Caso D'Onofrio, Trentalange rassegna le dimissioni dall'Aia

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Lorenzo Fontani

Lorenzo Fontani

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Il presidente degli arbitri ha rassegnato le proprie dimissioni alla vigilia del Consiglio Federale, previsto lunedì a Roma. Trentalange è stato ascoltato pochi giorni fa dalla Procura Federale con l'ipotesi di "comportamenti disciplinarmente rilevanti" nella gestione del caso D'Onofrio. "Sono certo di non avere responsabilità giuridiche" ha scritto Trentalange nella lettera inviata ai presidenti delle sezioni

Il pressing di Gravina su Trentalange non si è mai fermato. Da quando nel Consiglio Federale del 15 novembre, pochi giorni dopo l'incredibile notizia dell'arresto per narcotraffico del procuratore arbitrale D'Onofrio, aveva difeso ma anche avvisato il presidente dell'Aia: "Oggi non ci sono elementi oggettivi per un commissariamento - aveva detto - ma se dovessero venire fuori Trentalange sarà il primo a fare un passo indietro”. Poco più di un mese dopo il passo indietro è arrivato - a seguito di una telefonata proprio di Gravina a Trentalange: a 24 ore dal Consiglio Federale e da un commissariamento ormai certo, il presidente della Figc ha voluto dare a quello dell'Aia un'ultima opportunità per un'uscita non traumatica. Trentalange l'ha colta, ma nella lettera di dimissioni inviata ai presidenti delle sezioni Aia ha ribadito ancora una volta - ed è intenzionato farlo anche davanti al Consiglio Federale - di ritenersi innocente: "questi giorni mi hanno permesso di dimostrare la mia correttezza e onestà -  scrive Trentalange - ma devo tutelare l'autonomia dell’Associazione e fare in modo che possa continuare ad essere gestita da rappresentanti legittimamente eletti, in assenza - questo il passaggio forte contro l'ipotesi di commissariamento - di una reale e persistente disfunzione anche dopo una vicenda penale e personale del tutto estranea alla nostra Associazione".

Aia, cosa succede ora?

Ora la gestione dell'AIA passa al vicepresidente Baglioni che dovrà indire l'assemblea elettiva entro 90 giorni. Nomi all'orizzonte al momento non se ne vedono, mentre per Trentalange, dimessosi dalla presidenza ma non dall'Aia, si attende ancora il deferimento da parte della Procura federale per le presunte gravi omissioni di controllo nella vicenda D'Onofrio. Se - a sorpresa - non dovesse arrivare, o se l'oggi ex presidente dell'Aia dovesse uscire assolto da un eventuale successivo processo sportivo, nessuno al momento può escludere l'ipotesi di una nuova candidatura.

La lettera di Trentalange ai presidenti delle sezioni

"Cari Presidenti, Dirigenti, Associati tutti,

ho deciso di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di Presidente dell’A.I.A. con effetto immediato. Sono certo di non avere responsabilità giuridiche mentre, per quanto riguarda eventuali responsabilità politiche, la risposta più bella, chiara, univoca me l’avete data Voi in quell’incontro che porterò per sempre nel cuore: credo, però, che rassegnare queste dimissioni sia la doverosa conclusione di un percorso che in questi giorni mi ha almeno permesso di poter dimostrare la mia correttezza e, soprattutto, onestà. Rassegno, allora, le mie irrevocabili dimissioni alla vigilia di un appuntamento dal quale nulla avrei ragione di temere ma che, purtroppo, altri potrebbero trasformare in un evento a rilevanza completamente diversa.

 

Avverto il dovere di tutelare l’Associazione da ogni potenziale lesione del rispetto del principio democratico e di difendere la necessità che l’autonomia dell’A.I.A. sia preservata da ogni paventata ipotesi commissariale, perché la gestione associativa potrà continuare ad essere affidata a rappresentanti legittimamente eletti dagli associati, in assenza di una reale e persistente disfunzione di una struttura sicuramente integra anche dopo una vicenda penale e personale del tutto estranea alla nostra Associazione. 

 

Vi ringrazio per tutto l’affetto che mi avete dimostrato ma Vi chiedo, anche in questo difficile momento, di voler continuare ad operare e ad accompagnare l'intero movimento calcistico con il consueto spirito di servizio e senso di responsabilità nel pieno rispetto dell’ordinamento federale. Sono certo che lo farete. Un arbitro, infatti, rimane tale anche quando non è la realtà dei fatti, ma solo la pressione mediatica ad addebitare colpe inesistenti. Con grande rispetto verso tutte e tutti, anche di chi non lo ha avuto per me, dico semplicemente GRAZIE!".

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