Mario Sconcerti e il suo terzo tempo tra storia, briciole di pane e sport
dietro le quinteLa trasmissione "Terzo Tempo" è stata la casa di Mario Sconcerti a Sky, dove rispondeva alle curiosità degli abbonati, senza sottrarsi alle domande più strane (come il famoso episodio del gabbiano). Ma il suo vero terzo tempo iniziava di notte, con delle lezioni di giornalismo per i più giovani, tra storia, politica e attualità, disegnando un 4-3-3 della sua Fiorentina con le briciole di pane avanzate sul tavolo
Si chiamava "Terzo Tempo", perché arrivava dopo tutto, dopo tutti i commenti della domenica, dopo le interviste e le moviole. È stata la casa di Mario Sconcerti, nella sua ora preferita, quando comincia la notte che per lui era il giorno. Un microfono aperto, in cui Mario rispondeva alle domande degli abbonati: un vecchio sistema per parlare con gli abbonati, quando ancora i social non ci avevano circondato e dove Mario dava il meglio di sé, del giornalista completo che è stato: scrittura, radio, tv. Tutto insieme, in quarantacinque minuti. A volte in coppia con Fayna, con cui divenne amico fraterno. E poi Roberta, Alessia, Federica: negli anni aveva avuto diverse compagne di viaggio, le sue conduttrici – le chiamava – come a proteggerle, stabilendo con loro sempre un feeling e una complicità rara. E il rispetto del mestiere, quello sempre. Lo stesso che aveva anche con i suoi fedelissimi ascoltatori, anche con i più temibili, come quello della famosa scenetta del "gabbiano".
Lezioni di giornalismo e di vita
Ma il suo terzo tempo cominciava a telecamere spente, rigorosamente di notte: asparagi con un filo d’olio, pasta al burro, immancabile chardonnay, con ghiaccio a parte. E giù a parlare, come una lezione universitaria - e spesso di vita - per i più giovani: di quella volta che Bearzot, di quella volta che Scalfari, di quella volta che Maradona, di quella volta che Totti e Del Piero. Storia, politica, attualità, disegnando un 4-3-3 della sua Fiorentina con le briciole di pane avanzate sul tavolo, e il fumo delle sue sigarette a simulare la nebbia di San Siro. Storpiava tutti i nomi, famosi e meno famosi. Questa volta lo facciamo noi: ciao Sconcy, grazie, è stato bello.