Jorginho: "Il Pallone d'Oro non è un'ossessione. Ho adorato Napoli, è stato favoloso"

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Lunga intervista del centrocampista azzurro a France Football: "Il Brasile mi chiamò nel 2018, ma non potevo voltare le spalle all'Italia. Il 2021 è stato un anno incredibile per me, direi surreale. Non aver vinto lo scudetto a Napoli è un rammarico"

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"Il 2021 è stato un anno incredibile per me, direi surreale". Parola di Jorginho che, in un'intervista rilasciata a France Football, ha parlato della sua annata, coronata con la vittoria della Champions League con il Chelsea e l'Europeo con l'Italia. Numeri che gli sono valsi un posto nella corsa per il Pallone d'Oro: "Per me, però, non è un'ossessione - spiega - Mi piace di più concentrarmi sul presente, anche se vincerlo sarebbe un sogno". Il recente passato, tuttavia, non ha sorriso a Jorginho visto l'errore dal dischetto contro la Svizzera. Il centrocampista italobrasiliano ha spiegato la sua tecnica per calciare i rigori, non adottata all'Olimpico: "Ho iniziato a tirarli così a Napoli, non ci avevo mai pensato prima. Tutto è cominciato con Henrique, mio compagno di squadra brasiliano in azzurro, con cui mi divertivo a fare un saltello prima di calciare. In allenamento segnavo sempre, così ho deciso di ripetere questo stile anche in partita. I portieri del Napoli mi dicevano che non avrei avuto il coraggio e invece...".

"Napoli, che rammarico non aver vinto lo scudetto"

Napoli resta una tappa fondamentale nella carriera di Jorginho. Lì si è affermato, in quattro anni e mezzo, prima del passaggio in Inghilterra. Una città rimasta nel cuore del centrocampista: "A Napoli è stato favoloso - spiega - Non so se esista la stessa passione per il calcio altrove. Ho adorato quella città e quella squadra. Dopo sei mesi lì avevo iniziato a impormi, ma commisi l'errore più grande della mia carriera. Andai in vacanza in Islanda e in Brasile e mi fermai per 30 giorni. Al mio ritorno mi sono infortunato e ho perso il mio posto. Benitez aveva ragione a scartarmi, oggi non rifarei mai quell'errore". Nonostante il cambio in panchina, da Benitez a Sarri, Jorginho continuò a rivestire un ruolo importante nel Napoli, anche se le premesse non furono positive: "L'arrivo di Sarri ha cambiato tutto. Il nuovo allenatore si era portato dietro il suo pupillo nel mio ruolo, Valdifiori, e io ero pronto ad andarmene, ma poi mi ha dato una chance e nel suo sistema di gioco mi sono inserito alla perfezione. Abbiamo fatto un lavoro formidabile insieme per tre stagioni. È stato fantastico, anche se mi porto dietro il grande rammarico di non aver vinto lo scudetto 2017-2018".

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"Il Brasile mi chiamò nel 2018, ma non potevo tradire l'Italia"

Parlando della Nazionale, Jorginho si è soffermato sulla scelta dell'Italia, nonostante la chiamata del Brasile arrivata tre anni fa: "Quando il direttore della verdeoro Edu Gaspar mi chiamò, nel 2018, ormai non me l'aspettavo più. Chi non vorrebbe giocare per il Brasile? Ma ci ho pensato a lungo e mi sono detto: 'È impossibile, non posso voltare le spalle all'Italia'. Questo Paese mi ha aperto le sue porte e mi ha permesso di diventare un calciatore professionista. Inoltre, avevo già disputato alcune amichevoli con la Nazionale italiana. Sono riconoscente per tutto quello che l'Italia ha fatto per me e orgoglioso di aver scelto di vestire la maglia della Nazionale".

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