Sospeso dall’Ordine dei giornalisti della Campania Sergio Vessicchio, che durante la telecronaca della partita tra il Sant’Angelo e l’Agropoli aveva pesantemente insultato la guardalinee Annalisa Moccia e aveva definito “una barzelletta” le donne che arbitrano sui campi di calcio.
Nel giorno in cui a Torino 39 mila persone riempivano lo Stadium per Juventus-Fiorentina, segnando una giornata storica non solo per il calcio femminile ma per lo sport italiano, in Campania un cronista si esibiva in insulti sessisti nei confronti di un guardalinee donna. Durante la partita di Eccellenza Sant’Angelo-Agropoli Sergio Vessicchio definiva la guardalinee Annalisa Moccia “inguardabile, una barzelletta”, rincarando la dose: “È uno schifo vedere donne che arbitrano”. L’episodio ha fatto giustamente indignare moltissimi sportivi e non solo e ha scatenato una reazione sul web e sui social.
La decisione dell’Ordine
Immediata la reazione dell’Ordine dei giornalisti campano e del suo presidente, Ottavio Lucarelli, che hanno sospeso il cronista, ricordando che già una volta Vessicchio era stato sanzionato per motivi analoghi. Una decisione che sembra non aver contribuito a cambiare l’opinione dello stesso Vessicchio, che anzi ha confermato la sua contrarierà alla presenza di donne nella classe arbitrale, rivendicando il suo pensiero su Twitter: “Ritengo personalmente che far arbitrare le donne nel calcio sia sbagliato per molti motivi, quindi confermo il mio pensiero. Perché tutti questi squallidi moralisti non fanno una battaglia per farle giocare insieme ai maschi? La vera discriminazione è questa", ha scritto.
La protesta dell’AIA
“Rimango sconcertato per le inqualificabili e discriminatorie espressioni utilizzate dal giornalista Sergio Vessicchio, telecronista per una TV locale della partita Agropoli-Sant'Angelo, nei confronti della nostra associata Annalisa Moccia, solo perché donna". Così il presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, è intervenuto sulla vicenda accaduta nel campionato Eccellenza in Campania. "Ad Annalisa, ed a tutte le nostre associate, va la piena solidarietà mia e di tutto il movimento arbitrale italiano - aggiunge Nicchi - consapevole dell'importante apporto che quotidianamente danno alla nostra categoria. Ho segnalato l'episodio al Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, all'Autorità politica delegata ed alle forze di polizia. Contestualmente come AIA abbiamo conferito incarico ai legali per agire, in tutte le sedi ritenute opportune, a tutela dell'immagine delle associate donne e dell'intera categoria" ha concluso Nicchi.