Benvenuto 2019: la storia del 19 nel calcio

Calcio

Vanni Spinella

Un po' 10, un po' 9, a metà tra il numero dei fantasisti e quello dei centravanti. Allo stesso tempo "indefinito" e riconoscibilissimo, tanto che c'è chi lo pretende a ogni costo: le storie di chi ha contribuito a renderlo mitico

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Non avrà il fascino del 10, né il significato del 9, ma intanto li racchiude entrambi, 10+9. E chissà che non sia stato proprio questo pensiero a muovere chi, nel corso degli anni, ha scelto il 19 come numero di maglia. Campioni veri, in molti casi, fedelissimi a quello strano numero tanto da renderlo quasi un marchio. La storia infatti insegna che nello spogliatoio non ci si contende solo il 10 (Ibrahimovic al Psg lo mise praticamente nel contratto, sfrattando il povero Nenè) o il 9 (ricordate Ronaldo-Zamorano o Batistuta-Montella?), ma c’è anche chi vuole a tutti i costi il 19.

A ognuno il suo significato

Colpa della numerologia, di quelle date che lo rendono speciale per uno come Franck Kessié, che il 19 (di dicembre) festeggia il suo compleanno, ma che ci è legato anche perché rappresenta la data in cui arrivò in Italia e il giorno in cui morì suo padre. Lo aveva all’Atalanta, lo chiese anche al Milan. E non nascose la propria rabbia quando, con l’approdo in rossonero due estati fa di Leonardo Bonucci (uno che si firma LB19…), gli era stato sfilato senza dirgli nulla, consegnandolo nel pacchetto di benvenuto comprendente anche la fascia di capitano al nuovo arrivato. Il “caso” scoppiò prima di un’amichevole estiva contro il Bayern Monaco, con Kessié che entrando nello spogliatoio vide appesa una maglia “14” con su scritto il suo nome e, nonostante il tentativo dei dirigenti rossoneri di indorargli la pillola con il numero reso mitico da Crujiff, pretese di riavere la sua casacca (con cui alla fine giocò, segnando, in quella partita). Dopo giorni di contrattazioni e mediazioni, Bonucci la spuntò e, chiarendo quanto significhi per lui il 19 (giorno di nascita della moglie, nonché numero “consigliato” dal suo motivatore per questioni di karma), ringraziò pubblicamente il compagno nella sua conferenza stampa di presentazione. E Kessié? Alla fine adottò il 79, per il semplice fatto che, con qualche diottria in meno, è quello che somiglia di più al 19.

Anche Messi è stato un 19

Con il ritorno di Bonucci alla Juventus, dove la 19 era già sulle spalle di Perin, il problema sembrava riproporsi, ma il portiere, compagno di Leo anche in Nazionale, ha stoppato sul nascere ogni polemica consegnandogliela dopo aver svelato che gliela aveva promessa “nel caso fosse tornato”.

Un altro “Leo”, Messi, ha legato gli inizi della sua carriera al 19, indossandolo – dopo le prime due stagioni al Barcellona con la numero 30 – in attesa che Ronaldinho “liberasse” il 10. Un diez “ingombrante” è anche il motivo per cui Messi avrà la 19 al Mondiale 2006 (10 sulle spalle di Riquelme), stessa sorte capitata a Crespo per due Mondiali di fila (1998 e 2002), quando i suoi due numeri preferiti (classico 9 da centravanti e il 10 indossato alla Lazio) sono occupati da Batistuta e Ortega, portandolo a virare sul 19.

Restando in Argentina, in Nazionale il 10 di Messi “costringe” al 19 Aguero, mentre nei club l’hanno reso un loro marchio German Denis, che con quella maglia ha scritto un pezzetto di storia all’Atalanta, Ever Banega (pezzone di storia al Siviglia con due Europa League di fila, paragrafo trascurabile all’Inter) ed Esteban Cambiasso, protagonista di un capitolo enorme della saga interista, culminato con un Triplete che, incredibilmente, non gli vale la convocazione per il Mondiale 2010 da parte del Ct Maradona. Escluso anche Zanetti, ci pensa Milito a “ricordare” il compagno, prendendo il 19 per l’avventura in Sudafrica.

19 Mondiali

Campioni del mondo con il 19, il tedesco Mario Goetze, autore del gol che regalò il titolo alla Germania nel 2014 proprio contro l’Argentina (lì il 19 era un altro interista, Ricky Alvarez), per non parlare del nostro Gianluca Zambrotta, altro fedelissimo di quel numero, e sappiamo bene quanto lo avrebbe meritato Totò Schillaci, magico 19 di una Nazionale che nel 1990 schierava Roberto Baggio con l'inconsueta numero 15.

Così come fa un certo effetto pensare che, al loro approdo al Real Madrid, scelsero il 19 due fantasisti come Antonio Cassano (in abbinamento al famoso "pellicciotto" con cui si presentò alla Casa Blanca) e Luka Modric: due carriere che presero direzioni opposte, con Fantantonio presto scaricato e il croato neo Pallone d'Oro passato alla "10" non appena venne liberata da Ozil.

Per quella sua capacità di essere allo stesso tempo un po’ 10 e un po’ 9, hanno indossato il 19 anche giocolieri come Denilson (Brasile 1998) o centravanti come Diego Costa e Fernando Torres, al suo ritorno all’Atletico Madrid. E forse è proprio qui che sta la sua magia: quale altro numero può accontentare tutti racchiudendo creatività e istinto del gol?