Nuovo Catania, il primo gol è del "vecchio" Lodi: gli altri giocatori fedeli alla maglia
Nel nuovo Catania ripartito dopo il fallimento dalla Serie D, il primo gol in campionato porta la firma di Francesco "Ciccio" Lodi. Il centrocampista in estate è tornato per la quarta volta nel club catanese. Un ritorno a casa, non l'unico e non l'ultimo. Ecco altri casi di calciatori che, indipendentemente dalla categoria e dall’età, mostrano passione e attaccamento alla maglia
- C’è la firma d’autore di Francesco Lodi, nella prima storica vittoria del nuovo Catania: il club è ripartito dopo il fallimento dalla Serie D, con l’imprenditore australiano Ross Pelligra presidente. Nella prima di campionato, nel girone I di Serie D, il Catania ha debuttato in trasferta contro il Ragusa: risultato finale 2-0 per il Catania e il primo gol è stato segnato proprio da “Ciccio” Lodi
- Il centrocampista arrivò la prima volta in Sicilia, con la squadra in Serie A, nel 2011 e vi restò fino al 2013, per poi passare al Genoa ma ritornare a Catania già nel mercato di gennaio. Dopo essere stato a Parma e Udine, tornò con il Catania in C nel 2017. Il quarto ritorno è storia recente ed è di questa estate. Non è l'unico caso, vediamone altri
- Già presente in rosanero nel 2002 ai tempi della Serie B, l’esterno argentino tornò a Palermo tra il 2004 e il 2006 giocando in A e in Europa. Nel 2019, a tredici anni di distanza, nonostante il fallimento della società ripartita dalla D, Santana è tornato. per la terza volta, per giocare in C e in D. Poi, dopo il ritiro, ha allenato le giovanili ed è diventato collaboratore nello staff di Baldini prima e Corini poi
- "El Diablo", classe 1983, arrivò in Italia nel 2007 vestendo proprio la maglia della Triestina per due stagioni. E qui l'uruguaiano è tornato nel 2018 rivelandosi un fedelissimo del club
- Dieci anni in gialloblù con 350 presenze e 22 gol, numeri dettati da una fedeltà assoluta che l’ha visto ripartire insieme alla squadra in Serie D dopo il fallimento nel 2015. Una bandiera ma non solo nella storia del Parma, dove -dopo essere stato club manager- figura come dirigente
- Questione di cuore ma anche di famiglia, d’altronde il fratello di Alessandro manifestò tutto il suo amore per la squadra e la città d’origine. Capocannoniere della Serie A nella stagione 2004/05, lui che a Livorno ha accumulato 111 gol in 192 partite, Lucarelli arrivò nel 2003 in B lasciando il Torino che giocava nella massima serie. E a Livorno tornò nel 2010 oltre all’incarico di allenatore
- Binari paralleli a Cristiano Lucarelli per un altro simbolo amaranto, lui che insieme al gemello del gol ha scritto la storia della società. Vi giocò ad inizio carriera prima di tornare 11 anni più tardi quando la squadra militava in C1. E dopo valanghe di reti riportò i toscani in Serie A dopo 54 anni d’assenza. Per lui parlano i numeri: 119 reti segnate in 217 gare ufficiali col Livorno
- Retrocessi nel 2006 dopo le vicende di Calciopoli, i bianconeri tornarono immediatamente in A grazie al valore e alla fedeltà degli intoccabili in rosa. Rimasero in squadra infatti i vari Buffon e Del Piero, Nedved e Camoranesi oltre a Trezeguet. Loro come Birindelli, Chiellini e Zalayeta, big che non guardarono alla categoria pur di riportare la Juve ai massimi livelli
- Più recentemente il gesto indimenticabile fu dell’ex centrocampista classe 1983, cesenate doc che nel 2018 si separò dal Sassuolo in Serie A per aggregarsi alla squadra del cuore finita in Serie D dopo il caos societario. Qui aveva mosso i primi passi e proprio a Cesena ha detto basta dopo la promozione nell’ultima stagione
- Con la maglia giallorossa è diventato un mito per i tifosi pugliesi. Il bilancio parla di 58 gol in 122 partite con la maglia del Lecce, squadra dove segnò a raffica tra il 2001 e il 2004 e dove tornò altre due volte. “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, no?
- Chi non si separò dai giallorossi per dieci anni fu l’attuale sindaco di Verona, protagonista di un gesto davvero significativo nel 2004. Tremendo l’infortunio nell’estate 2004 durante un’amichevole precampionato contro lo Stoke City, stop che lo costrinse ai box per oltre una stagione: ebbene, Tommasi mostrò riconoscenza alla Roma che l’aveva aspettato rinegoziando il suo contratto fissato al minimo sindacale fino al suo rientro
- Non servono presentazioni per l’ex fuoriclasse sardo, esaltante in Serie A e in Inghilterra col Chelsea prima del ritorno alle origini nel 2003. Zola diventò il leader del Cagliari all’epoca impegnato in Serie B e poi trascinato in A: due anni in rossoblù con 27 gol in 81 presenze per “Magic Box”, lui che si ritirò dopo quell’esperienza e che allenò la squadra nella stagione 2014/15
- Un altro ritorno dettato dal cuore, risalente al 2004 e dettato da una promessa fatta al padre da poco scomparso. Perugino doc, reduce dai gol a raffica dall’Italia all’estero, Ravanelli tornò nella sua Perugia dove tutto era iniziato a fine anni Ottanta. Non riuscì a trascinare i compagni alla salvezza, rimase in rosa anche in Serie B prima di ritirarsi a 36 anni
- Chi disse basta al calcio nella propria città fu anche l’ex centrocampista bresciano, gemello di Emanuele che invece si ritirò al Livorno. Troppo forte il richiamo di casa per Antonio Filippini che, dopo le stagioni in amaranto, disputò le ultime partite in Serie A con il Brescia nell'annata 2010/11
- Punto fermo della Juventus negli anni Novanta, simbolo della rinascita viola ad inizio millennio. Arrivato a Firenze nel 1999, Di Livio divenne il leader della squadra precipitata in Serie B dopo il fallimento e la nuova denominazione in Florentia Viola. Ma da capitano riportò il club nella massima serie
- Cresciuto nelle giovanili e diventato capione in prima squadra, El Niño tornò all’Atletico Madrid nel 2015. Non un’avventura casuale per Torres, lui che proprio tra i Colchoneros si era affacciato nel grande calcio e dove ha accumulato numeri straordinari: 121 gol in 350 partite
- Altrettanto significativa la decisione dell’attaccante inglese nel 2017, lui che ha scritto la storia del Manchester United. Tutto iniziò a Goodison Park, casa dei Toffees dove ritornò a distanza di 13 anni. Resterà una sola stagione, ma si tratta a tutti gli effetti di una scelta di cuore
- Altro attaccante che non ha resistito alla maglia più amata: l’ex Arsenal e Manchester United è tornato a Rotterdam nel 2018 per disputare l’ultima stagione della carriera. Parliamo di ritorno, d’altronde van Persie si era imposto nel grande calcio proprio al Feyenoord
- Non ci spostiamo da Rotterdam con un altro fenomenale attaccante olandese dalla parabola simile a van Persie. Giocò tre anni al Feyenoord ad inizio millennio, vi ritornò nel biennio 2015-2017 propiziando lo scudetto che mancava da 18 anni. E da calciatore romantico, Kuyt si è ritirato nel Quick Boys ovvero il primissimo club della sua carriera
- Il difensore belga salutò il Manchester City nel 2019 dopo 11 anni decidendo di tornare proprio dove tutto iniziò: nell'Anderlecht
- All’elenco non possiamo non iscrivere l’Apache, 35enne argentino che dopo gli inizi agli Xeneizes ha fatto ritorno addirittura due volte al Boca: è accaduto nel 2015 dopo il biennio alla Juve e nel 2018 dopo l’avventura in Cina
- Chiudiamo con un altro romantico del calcio, trattasi dell’ex attaccante francese dai numeri impressionanti tra i Gunners (228 gol in 375 partite). Dopo 8 anni salutò Londra nel 2007 trasferendosi al Barcellona, ma vi ritornò intervallando la sua esperienza nella Mls statunitense: chi ricorda quel prestito nel 2012 dove esordì e si separò trovando in entrambe le occasioni la rete?