo 37 anni insieme Tassotti e i rossoneri si separano: sarà il prossimo vice del ct ucraino Shevchenko. Uomo vincente tra campo e panchina, un riferimento per la società e gli allenatori al suo fianco
L’addio al Milan di Tassotti e Maldera chiude l’ultima grande dinastia del club. Resta nell’album dei ricordi l’era vincente rossonera: dopo 37 anni in squadra, titoli a raffica e i tanti incarichi in società, il “Tasso” e il figlio d’arte del grande Gino affiancheranno il ct Shevchenko nello staff tecnico dell’Ucraina -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Una storia iniziata il 1 luglio del 1980, quando il Milan retrocesso in Serie B puntò su un difensore 20enne di belle speranze. Romano classe 1960, cresciuto nel vivaio della Lazio, debuttò a 18 anni in Serie A fino a confermarsi titolare nella stagione successiva. Poi il trasferimento in rossonero -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Difensore arcigno non privo di spigoli caratteriali, come dimostrò in un derby rifilando una scarpata sul volto di Oriali, Tassotti maturò la sua evoluzione tattica e disciplinare agli ordini del grande Nils Liedholm: il rispetto guadagnato da compagni e avversari gli valse il soprannome “Djalma” in onore del brasiliano -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Umiltà, low profile e tanto lavoro sul campo: in breve il romano Tassotti di San Basilio diventò milanese d’adozione a partire dal nomignolo “Tasso”, decisamente più lombardo delle sue origini. L’avventura al Milan gli riservò un posto fisso in difesa, dove sulla destra saprà rinnovarsi nella seconda fase della carriera -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
L’arrivo di Sacchi nel 1987 inaugurò l’era vincente del Milan e instaurò una formidabile linea a 4: il vice capitano Tassotti e Maldini sugli esterni, il leader Baresi e Galli (prima di Costacurta) al centro. In bacheca arrivarono i primi trionfi in Italia e la Coppa dei Campioni nel 1989 vinta contro la Steaua Bucarest -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Davvero impressionante il ciclo d’oro dei rossoneri a cavallo degli anni ’90 con Arrigo Sacchi e un gruppo straordinario, tra i quali il preziosissimo Tassotti. Il Milan aggiungerà ai titoli un’altra Coppa dei Campioni e per due volte la Supercoppa Uefa e la Coppa Intecontinentale -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
La gioia più grande per il “Tasso” risale al 18 maggio 1994 quando, in assenza dello squalificato Baresi, sollevò da capitano la Champions League vinta contro il Barcellona di Cruyff. A 34 anni il ct Sacchi puntò su di lui anche al Mondiale statunitense: ricordate la gomitata a Luis Enrique contro la Spagna? -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Il 1 giugno 1997, nell’ultima di campionato contro il Cagliari, un inedito Tassotti schierato mezzala da Capello contro il Cagliari salutò il Milan ritirandosi dal calcio giocato. In carriera ha vinto tutto ciò che poteva desiderare, accumulando 583 presenze e 10 gol con la maglia rossonera -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Abbandonate le coperture e i sincronismi difensivi, Tassotti non si fece da parte dopo la passerella a San Siro: dal 1997 al 2001 diventò l’allenatore della Primavera del Milan proseguendo la sua avventura nel club. La sua bacheca personale venne riempita con due trionfi al Torneo di Viareggio -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Dopo i trascorsi da difensore e tecnico della Primavera, nel marzo del 2001 Tassotti subentrò a Zaccheroni alla guida della prima squadra affiancato da Cesare Maldini come direttore tecnico. Risale al maggio successivo lo 0-6 incassato nell’amarissimo derby contro l’Inter -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Dal novembre successivo diventò il braccio destro di Carlo Ancelotti, dando il là ad uno dei connubi più entusiasmanti nella storia recente del Milan. Saranno anni indimenticabili quelli in coppia con Carletto: uno scudetto e una Coppa Italia, tre Supercoppe, un Mondiale per club e soprattutto due Champions League -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Garbato, signorile ed estremamente competente grazie alla lunga militanza nel Milan, la figura dell’onnipresente Tassotti diventò un valore aggiunto nei traguardi rossoneri durante l’era Ancelotti. Perfetta l’intesa tra i due, già compagni di squadra nel club tra il 1987 e il 1992 -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Grande icona del Milan che risorse dalle ceneri dominando e poi ripetendosi, il “Tasso” è stato benvoluto dai giocatori che ha seguito personalmente: se qui è Ronaldinho a ricevere le sue attenzioni, altri brasiliani d’oro come Cafu e Serginho hanno imparato molto dai suoi consigli tra movimenti e scalate efficaci -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Nel nome del Milan non è mancato il supporto a Stefano Borgonovo, ex compagno di Tassotti e paladino nella lotta alla Sla. “Tasso” ha partecipato in più occasioni agli eventi per sostenere la ricerca contro la malattia anche dopo la tragica scomparsa di Borgonovo nel 2013 -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Un altro ex compagno di Tassotti, Leonardo, venne nominato allenatore del Milan dopo l’addio di Ancelotti nel 2009. Immancabile in panchina la figura preziosa dell’icona rossonera, dal 2001 un punto di riferimento per i tecnici transitati alla guida del club -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Leonardo come Massimiliano Allegri, dal 2010 al 2014 al timone della prima squadra. Il lavoro in tandem riportò il Milan a trionfare in Serie A per due anni di fila: saranno gli ultimi titoli di Tassotti nella sua infinita parentesi rossonera -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
L’avvento a Roma di Luis Enrique permetterà di archiviare pure le vecchie ruggini risalenti al 1994, quando il Mondiale negli Stati Uniti divenne la cornice del colpo proibito del “Tasso” allo spagnolo. A distanza di 17 anni questa stretta di mano lasciò definitivamente alle spalle quell’episodio -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Rimasero d’attualità invece le ultime amare stagioni del Milan. Nonostante la conoscenza approfondita con Seedorf, destinatario della panchina dopo l’incarico ad interim di Tassotti, la stagione 2013/14 archiviò un ottavo posto e una fortuna precaria pure in Champions League -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Da dimenticare anche l’annata seguente, l’ultima di Tassotti da braccio destro in panchina: un altro ex rossonero come Inzaghi frenò la sua corsa in decima posizione in Serie A deludendo pure in Coppa Italia. L’avventura rossonera sul campo del “Tasso” si fermò qui -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Già, perché l’avvento di Mihajlovic nella scorsa stagione seguito da Brocchi, spostò Tassotti nel ruolo di osservatore dei giovani talenti del Milan in prestito oppure in altri campionati. Un ruolo, il quinto diverso in 37 anni in società, che comprovò il suo valore assoluto di uomo ed esperto di calcio -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni
Poi, da martedì, l’addio ai colori del Milan indossati come una seconda pelle per 37 lunghissimi anni. Si tratta di un record assoluto nella società rossonera, un primato che solo una bandiera come Tassotti poteva raggiungere. All’ultimo capitolo scritto nel Milan seguirà l’avventura ucraina accanto ad un’altra vecchia conoscenza del club, Andrij Shevchenko -
Tassotti, vita da milanista: l'addio dopo 37 anni