Cassano: "Quelle serate a Roma con Guardiola. Capello? Devo chiedergli scusa"

Calcio

L'ex attaccante della Roma ricorda i suoi trascorsi con i due grandi allenatori: "Con Pep eravamo compagni in giallorosso, è un grandissimo e parlava sempre di calcio. Con Capello al Real iniziò tutto alla grande, poi mi arrabbiai con lui..."

CORONAVIRUS, TUTTI GLI AGGIORNAMENTI

Quando Antonio Cassano parla, non è mai banale. Aneddoti, curiosità e ricordi del suo passato tra Roma e Real Madrid nella diretta Instagram che lo ha visto protagonista insieme a Pierluigi Pardo. In particolare l'ex attaccante si è soffermato su due grandi allenatori come Pep Guardiola e Fabio Capello. Il primo, conosciuto come compagno di squadra ai tempi di Roma: "Pep è un amico, un'estate ero a Monaco per un torneo e mentre cenavo mi sento chiamare più volte. Era lui che voleva salutarmi e voleva che raccontassi a tutti di quello che facevamo la sera a Roma. Pep è stato un giocatore fantastico ed è un grandissimo allenatore, anche quando eravamo compagni parlava sempre di calcio. La sua grande forza è quella di riuscire a convincere i top player a seguire la sua idea di calcio, è l'unico che ha il carisma per farlo. I miei piatti preferiti? La gricia, l'amatriciana e la carbonara. Ecco perchè a Roma ero in quelle condizioni". Anche se l'allenatore preferito da Cassano non è il suo amico Guardiola: "Il mio idolo è il Loco Bielsa, se un giorno diventerò direttore sportivo farò di tutto per portarlo nella mia squadra".

"Il mio Real Madrid con Capello, Beckham, Ronaldo e Van Nistelrooy"

Cassano si è poi soffermato sulla sua esperienza al Real Madrid: "Con Capello feci una delle migliori preparazioni della mia vita, arrivando a perdere dieci chili. Le prime due partite mi fece giocare titolare, poi mi lasciò a riposo la terza giornata e io mi arrabbiai con lui. Devo chiedere scusa al mister, a distanza di tempo mi rendo conto di dover fare mea culpa per tutto quello che gli ho fatto passare. Quella squadra era piena di fenomeni: c'era Beckham, che oltre che un grandissimo calciatore è una grandissima persona. Era un personaggio conosciuto in tutto il mondo, una vera rock star, ma rimaneva sempre umile. Devo però dire che io ero più bello di lui, anche se di poco (ride ndr). Avevamo uno degli attaccanti più forti del mondo come Van Nistelrooy che faceva la riserva a Ronaldo. "Il Fenomeno" era una cosa fuori dal mondo".