Centrocampisti o difensori con pochi gol in carriera, convocazioni dell'ultimo minuto, meteore del pallone con una storia normale e un solo giorno da eroi, come cantava David Bowie. Ventiquattro anni fa segnava nella finale dei Mondiali del 1998 (già al sicuro grazie a una doppietta di Zidane) anche Emmanuel Petit
EMMANUEL PETIT, FINALE MONDIALI 1998 (Francia-Brasile 3-0)
- Era il 12 giugno di ventiquattro anni fa. Zidane vinse la sfida nella sfida nella finalissima contro Ronaldo il Fenomeno. Doppietta. Nel recuperò segnò anche il biondo francese con la coda di cavallo. Sei gol nella sua storia in nazionale. Giocava come difensore, centrocampista o laterale. Timbrò la partita più importante di tutte
TATA BROWN, FINALE MONDIALI 1986 (Argentina-Germania Ovest 3-2)
- Di ruolo difensore. Venne convocato da Bilardo in extremis al posto dell'infortunato Passarella - El Gran Capitan del Mondiale 1978 e dell'era Menotti. Fu informato che avrebbe giocato titolare un giorno prima della prima gara. Amico di Maradona. Fu sempre titolare e goleador inatteso (il momentaneo 1-0) della finale.
LUKE SHAW, FINALE EUROPEI 2021 (Italia-Inghilterra 4-3 dtr)
- In carriera ha segnato cinque gol totali in oltre trecento presenze tra club e nazionale. Ma uno nella finale di un Europeo di calcio. Che sappiamo benissimo come andò a finire…
EDER, FINALE EUROPEI 2016 (Portogallo-Francia 1-0)
- Meteora e history maker per eccellenza. CR7 trascina il suo Portogallo a quella finale ma, beffa delle beffe, è costretto al forfait al 25' per infortunio. Lacrime. E ora chi ci pensa? Eder, attaccante del Lille in prestito dallo Swansea. Non un campionissimo, che poi giocherà anche in Russia e in Arabia Saudita (sua attuale terra calcistica).
ANGELOS CHARISTEAS, FINALE EUROPEI 2004 (Portogallo-Grecia 0-1)
- Un mese da leggenda. Al tempo gioca nel Werder, ma in Bundes segna pochissimo. In Portogallo fa tre gol in sei partite nella squadra tutto cuore e difesa. Elimina la Francia ai quarti e decide anche la finalissima contro i padroni di casa.
JOHN JENSEN, FINALE EUROPEI 1992 (Danimarca-Germania 2-0)
- Ma il titolo sarebbe spettato a (quasi) chiunque facesse parte di quella squadra dei miracoli. Non qualificati e ripescati per l'esclusione della Jugoslavia mentre erano in vacanza, a dieci giorni dall'inizio della prima partita. Zero aspettative. Una sopresa dopo l'altra, come il primo marcatore (da pochissime reti in carriera). L'altro gol fu a firma di Kim Vilfort.
CASEMIRO, FINALE CHAMPIONS 2016-17 (Real Madrid-Juve 4-1)
- Uomo chiave del centrocampo stellare del Real e, proprio per questo, abituato ai gol delle sue stelle. Fu però proprio il brasiliano a ristabilire il vantaggio blancos (in viola quel giorno) dopo il pari di Mandzukic. Probabilmente uno dei meno attesi nel tabellino.
JULIANO BELLETTI, FINALE CHAMPIONS 2005-06 (Barcellona-Arsenal 2-1)
- E fu decisivo, il sorpasso finale. Campbell sblocca e Eto'o fa 1-1. Sarà il terzino brasiliano, l'uomo che non ti aspetti, a segnare il 2-1. Con lacrime di commozione appena dopo la palla in rete.
CARLOS ALBERTO, FINALE CHAMPIONS 2003-04 (Porto-Monaco 3-0)
- La squadra rivelazione, guidata da un allenatore rivelazione che poi sarebbe entrato nella storia, José Mourinho. Il primo gol lo segna un diciannovenne che gioca in Europa solo un anno. Poi passerà tutta la sua carriera (senza passare alla storia) in Brasile.
BASILE BOLI, FINALE CHAMPIONS 1992-93 (Marsiglia-Milan 1-0)
- C'era un grande Milan in campo, ma anche big sul fronte opposto come Desasilly, Abedì Pelé, Boksic e Völler. Decise un difensore centrale non certo habitué del gol.
JUARY, FINALE COPPA CAMPIONI 1986-97 (Porto-Bayern Monaco 2-1)
- Ricordate l'attaccante dell'Avellino che esultava danzando intorno alla bandierina? Giocò anche per l'Inter segnando solo due volte. Col Porto fu marcatore decisivo di quella finale, dopo il pari di tacco ("il tacco di Allah") di Madjer.