Gol più iconici della storia del calcio: da Maradona a Cruyff
Era il 22 dicembre del 1973 - esattamente 50 anni fa - quando Johan Cruyff consegnava alla storia una delle reti più famose e "riconoscibili" mai segnate. Un gol capace di ispirare un'opera d'arte e che ancora oggi è "sinonimo" del fuoriclasse olandese. Come questo, molti altri gol sono diventati iconici, entrando a far parte del linguaggio comune e dell'immaginario collettivo
di Vanni Spinella
- 22 dicembre 1970
- Barcellona-Atletico Madrid 2-1
- La favola dell'Olandese volante nasce qui, quando con un colpo di tacco sospeso in aria Cruyff mette in rete il pallone saltando quasi accanto al palo. Un angolo di porta in cui tanti non saprebbero infilare la palla in condizioni normali, figuriamoci volando e di spalle.
- In questi casi si parla di gol "iconici": nel 2022 il Barcellona l'ha trasformato in un'opera d'arte digitale, chiamata "In A Way, Immortal", poi messa all'asta da Sotheby's
- 25 giugno 1988
- Olanda-Urss 2-0
- Quando Van Aerle con un cambio di gioco da sinistra manda il pallone sul versante opposto, a pochi metri dalla linea di fondo, le opzioni a disposizione di Van Basten, in procinto di ricevere, non sembrano molte, per i comuni mortali. Rimettere al centro, al massimo stoppare e poi decidere il da farsi. La mente del fuoriclasse si distingue per questo. Van Basten, con un angolo quasi impossibile, si coordina per il tiro in porta, ben sapendo che per segnare bisogna indovinare la parabola perfetta. Pensato, fatto.
- 22 giugno 1986
- Argentina-Inghilterra 2-1
- Impossibile limitarsi a un solo gol, quando si parla di Maradona. Perché Diego ha racchiuso in sé, facendole convivere, due anime: il gol più celebre e quello più bello della storia, segnati nella stessa partita a pochi minuti di distanza. Solo Maradona poteva riuscirci, entrambi “sono” Diego
- 4 dicembre 1994
- Juventus-Fiorentina 3-2
- Nonostante abbia dato il nome a un “genere” di gol, quello “alla Del Piero” appunto (segnato dal vertice sinistro dell’area di rigore, con una parabola a giro che si insacca sotto l’incrocio lontano: chi non ha provato a imitarlo almeno una volta?), quando si pensa all’ex capitano della Juventus il collegamento immediato è con un’altra magia: indimenticabile quel tocco di esterno, al volo, in allungo, su un pallone che gli pioveva da dietro, trasformato in una palombella sul portiere…
- 3 giugno 1997
- Francia-Brasile 1-1
- Quando anche la scienza si mette a studiare un tuo gol e poi alza le mani in segno di resa, significa che l’hai combinata grossa. La rincorsa a passettini brevi parte dal cerchio di metacampo, poi lo schiaffo con le tre dita. La palla gira, ma qui siamo ben oltre il “solito” giro. Al replay si può quasi vedere il terrore sul volto di un fotografo appostato dietro a un cartellone pubblicitario, accanto alla porta, convinto che quel bolide sia diretto verso di lui, salvo poi virare e far sbiancare Barthez
- 23 ottobre 1994
- Cremonese-Juventus 1-2
- Dici “Vialli” e pensi a una rovesciata. Una delle tante che ha scaraventato in rete, lui che era un professore in materia. Tra tutte – tu pensa a volte il calcio come può essere romantico e crudele – quella segnata nel “suo” stadio, lo “Zini” di Cremona, alla “sua” Cremonese, con addosso la maglia della Juventus. Se si trattava di portieri, Vialli non guardava in faccia a nessuno. A maggior ragione spalle alla porta
- 5 gennaio 1997
- Inter-Roma 3-1
- Se Vialli ha legato il proprio nome alla rovesciata, a tanti altri ne sono riuscite di belle e impossibili. Ma nessuna probabilmente sarà mai come quella inventata dal nulla dal fantasista francese dell’Inter, che si arrampica in cielo diventando una stella – la testa all’ingiù, le braccia aperte, la gamba destra più su della testa di Petruzzi – e trasforma in oro una palla tirata fuori dall’immondizia
- 21 giugno 1970
- Brasile-Italia 4-1
- Il suo gol più celebre è una rovesciata, ma non l’ha segnato davvero. Se parliamo di “icone”, il Pelé che rovescia palla e nazisti nel film “Fuga per la vittoria” si chiama Luis Fernandez, e anche se – si narra – la segnò al primo ciack, quella rovesciata non è reale. Non lo sembra nemmeno il colpo di testa con cui nella finale Mondiale del 1970 stacca di una testa abbondante Burgnich. Pelè non salta: vola. E ferma il tempo, restando sospeso in aria per secondi infiniti. Due miracoli in un gol solo
- 29 giugno 2000
- Olanda-Italia 0-0 (3-1 dcr)
- Non sono tante le foto che ti sembra quasi di sentir parlare. Questa ha una sua didascalia ben precisa. Risale a qualche minuto prima del rigore: "Mo' je faccio er cucchiaio", annuncia Totti ai compagni di squadra prima di andare sul dischetto. In carriera ne ha segnati in ogni modo, cucchiaini e cucchiaioni. Ma quello all'Olanda resta il padre di tutti i cucchiai
- 6 maggio 1998
- Inter-Lazio 3-0
- Ronaldo - il Fenomeno - è un "doppio passo", per tutti. Il suo più celebre, tecnicamente, doppio passo non è. Perché Ronaldo ondeggia a destra e sinistra prima dell'ultima sterzata decisiva e Luca Marchegiani ha solo la sfortuna di capitare nella "foto" sbagliata, facendo quello che avrebbe fatto chiunque altro: non capirci niente
- 15 maggio 2002
- Bayer Leverkusen-Real Madrid 1-2
- L'eleganza sempre, prima di tutto. Anche nel trasformare un volgare campanile in una delle reti più belle della storia della Champions. Se Zidane è stato tante cose in carriera, per sintetizzarlo con un gol basta questo: nessuno come lui sapeva rendere apparentemente facile anche l'impossibile
- 3 aprile 2018
- Juventus-Real Madrid 0-3
- Iconico per mille motivi, ne scegliamo due: perché persino lo Stadium si alza in piedi ad applaudirlo; perché lui ringrazia e un po' si innamora, dando appuntamento alla Signora. In quel momento, mentre CR7 vola, si stanno ponendo le fondamenta per il "colpo del secolo"