Vieira accusa Balotelli: "Non è adatto agli sport di squadra"

Calcio

L'attuale allenatore del Nizza è tornato sul rapporto con Super Mario, compagno nell'Inter e nel City e poi suo giocatore proprio in Ligue 1: "La sua mentalità non si addice ad uno sport collettivo come il calcio. Volevo portare etica e compattezza, ma per me fu molto difficile lavorare con lui", le sue parole al Daily Mail

Patrick Vieira si gode il suo Nizza. Quattro risultati utlili consecutivi nell'ultimo mese di Ligue 1 e undicesimo posto in classifica. Quanto basta per staccare un po' dal presente e guardare nuovamente al suo passato, ai ricordi. C'è tanta Italia nella carriera del francese, che ha giocato in Serie A con Juventus e Inter. In nerazzurro ha condiviso lo spogliatoio con un giovanissimo Balotelli, con cui ha poi lavorato anche al City e proprio al Nizza. Tecnico-giocatore, un rapporto sempre delicato. Con Super Mario le cose non sono andate diversamente, anzi. La tensione è salita soprattutto quando Vieira decise di sostituire Balotelli durante una partita contro il Guingamp, una scelta che mandò il classe 1990 su tutte le furie: "La sua mentalità non si addice ad uno sport collettivo come il calcio - ha spiegato l'allenatore in una lunga intervista al Daily Mail - al Nizza volevo costruire una certa filosofia, basata sulla compattezza e l'etica del lavoro. E' stato davvero complicato per me lavorare con un giocatore come lui. La situazione era diventata ingestibile per entrambi, per questo abbiamo deciso di separarci". Super Mario, che nella prima stagione al Nizza aveva segnato 15 gol in Ligue 1 e nella seconda 18, si trasferì al Marsiglia. 

Il maestro 

Regole e disciplina le parole d'ordine di Vieira, che sta provando a "imitare" il suo maestro Arsene Wenger. I due hanno lavorato insieme all'Arsenal per tanto tempo, dal 1996 al 2005, togliendosi molte soddisfazioni: "La sua virtù principale era la calma - le parole dell'attuale tecnico del Nizza - rimaneva imperturbabile sia nei periodi positivi che in quelli negativi. Mi è sempre piaciuto molto, perchè a un giocatore un comportamento del genere ispira fiducia".