Conti: "Nell'82 eravamo uniti. Nazionale? Sono fiducioso ma lasciamo lavorare Mancini"

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Ai microfoni di Sky Sport, Bruno Conti ha parlato del Mondiale del 1982: "Siamo orgogliosi di parlare di quella vittoria, eravamo un gruppo unito e coeso". Poi sulla Nazionale di Mancini: "Sono ottimista per il futuro, ma facciamoli lavorare e non diamo sentenze"

Nella giornata di mercoledì si è tenuta l'inaugurazione del Conti Sport City a Nettuno (all’evento hanno partecipato tra gli altri anche Francesco Totti, Daniele De Rossi, Gigi Di Biagio, Vincent Candela e Antonio Cabrini). Bruno Conti ha parlato ai microfoni di Sky Sport, parlando della Nazionale dell'82 e di quella di Roberto Mancini, che deve ripartire dopo il mancato accesso al Mondiale del Qatar.

Siamo a Nettuno, il regno di Bruno Conti. 

"Ci vivo e c'è questo rapporto da una vita. Anche quando giocavo a Roma e mi allenavo a Trigoria viaggiavo con la macchina: qui è la mia patria".

 

Qui è noto il connubio con il Padel, uno sport che sta diventando sempre più popolare. Oggi c'è stata l'inaugurazione di un centro in cui era presente la famiglia Conti al completo, ma hai riunito la grande famiglia del calcio: dai tuoi compagni nell'82 a Totti e De Rossi.

"Abbiamo aperto il centro per le famiglie, si possono portare i bambini. Dopo i campi da Padel stiamo iniziando i lavori per i campi da calciotto, che è il nostro pane quotidiano. È una realtà importante. Ringrazio tutti i compagni intervenuti, da Cabrini ad Aldair, a Totti e De Rossi. Nessuno ci ha mollato ma ci sono stati dietro. Vorrei fare un ringraziamento speciale a Daniele (De Rossi, ndr), perché è stato 22 giorni in ritiro, è tornato alle 5.30 del mattino ma oggi ha voluto far parte di questa famiglia. Lo ringrazio, come ringrazio tutti gli amici straordinari".

 

Oggi contava poco vincere, contava l'amicizia. Che valore ha quel Mondiale vinto nell'82? Cabrini ti ha definito un fratello, cosa rimane in eredità di quel gruppo vincente, forte e coeso? E soprattutto con quel maestro che era Bearzot...

"Sapevamo tutti, già dal ritiro, la gogna mediatica nei confronti di Bearzot, della convocazione di Paolo Rossi… un insieme di cose che ci ha portato tante difficoltà. Nel primo turno, i tre pareggi (contro Polonia, Perù e Camerun, ndr) hanno fomentato le polemiche. Quella Nazionale aveva dentro il gruppo Juventus, tanti giocatori che poi hanno dimostrato e fatto tanto. Ci siamo sbloccati mentalmente nella partita contro l'Argentina, e ci ha dato serenità. Passato il turno con tre pareggi, poi abbiamo dimostrato che quel gruppo, che si manda messaggi ancora oggi, era compatto e coeso, seguito da un grande timoniere come Bearzot e con leader come da Gaetano Scirea e Cesare Maldini. Oggi abbiamo fatto una presentazione, perchè ci avviciniamo ai quaranta anni della vittoria del Mondiale. Ancora oggi si parla di un Mondiale in cui abbiamo battuto grandi nazionali. Siamo orgogliosi ancora oggi di palrarne".

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Dopo quel Mondiale, Pelé ti ha definito "Marazico".

"È stata una grande soddisfazione. Con la Roma abbiamo fatto una tournée nell'80 e Pelè giocava con i Cosmos. Non nascondo che si faceva la lotta per fare una foto con lui. A distanza di due anni, leggere quelle parole è stata una gioia indescrivibile e una grande soddisfazione".

 

Oggi c'era anche Bruno Conti Junior, assomiglia sempre a te, gioca nel Cagliari e ha firmato il primo contratto da professionista.

"Non ha preso dal nonno, perché io sono rimasto basso e lui è più alto (ride, ndr). È una buona esperienza e ha caratteristiche per divertirsi. Noi lo aspettiamo perchè deve dimostrare in futuro".

 

Dalla Nazionale dell'82 a quella di Mancini. Cosa è che manca e cosa è mancato a questa Nazionale?

"Ci siamo divertiti, abbiamo esultato e gioito per l'Europeo. Anche noi abbiamo passato queste situazione: tra il Mondiale di Spagna e quello del Messico abbiamo fatto male. In questo momento, con le difficoltà che abbiamo affrontato, Mancini sta lavorando per il futuro con un gruppo di giovani che sta facendo cose importanti. Al di là della sconfitta contro la Germania, sono molto ottimista per il futuro, ma non bisogna essere subito polemici e dare sentenze. In questo momento, Mancini deve continuare a fare il lavoro che sta facendo per ricostruire".