Campionati e coppe europee, difficile prevedere una ripartenza in contemporanea

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Luca Marchetti

Luca Marchetti

La Figc sta raccogliendo consigli e suggerimenti per trovare la strada migliore verso la ripartenza. La strategia è far parte di quel numero di aziende che possano iniziare prima, in modo da far partire gli allenamenti e arrivare così a fine maggio/inizi giugno pronti a scendere in campo. Difficile prevedere una ripartenza in contemporanea di tutte le competizioni: ad oggi prima la conclusione dei campionati e poi le coppe

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Dopo 48 ore di riposo si ritornerà a pensare al processo di ripartenza. Il prossimo appuntamento ufficiale della Figc con il comitato medico scientifico è fissato per mercoledì 15 aprile. Non è un appuntamento di routine, perché da queste riunioni dipende il protocollo da seguire non solo per la Serie A, ma per tutto il calcio professionistio dal 4 maggio in poi.

 

Le parole di Gianni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, segnano un punto a favore di chi chiede maggiore cautela. Ma il lavoro continua: la Figc sta raccogliendo suggerimenti e proposte per trovare la strada migliore verso la ripartenza, garantendo al contempo la sicurezza di tutti, non solo dei calciatori.

 

Nel frattempo, sperando che i sacrifici della quarantena diano frutti, il calcio si prepara ai test di ripresa alla fine del mese, ovvero fra una decina di giorni. La strategia è far parte di quel numero di aziende che possano iniziare prima, partendo il 4 maggio con la fase degli allenamenti, per arrivare così a fine maggio/inizi giugno a scendere in campo, sempre che la situazione generale lo permetta.

 

Mancando 13 partite, l'Italia potrebbe finire il suo campionato ai primi di luglio. Poi dovrà aspettare di capire cosa succede per le coppe europee. E a questo sta lavorando la Uefa con i suoi tavoli, quello economico e quello logistico. A questo punto è difficile prevedere una ripartenza in contemporanea. Difficile perché bisogna armonizzare Paesi in cui la curva del contagio non ha raggiunto il picco. Ecco perché i tavoli sono un confronto continuo, dove arrivano ipotesi diverse. Ad oggi: prima la conclusione dei campionato e poi le coppe. Ma tutto ancora può cambiare.