Real Sociedad-Athletic Bilbao: la finale di Copa del Rey parla di nuovo basco
COPA DEL REIn Spagna torna una finale tutta basca. Athletic Bilbao e Real Sociedad si giocheranno la Copa del Rey il prossimo 18 aprile a Siviglia, dove sembrerà di essere tornati negli anni '80, quando le due squadre lottavano alla pari con Barça e Real. Calcio e politica: una rivalità che va oltre il campo
Niente Real o Barcellona. No, non ci sono neppure Siviglia o Atletico Madrid. La finale della Copa del Rey sarà una questione basca, 110 anni dopo l'ultima volta. Nel 1910 la Real Sociedad si chiamava ancora Vasconia e con l'Athletic Bilbao giocava Rafael Moreno Aranzadi. Ogni anno il miglior cannoniere della Liga riceve oggi il trofeo Pichichi, così chiamato per via proprio dello pseudonimo di Aranzadi, che fra il 1911 e il 1921 segnò 83 gol in 89 partite con la maglia del Bilbao prima di morire a soli 29 anni per un forte attacco di tifo. Starà sorridendo da lassù e il prossimo 18 aprile avrà gli occhi puntati sulla Cartuja di Siviglia, dove la sua ex squadra affronterà la Real Sociedad nella finale della 116esima edizione della Copa. L'ultimo confronto nella competizione risale al 1987, quando in semifinale finì con un doppio pareggio che premiò la Real Sociedad. Erano gli anni d'oro quelli, gli esaltanti anni 80, la grande epoca del calcio basco. Era l'Atletico di Zubizarreta, Goikoetxea e Patxi Salinas, capace di vincere nel 1984 la finalissima del Bernabeu contro il Barcellona di Maradona. A Bilbao, in fin dei conti, sanno come vincere la Copa. Lo hanno fatto 23 volte e in altre 14 occasioni sono arrivati secondi. L'ultima finale risale al 2015, ma il Barcellona di Messi, Neymar e Suarez, quello della Champions vinta a Berlino contro la Juve, si è messo nel mezzo. Non è da meno la Real Sociedad, che ha trovato l'ultimo sorriso nel 1988. L'anno prima aveva alzato il trofeo vincendo alla Romareda con l'Atletico Madrid 4-2 ai rigori dopo il 2-2 dell'andata.
Che rivalità
San Sebastián affaccia sul mare, Bilbao è il cuore pulsante dell’entroterra. La Real Sociedad porta la corona di Spagna nel nome e nello stemma, l’Athletic è stato a lungo l’emblema dell’indipendentismo. Una rivalità che mescola calcio e politica e che va al di là del campo. Eccole di nuovo entrambe in finale, però. Merito loro ovviamente, ma anche del nuovo format della Copa del Rey, mai così imprevedibile. Gli spagnoli hanno preso esempio dalla FA Cup, costruendo un torneo con 125 squadre e scontri di sola andata fino alle semifinali. Le big, inoltre, vanno a giocare in casa delle più piccole. E' successo al Barcellona, che è riuscita a vincere soltanto al 94' contro Ibiza. Stesso discorso per il Real Madrid, che si è ritrovato a giocare sul campo della Unionistas - seconda squadra di Salamanca - in uno stadio da appena 4mila spettatori. Una finale diversa e dai sapori diversi. Per l'Athletic, che nel suo cammino ha battuto Alicante, Sestao River, Elche, Tenerife, Barcellona e Granada, rappresenta una rivincita dopo aver perso il trofeo per tre volte consecutive sul più bello sempre per colpa di Messi e compagni. Per la Real Sociedad, vittoriosa su Becerril, Ceuta, Espanyol, Osasuna, Real Madrid e Mirandes, è la conferma di una rinascita dopo la dolorosa retrocessione del 2007. Imanol Alguacil ha lanciato Odegaard e Isak, costruendo un mix di gioventù ed esperienza, sfrontatezza e intelligenza. In Liga lotta contro Siviglia, Valencia e Getafe per tornare finalmente in Champions League. L'Athletic, dal canto suo, in campionato è decimo ed è tornato a vincere dopo un digiuno lungo 10 partite: "Quando le cose peggiorano, noi sappiamo come uscirne", ha esultato l'allenatore Garitano dopo il successo in semifinale, arrivato al termine di una partita che si era messa malissimo (sotto di due gol). Un avvertimento per i rivali che però, sotto sotto, non vedevano l'ora di giocarsi un derby come ai vecchi tempi.