Quattro partite da seguire a tutti i costi

Calcio

Francesco Lisanti e Federico Principi

copertina__1_

Non solo la sfida scudetto e la lotta salvezza in Serie A, ma anche il Bayern Monaco che affronta il suo nuovo allenatore e l'ultimo atto della rivalità Wenger-Mourinho

Fiorentina-Napoli: come si difenderà Pioli

Anche questa settimana, come Sarri aveva lamentato qualche mese fa, il Napoli entrerà in campo conoscendo il risultato della Juventus. Inter-Juventus è ovviamente la partita più attesa di giornata, per le implicazioni che avrà tanto sulla corsa scudetto quanto sulla corsa Champions (e le abbiamo già dedicato un'anteprima separata sempre qui su Sky Sport per approfondirne nel dettaglio le variabili tattiche). È facile immaginare che un'eventuale vittoria/sconfitta della Juventus possa avere un impatto tangibile sul morale del Napoli, che soltanto nelle ultime due partite sembra aver recuperato fiducia nella parte finale di stagione: in particolare nel secondo tempo della partita contro l'Udinese, quando ha rimontato dal punteggio sfavorevole di 2-1 e, ovviamente, quando ha espugnato per la prima volta lo Stadium della Juventus.

Dopo un periodo di appannamento il Napoli è tornato a viaggiare sulle ali dell’entusiasmo e pur senza brillare ha recuperato cinque punti alla Juventus in due partite. Per proseguire a contendere lo Scudetto serviranno, però, altre prestazioni rilevanti, in trasferte difficili come quelle di Firenze e Genova, contro la Sampdoria. Fiorentina e Sampdoria sono a pari punti in settima posizione, giocandosi testa a testa l'ultimo posto per l'Europa League nella prossima stagione. Ma il Napoli è destinato ad incontrare delle difficoltà anche sul piano tattico, non solo per le motivazioni dei suoi prossimi avversari: se la Sampd, a detta di Sarri, fu l'unica squadra nel girone di andata ad avere il coraggio di aggredire costantemente alti i partenopei, la Fiorentina mostra una delle più spiccate tendenze al gioco intenso e verticale in Serie A.

Nelle ultime settimane la Viola è cambiata, principalmente grazie all'ingresso in pianta stabile di Saponara nell'XI titolare che ha consentito di disporre di un regista avanzato nell'ultimo terzo di campo. Nell'ultima partita contro il Sassuolo, tuttavia, Pioli ha rispolverato anche una vecchia soluzione della Fiorentina di Paulo Sousa, ovvero il modulo fluido: tenendo basso il terzino destro Laurini e alzando invece l'omologo a sinistra Maxi Olivera, la Fiorentina di fatto impostava con una linea a 3 e difendeva con una linea bassa a 4.

La Fiorentina imposta a 3 e solo Maxi Olivera si alza sulla linea dei centrocampisti. In fase difensiva, invece, si torna a 4.

Con questo sistema la Fiorentina potrebbe esporsi al pressing in parità numerica dei 3 attaccanti del Napoli, anche se un ulteriore effetto collaterale sarebbe quello di allungare gli spazi dove poter poi scatenare la sua verticalità. Insomma, creare disordine perché il disordine è l’ambiente naturale della Viola, almeno quest’anno. Per usare maggiore prudenza, poi, in fase difensiva posizionale la squadra di Pioli potrebbe comunque schierarsi con una sorta di 4-3-1-2, approfittando della posizione centrale di Saponara per schermare Jorginho, lasciando però molto spazio sulle fasce laterali.

In definitiva sarebbe una strategia simile a quella iniziale della Juventus, anche se operata in quel caso con un 4-4-1-1 difensivo, ma che intende innanzitutto negare le ricezioni dei giocatori del Napoli nei mezzi spazi e tra le linee, sfruttando oltretutto l'assenza di Ghoulam che impedisce ai partenopei di attaccare la fascia sinistra come nei periodi migliori. Insomma, si prospetta una partita più complessa e aperta di quel che si sta dicendo in queste ore...

Verona-SPAL: l’ultimo treno per la salvezza?

All’andata SPAL-Verona fu un crocevia fondamentale per la squadra di Ferrara. Sotto di due gol, gli spallini riuscirono a pareggiare negli ultimi 5 minuti di partita grazie ai gol di Paloschi e Antenucci (su rigore). Quella rimonta probabilmente accese le speranze della SPAL nella salvezza, determinando in parte quello che è successo nelle successive 18 giornate, fino all’attuale di classifica.

La SPAL era riuscita a tirarsi fuori dalla zona retrocessione fino a poche settimane fa, quando il Crotone è riuscito a fare 4 punti nelle ultime 2 partite, superando di due punti la squadra ferrarese, che adesso si ritrova terzultima. Il Verona, dal canto suo, è in una situazione ancora peggiore, con 6 punti di distacco dai calabresi e sole 4 giornate per poter recuperare (e con lo scontro diretto sfavorevole, portando i punti effettivi da recuperare a 7). Anche il calendario sembra non sorridere all'Hellas, che nelle prossime tre partite avrà due trasferte complicatissime contro Milan e Juventus, mentre la SPAL ha il trittico Benevento-Torino-Sampdoria, teoricamente più abbordabile. Per la squadra di Pecchia, quindi, lo scontro diretto del Bentegodi di domani pomeriggio rappresenta l'ultimo treno per restare in Serie A.

Il Verona è stata una delle squadre più deludenti quest'anno e quella con la proposta di gioco più povera di tutta la Serie A. Prima di Natale ha conosciuto il suo periodo migliore, grazie soprattutto alla crescita individuale di Cerci e Caceres e al ritorno a grandi livelli di Romulo, tutti giocatori che occupavano generalmente la fascia destra e permettevano all'Hellas di attaccare soprattutto da quel lato. Le cessioni dell'uruguayano, oltre che di Bessa e Pazzini, hanno tolto moltissimo talento a Fabio Pecchia, che dopo la cessione del centravanti italiano ha dovuto affrontare anche infortunio all'adduttore di Moise Kean.

Contro la SPAL, dovrebbe essere quindi nuovamente confermato Cerci come falso centravanti del 4-3-3, una soluzione che prova a rendere il Verona più imprevedibile dal punto di vista posizionale e più rapido nell’attaccare la profondità. Cerci - come accaduto anche contro un'altra difesa a 3, quella del Genoa - potrebbe attirare fuori posizione il centrale Vicari, comunque ben dotato nell'anticipo, e aprire spazi ai tagli degli esterni (soprattutto Fares) o delle mezzali. C’è da dire, però, che i difensori della SPAL sono tutti abbastanza rapidi e quindi ben preparati a scappare verso la propria porta quando c’è da assorbire un inserimento avversario.

Cerci viene incontro e attira la difesa a 3 del Genoa (il centrale Rossettini in particolare): ne approfitta la mezzala Valoti per un inserimento profondo.

Nella SPAL dovrebbe essere confermato Schiattarella mediano davanti alla difesa con Viviani ancora in panchina. Con Schiattarella la squadra perde un po' nel gioco lungo ma guadagna senza il pallone in dinamismo e smarcamenti. La minore precisione nel lungo di Schiattarella, inoltre, è compensata anche dalla presenza di un regista arretrato come Vicari, con le sue grandi capacità di verticalizzare. Per un problema al polpaccio è in dubbio Antenucci, che proprio alla luce del gioco verticale della SPAL è diventata ormai una pedina imprescindibile. Ma la SPAL sembra in un buono stato di forma e questa la rende teoricamente la favorita in questo scontro diretto. Le fasi finali del campionato, però, sono sempre le più imprevedibili e per la squadra di Semplici servirà comunque una prestazione di alto livello per superare un avversario che darà tutto per provare a rimanere in Serie A.

Bayern-Eintracht Francoforte: ovvero Kovac contro il suo futuro

Il Bayern Monaco ha vinto il campionato da ormai tre settimane ma continua quasi inconsapevole a dilagare sui campi della Bundesliga. Dopo i cinque gol rifilati al Gladbach, i tre all’Hannover, i bavaresi ospiteranno il sorprendente Eintracht Francoforte, attualmente stabile in settima posizione, che gli garantirebbe l’accesso al preliminare di Europa League. L’Eintracht deve difendere un vantaggio di tre punti sul Gladbach, e in ogni caso avrà ancora un’altra possibilità di tornare in Europa dopo cinque anni, ovvero vincere la finale di DFB Pokal (la coppa di Germania) fissata per il 19 maggio, proprio contro il Bayern Monaco.

Questa partita servirà quindi da anteprima per la finale e conterrà un’altra grande narrativa su cui le telecamere non mancheranno di indugiare: Niko Kovac, ex-giocatore del Bayern e attuale allenatore dell’Eintracht, è stato da poco annunciato come il prossimo allenatore dei bavaresi. Kovac è arrivato a marzo dell’anno scorso sulla panchina dell’Eintracht per scongiurare il rischio retrocessione, ci è riuscito, e nel corso di questa ha dato alla squadra un’identità di gioco consolidata, con la quale sono arrivati importanti risultati, per ultima la vittoria contro lo Schalke che ha aperto le porte della finale di coppa.

In campionato, però, sta attraversando un periodo difficile, 1 punto nelle ultime 4 partite e 10 gol subiti, che sta compromettendo le possibilità di ritorno in Europa. L’Eintracht gioca un calcio molto diretto e strutturato, in linea con la scuola tattica tedesca. Kovac dispone i suoi giocatori intorno a un 5-3-2 o 5-2-1-2, con il triangolo di centrocampo che va a modellarsi sul centrocampo avversario.

L’Eintracht tenta un pressing offensivo e molto intenso nella metà campo avversaria, invita il gioco avversario a divergere verso le fasce e raramente concede la profondità grazie alla grande organizzazione di linea della difesa a cinque.

Superato il primo pressing, Kimmich ha molto spazio per avanzare, così come Bernat sull’altra fascia. Però non ha opzioni: tutti gli altri giocatori sono marcati a uomo e la linea di difesa, molto stretta, non concede spazi per gli inserimenti. L’Eintracht ha il tempo di scivolare lateralmente.

Nella propria metà campo, l’Eintracht muove il pallone con calma con i tre difensori, in attesa di attirare la pressione avversaria, poi la manovra si fa rapida e verticale alla ricerca degli attaccanti (Haller, Rebic o Jovic), che hanno la potenza e la velocità per sostenere questo tipo di gioco. Il pressing strutturato e la qualità delle transizioni avevano creato grossi problemi al Bayern nella gara di andata, finita comunque 0-1 per i bavaresi.

Purtroppo questa volta non vedremo in campo l’infortunato Kevin Prince Boateng, ambasciatore europeo delle squadre hipster dalla grande organizzazione tattica, però sulla trequarti ci sarà il messicano Marco Fabián, unico elemento in grado di fermare il flusso di gioco e di alternare i ritmi.

Il Bayern si presenterà con una lista di infortunati che da sola potrebbe vincere la Champions (all’ultimo si è aggiunto anche James, in probabile riposo precauzionale in vista del ritorno contro il Real) e un diciottenne al centro della difesa, Lars Lukas Mai: condizioni solitamente non sufficienti a impedirgli di dilagare.

United-Arsenal: l’ultimo tango tra Mourinho e Wenger

«Penso sempre che i nostri più grandi rivali siano i nostri più grandi amici, perché sono quelli che ci spingono oltre i nostri limiti», ha detto Mourinho in una conferenza stampa molto malinconica, in cui ha ricordato anche l’Arsenal degli Invincibili, Bergkamp e Henry, il suo arrivo al Chelsea, tutte quelle volte che Wenger lo ha definito «disconnesso dalla realtà», «irrispettoso» o «stupido», perché lui lo aveva definito «un guardone, come quegli uomini che hanno a casa un grande telescopio per spiare nelle vite delle altre famiglie». Insomma, i bei vecchi tempi.

«Ci sono state delle piccole cose che rimpiango, di cui sarebbe stato meglio fare a meno. Alcuni gesti, alcune parole, sarebbe stato meglio senza», ha poi concluso Mourinho, e con questo spirito dovrebbe entrare in campo domani pomeriggio, per l’ultimo capitolo della decennale rivalità con Wenger. Il tecnico alsaziano ha coltivato negli anni un’accesa rivalità anche con lo United e i suoi tifosi, e in particolare con Sir Alex Ferguson, che una volta arrivò a chiamare «quell’uomo lì», non riuscendo per la rabbia a pronunciarne il nome. Per questi motivi, sarà interessante capire che forma di tributo gli riserverà l’Old Trafford.

Il risultato finale dovrebbe essere per lo più ininfluente ai fini della classifica: allo United basta un punto per assicurarsi la qualificazione alla prossima Champions League, mentre l’Arsenal ha già ipotecato la qualificazione in Europa League e non ha nessuna speranza di raggiungere il quarto posto. L’attenzione del pubblico sarà quindi interamente rivolta ad ogni gesto, ogni parola, ogni sguardo, che Wenger e Mourinho useranno per riconciliare un rapporto che in un modo o nell’altro ha segnato la storia recente della Premier League.

Tra gli elementi di interesse della partita vera e propria, invece, c’è la possibilità per l’Arsenal di cancellare una statistica assurda: al momento, infatti, quella di Wenger è l’unica squadra del calcio professionistico britannico ad aver raccolto zero punti in trasferta nel 2018. Ad aggiungere un’ulteriore dose di dramma c’è poi la partita di giovedì, in cui i Gunners dovranno necessariamente vincere sul campo dell’Atlético Madrid per mantenere un piede nella prossima Champions, anche se l’Atlético in casa non subisce un gol dal 20 gennaio. In vista dell’impegno europeo, Wenger dovrebbe ricorrere a un ampio turnover, per cui potremmo vedere anche tre diciottenni dal primo minuto: Maitland-Niles in difesa, Willock a centrocampo e Reiss Nelson nel trio d’attacco.

Mourinho, al contrario, dovrebbe confermare la formazione tipo di questo finale di stagione, quella con cui è riuscito a rimontare tre gol al City e due gol al Tottenham nella semifinale di FA Cup. Pogba avrà la libertà di svariare su tutto il centro-sinistra, protetto dall’agonismo di Matic e di Herrera, in un assetto che ha aumentato la sua influenza nel gioco dello United. Sánchez lo accompagnerà sulla fascia sinistra per servire le sponde di Lukaku e le incursioni di Lingard. Il possesso sarà principalmente dei giocatori dell’Arsenal, ma lo United è ormai abituato a vincere senza il pallone e con il minimo sforzo richiesto.

L’inserimento di Herrera ha migliorato le connessioni interne alla fase offensiva dello United

Sarà una partita libera da tensioni e ricca di grandi giocatori, una partita da godersi comodi, per puro amore del calcio e delle storie che contiene. Probabilmente, è così che Wenger aveva immaginato il suo addio.