Processo Bergamini, Padovano: "Internò mi disse cose fuori luogo"

IL CASO

Bruno Palermo

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Oltre all’ex attaccante della Juventus in aula anche l’avvocato Daniela Biondi: "Secondo me Francesco Forte vide molto più"

Più di tre ore seduto sul banco dei testimoni, Michele Padovano, è stato il compagno di stanza di Denis Bergamini nella sua ultima parte di vita a Cosenza. Al processo per l’omicidio del centrocampista rossoblu, l’ex attaccante della Juventus, ha ribadito tutto quello che è già negli atti dei magistrati, ovvero la telefonata che turbò Denis poco prima della sua morte; il fatto strano che il sabato del suo decesso andasse al cinema con la sua auto quando invece ci andavano sempre insieme, e anche come Bergamini poco prima di morire avesse raccontato a Padovano dell’aborto di Isabella Internò a Londra, avvenuto due anni prima, e di come i genitori della ragazza lo avessero saputo da poco. Per Michele Padovano dubbi ce ne sono pochi, anzi, nessuno: “Nessuno di noi ha mai creduto al suicidio. Oggi in aula mi sembra di aver sentito finalmente la volontà di voler arrivare alla verità di quanto accaduto. Per come l’ho conosciuto io era impossibile che Denis si suicidasse”.

Il legame tra Padovano e Bergamini

Quando in aula si fa notare a Padovano che nel verbale di testimonianza del 27 novembre 1989, rilasciata all’allora pm della Procura di Castrovillari, Ottavio Abbate, non c’è traccia di questa telefonata, Padovano risponde categorico: “Al pm Abbate io dissi solo quello che mi fu chiesto, cioè nulla. L’interrogatorio – aggiunge l’ex bomber del Cosenza – durò pochissimo e non mi venne chiesto nulla”.  Michele Padovano conferma anche uno scambio di battute con Isabella Internò, che gli parve strano, avvenuto subito dopo i funerali di Bergamini: “Lo raccontai subito ai genitori di Denis, ma anche a tutti i magistrati. Dopo i funerali lei (Isabella Internò ndr) salì sul pullman, si sedette vicino a me e piangendo mi disse io non c’entro niente. Questa cosa la ricordo benissimo e quelle parole le trovai fuori luogo”. Un legame, quello con Bergamini, ancora oggi indissolubile per Michele Padovano tanto che al figlio ha dato il nome Denis: “È, e sarà sempre il mio angelo custode”. Ma la trentesima udienza del processo per l’omicidio di Bergamini (unica imputata per concorso in omicidio volontario pluriaggravato è Isabella Internò) è stata importante anche per le altre due testimonianze.

Le altre testimonianze

La prima quella di Maria Lucia Cosentino, ex moglie di Francesco Forte, uno dei primi ad arrivare sui luoghi dell’accaduto, e che secondo la sua ex consorte aveva paura e voleva la scorta. Forte, sentito nella scorsa udienza, arrivò poco dietro al camion di Pisano, sotto le ruote del quale fu trovato cadavere Denis Bergamini. Cosentino ha riferito ai giudici anche che l’ex marito le disse al momento del suo coinvolgimento come teste, che secondo lui c’era qualcosa di grosso di sotto e ci sarebbe andato a finire lui. Tutto per colpa del suo avvocato Daniela Biondi, anche lei sentita in aula oggi. L'avvocato Biondi ha detto che Forte voleva parlare con la famiglia Bergamini perché dovevano continuare con le indagini poiché, a suo dire, non si trattava di suicido. Daniela Biondi in aula ha detto: “Pensavo e penso che Forte abbia visto qualcosa di più oltre a quello che ha detto di aver visto perché ha avuto ed ha una paura immotivata rispetto ai fatti ai quali dice di aver assistito”.