Gianni Mura, corridore fuori tempo
Il ritratto ©LaPressePantadattilo, fossile, Gianni Mura era un corridore fuori tempo per il modo di correre, senza tanti calcoli e in modo creativo, più che semplice e banale Pirata
Per chi vuole un ricordo freddo e un po' scontato è facile usare queste parole: fuoriclasse, erede di un giornalismo sportivo competente e colto e di Gianni Brera, capace di cogliere personaggi e contesto, senza sprecare spazio e con aggettivi mirati, come i soprannomi. Pantadattilo, per esempio, un fossile, un corridore fuori tempo, per il modo di correre, senza tanti calcoli e in modo creativo, più che semplice e banale Pirata.
La modernità con la tecnologia non sono mai state la passione di Gianni Mura, ultimo a mollare la ticchettante macchina per scrivere. Un oggetto usato per dipingere i suoi sport e, in particolare, per chi frequenta poco il calcio, la Francia, le sue strade, i suoi villaggi, le sue campagne e, soprattutto, la sua cucina, i suoi vini, col pretesto del Tour e France. Il racconto della corsa, con la passione di corridori intelligenti, generosi, particolari, diversi, magari gregari, o poco vincenti e molto francesi, da Poulidor a Bardet, amato per il rifiuto degli auricolari, ribelle agli ordini dell’ammiraglia e alla tecnologia, c’è sempre stata, puntuale e particolare, ma come non vedere tutto il resto.... come detto, il contesto.
Aver saputo della scomparsa di Gianni alle prese con una mozzarella di bufala da supermercato, un po' "plastificata" è il peggior modo di onorarlo. I sapori veri, come quelli del suo ciclismo, sono ben altri. E c'è sempre una bottiglia di Alicante in purezza da consegnare a Gianni. Per ingraziarlo della sua generosità, verso i colleghi più giovani, nel distribuire saggezza, consigli, senza metterla giù tanto dura e pagando anche il conto...