Jankto fa coming out: ma il calcio è pronto all'inclusione?

la riflessione
Veronica Baldaccini

Veronica Baldaccini

L'ex calciatore di Udinese e Sampdoria, con un gesto sempre molto raro nel mondo del calcio, ha deciso di fare coming out e comunicare a tutti la sua omosessualità, mostrando una forza che va ben oltre a quella che già sapevamo possedere su un campo di calcio. Ma il suo mondo, quello del pallone appunto, è pronto ad accogliere il suo atto di coraggio e soprattutto la sua verità? E una macchina di intelligenza artificiale è in grado di cogliere il potere di questo messaggio?

Spesso abbiamo detto: “Jankto e’ forte”, ma non sapevamo quanto. Jacub Jankto e’ forte di una forza che travalica il campo, entra nelle nostre case, si incolla ai nostri specchi come vapore e ci costringe a guardarci bene. Quante volte lo abbiamo definito così nei suoi anni all’Udinese e alla Sampdoria senza sapere quale fosse la sua vera forza, quella che hanno solo le persone libere. Lui ha liberato il suo cuore, stanco di nasconderlo tra i ciuffi di un’erba che profuma di vera o apparente virilità, sempre ammesso che sia un valore, e ci ha detto cos’è per lui amore. Jacub Jankto ha 27 anni, una brillante carriera alle spalle ma anche davanti a sé, nello Sparta Praga, e con la maglia della sua nazionale già indossata 45 volte: ha tanto da perdere, sarebbe la sintesi più schietta. Eppure, ha deciso di raccontare i suoi sentimenti più intimi in un post che lo affranca dall’ipocrisia e che proprio per il livello della sua carriera lo rende potentissimo.

Il significato di un coming out

Un messaggio che siamo costretti a definire “coming out”, perché in italiano non esiste una parola corrispondente che sia stata legittimata a degna traduzione, e già questo ci pare indicativo: non siamo stati in grado di elaborarla come se questa non fosse un’urgenza, una questione che ci riguardi abbastanza da darle un nome. Solo che oggi Jankto ci ha costretti o incoraggiati a metterla vicino a gol, corner, off side, inglesismi di cui abusiamo e che raramente accostiamo alla parola gay. E allora forse, più che domandarci perché lui oggi sia pronto a uscire allo scoperto, dobbiamo chiederci se noi siamo pronti ad accogliere la sua verità, noi che al massimo abbiamo bofonchiato durante i mondiali in Qatar per una fascia arcobaleno negata, che ancora definiamo maschia una partita e alludiamo ad attributi che chissà perché dovrebbero rendere un calciatore migliore.

Ora non lasciamolo solo

Jankto non è il primo e non sarà l’ultimo a dichiarare la propria omosessualità, anzi ancora una volta il suo gesto potrebbe ispirarne altri, ma non faremo l’elenco dei precedenti. Non ha senso, perché non dobbiamo comporre una formazione e tra l’altro al momento neppure arriveremmo a 11, ma soprattutto perché ogni storia è unica e diversa. La partita nel campo dei diritti dovrebbe rappresentare uno sport collettivo ma nel calcio è ancora una durissima disciplina individuale, e ci vuole un attimo perché diventi profonda solitudine, a meno che non si abbia la tempra di Jankto, che ha fatto uscire il suo cuore dalla palestra, per sollevarlo dal peso, e scoprirlo più forte.

Jankto fa coming out, cosa ne pensa ChatGPT?

Serve una certa sensibilità per cogliere la profondità di questo messaggio o è talmente evidente che chiunque non solo possa, ma debba arrivare a comprenderla, persino una macchina? In un periodo in cui ovunque si parla di ChatGPT, l’intelligenza artificiale rilasciata da OpenAI che sta sconvolgendo dinamiche tecnologiche, equilibri economici ma soprattutto modelli culturali, abbiamo provato a interrogarla sulla scelta coraggiosa di Jankto. Questa è stata, in parte, la sua risposta:

 

“L'omosessualità è un tema molto importante e sensibile che riguarda molti aspetti della società, e questo include anche il mondo del calcio. La notizia del coming out del calciatore Jakub Jankto è un segnale positivo in un ambiente dove l'omosessualità è ancora troppo spesso stigmatizzata e non accettata.

 

Il calcio è uno sport che unisce molte persone di diversa provenienza e background, e rappresenta un'opportunità per promuovere l'inclusività e la diversità. Tuttavia, nonostante i progressi fatti in molte altre aree della società, il calcio è ancora un ambiente in cui l'omosessualità è poco rappresentata e compresa.

 

L'omosessualità è ancora vista da molti come qualcosa di immorale e deviante, e questo porta a discriminazioni e pregiudizi nei confronti delle persone che ne sono affette...”

Affette. Alt. Allora è proprio così lampante che, in quanto programmata da umani, rispecchi con i suoi algoritmi tutti i nostri bias, tutti i nostri pregiudizi. Quando anche la più sofisticata espressione di Intelligenza Artificiale sarà in grado di esprimere, in ogni sua parola, inclusione reale, allora forse un coming out non farà più notizia: vorrà dire che qualunque intelligenza naturale sarà stata in grado di comprendere davvero il senso delle parole di un ragazzo che di naturale ha la sua inclinazione ma anche il suo fortissimo bisogno di libertà.