Cannavaro: "Coronavirus, facciamo come in Cina. L'Italia è sulla strada giusta"

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L'ex campione del mondo in isolamento domiciliare appena rientrato nel suo residence di Guangzhou alla Gazzetta dello Sport: "Unione Europea e UEFA deludenti, la lezione della Cina è chiara al mondo. E in Italia l'hanno capito quasi tutti: stiamo a casa". Poi annuncia: "Noi campioni del mondo 2006 faremo sentire la nostra voce"

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Dalla Cina all'Italia e ritorno. Non il più facile dei viaggi, di questi tempi: Fabio Cannavaro si è dovuto sottoporre al terzo tampone in poche settimane e per prassi è di nuovo in isolamento domiciliare. "Ma sto bene, qui sono organizzatissimi per garantire ogni necessità e hanno fatto esperienza sugli accorgimenti da adottare per evitare che ora il coronavirus rientri dall'estero", l'allenatore del Guangzhou Evergrande si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. "Perché in Cina ormai è debellato. Questo dev'essere il messaggio all'Italia e al mondo: il male si può sconfiggere, ma ci vuole severità e organizzazione. La dittatura aiuta? Fino a un certo punto. I cinesi sono un popolo da ammirare, che ha capito come comportarsi". Cannavaro spiega il regime preventivo vissuto al culmine dell'epidemia: "Controlli della temperatura ogni volta che passavo dal centro sportivo a casa, nessun pedaggio autostradale per evitare contatti con il personale. E parlo di Guangzhou, a mille chilometri da Wuhan: qui è prevalso il senso della comunità, a costo di sacrifici. Più di tutti gli altri in Italia siamo sulla strada giusta, anche se qualcuno fatica ancora a capire".

Ai giovani: "Il virus è democratico. E ai vostri vecchi non ci pensate?"

Il capitano di Germania 2006, oggi 43 anni, insiste sul ruolo chiave dei comportamenti individuali: "A partire da mio papà, che esce per comprarsi le sigarette fermandosi a fare due chiacchiere. Gli ho spiegato che così rischia il contagio, che rischia di portarlo a casa. Lo stesso vale per i giovani, che si credono immortali. Anche l'errore della scorsa settimana, quando migliaia di persone sono scappate dalla Lombardia, è stato grave. Ragazzi, avete tutti genitori e nonni: se magari voi ve la cavate, loro faranno fatica a trovare un posto in terapia intensiva". Sugli aiuti arrivati al nostro paese: la Cina si è fatta vedere in prima linea, l'Europa ancora no. "Tanti paesi vicini stanno sottovalutando il fenomeno", continua Cannavaro. "Lo dicono i fatti: spero che l'Unione Europea cambi presto registro, mettendo la salute delle persone al primo posto. Per non parlare poi della UEFA. Deludenti e miopi, incapaci di guardare oltre gli affari. Mi auguro che il loro notevole ritardo nel prendere decisioni inevitabili non abbia ripercussioni sui contagi". E oltre ai contributi concreti, il calcio come può rendersi utile in questo momento? "Noi di Berlino abbiamo sempre un'attivissima chat su Whatsapp e ne stiamo parlando: presto avrete delle sorprese. Scenderemo in campo, ci faremo sentire per essere testimoni efficaci e stare accanto alla quella stessa gente con cui abbiamo condiviso momenti indenticabili in quel 2006".