Il 28 novembre 2016, lo schianto aereo a Medellín spezzò la favola della rivelazione Chapecoense. Tre i superstiti di quella squadra che, dodici mesi più tardi, ha appena raggiunto una clamorosa salvezza nel Brasileirão. Ripercorriamo la rinascita della Chape dopo il disastro
CHAPE, UN ANNO DOPO: TUTTI GLI ARTICOLI - 28.11.2016: LA TRAGEDIA - LA FINE E LA RINASCITA - LA CHAPE RESTA NEL BRASILEIRAO - VIDEO
A pochi passi dal primo trofeo internazionale, sogno interrotto dal tragico incidente aereo che ha spezzato la favola della Chapecoense. Era il 28 novembre 2016, data che anticipava la finale di Copa Sudamericana contro i colombiani dell’Atletico Nacional. Un incontro mai disputato dal club brasiliano travolto da un destino maledetto: solo 6 i sopravvissuti del volo schiantato a Medellín, 3 i superstiti di quell’incredibile squadra. A dodici mesi di distanza la Chape si è rialzata senza dimenticare il suo passato -
Chape, un anno dopo: tutti i VIDEO
Un dramma che ha unito il mondo del calcio a tutte le latitudini, dal Sudamerica all’Europa ma non solo: davvero planetario l’abbraccio riservato alla sfortunata Chapecoense, squadra attesa dall’appuntamento sportivo più importante di sempre senza la possibilità di disputarlo. Tuttavia la Copa Sudamericana 2016, di comune accordo tra CONMEBOL e Atletico Nacional, è stata assegnata proprio alla società brasiliana -
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I tre sopravvissuti della squadra rispondono ai nomi dei difensori Alan Ruschel e Neto oltre al portiere Jackson Follman, quest’ultimo vittima dell’amputazione della gamba destra che ne ha compromesso la carriera. Infinito il cordoglio che si stringe attorno a loro e agli sfortunati eroi della squadra di Chapecó, nello stato di Santa Catarina. Dopo Superga e i Busby Babes dello United nel Novecento, il nuovo millennio piange la sfortunata Chapecoense. Inquietante il sogno premonitore di Neto che aveva già vissuto la tragedia -
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Rifiutata la permanenza automatica per tre stagioni nel massimo campionato brasiliano, solidarietà accantonata come i prestiti gratuiti di giocatori dalle big del torneo, la Chape decide di inseguire con le proprie forze gli obiettivi sportivi. Ecco il nuovo allenatore Mancini e un nuovo staff così come una rosa di 27 giocatori presenti in ritiro, 11 dei quali promossi dal vivaio. Il ritorno in campo è datato 21 gennaio 2017 nell’amichevole contro il Palmeiras, match interrotto al 71’ per ricordare le 71 vittime della sciagura -
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Non mancano conoscenze dalla Serie A nella rosa della nuova Chapecoense. Prendete l’esperto Artur Moraes, portiere classe 1981, emerso nel Cruzeiro prima dell’acquisto da parte del Siena nel 2007. Troverà spazio prima in B al Cesena e poi alla Roma dove staziona per due anni. Dopo una fortunata parentesi in Portogallo (Braga e Benfica) e in Turchia, ecco il ritorno in patria in un gruppo da rifondare -
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Tra gli ex volti della Serie A, proprio come Artur, figura anche il centravanti 32enne Tulio De Melo in realtà solo di passaggio a Palermo nel 2008: il tempo di un’amichevole in Coppa Italia prima dell’immediata cessione al Lille in Francia, campionato dal quale venne acquistato sponda Le Mans. Già in forza alla Chapecoense nel 2015 (13 gare e 5 gol), vi è ritornato lo scorso gennaio -
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Tra i nuovi punti di forza del club brasiliano ci sono anche il terzino Reinaldo e il centrocampista Girotto (poi ceduto al Nantes), il mediano Luiz Antonio fino al tandem offensivo Wellington Paulista-Arthur. L’avvio del Brasileirão premia la Chape con 10 punti nelle prime 4 uscite, bilancio provvisorio che ha del clamoroso se bilanciato con la recente tragedia e una squadra praticamente rivoluzionata ai nastri di partenza del campionato -
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C’è spazio anche per l’avventura in Copa Libertadores, competizione archiviata nella fase a gironi nonostante il successo iniziale e finale contro i venezuelani dello Zulia. Tre sconfitte in quattro partite contro gli argentini del Lanus e gli uruguayani del Nacional costano l’eliminazione dal torneo nonché l’accesso alla Copa Sudamericana in virtù del 3° posto nel raggruppamento -
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La Chapecoense prende parte anche alla Recopa Sudamericana, trofeo assegnato in gare di andata e ritorno tra le precedenti vincitrici della Copa Libertadores e di quella Sudamericana. A contendere il titolo è proprio l’Atletico Nacional di Medellín: i brasiliani s’impongono 2-1 in casa all’Arena Condá, vittoria ribaltata nel 4-1 colombiano nel secondo atto che decide l’esito del doppio confronto -
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Come detto la Chape torna ad animare la Copa Sudamericana e affronta il Defensa y Justicia nel 2° turno: dopo la sconfitta per 1-0 in Argentina, le parate del portiere Jandrei ai calci di rigore valgono l’accesso agli ottavi dove il tabellone riserva il Flamengo. Lo 0-0 a Chapecó è preceduto dal poker della squadra di Rio, netta sconfitta che costa l’addio definitivo alla vetrina continentale -
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L’estate regala piuttosto due serate indimenticabili per la Chapecoense a partire dal Camp Nou, teatro del Trofeo Gamper contro il Barcellona di Messi. Poco indicativo il 5-0 finale a favore dei catalani, d’altronde il tributo è tutto per la squadra brasiliana. Il calcio d’inizio è affidato a due dei tre sopravvissuti al disastro aereo, Follman e Neto, quest’ultimo tornato ad allenarsi e scoppiato in lacrime prima della partita -
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A distanza di 252 giorni dal maledetto 28 novembre 2016 ritrova invece il campo Alan Ruschel, premiato con la fascia di capitano e protagonista di un’ovazione senza fine del Camp Nou: sincero l’abbraccio tra capitani così come lo scambio di maglie all’intervallo. “Sono nato di nuovo e questo è stato un miracolo di Dio - il suo commento a caldo -, se provo a cercare una spiegazione non la trovo” -
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La seconda tappa europea conduce la Chapecoense a Roma, sede di un’amichevole a scopo benefico con i giallorossi. Prima dell’impegno all’Olimpico, i brasiliani sono stati ricevuti da Papa Francesco insieme ad alcuni familiari delle vittime dell’incidente. Durante l’udienza generale del Pontefice ecco l’abbraccio con la squadra, che ha donato un pallone ufficiale e posato per una foto indimenticabile -
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La serata all’Olimpico regala altri applausi per la Chape, sconfitta 4-1 nel ritorno in campo dall’infortunio di Florenzi e nell’esordio di Schick. Spicca soprattutto il gol su rigore di Alan Ruschel, risorto un’altra volta dopo essere scampato alla tragedia aerea. La serata “Todos Juntos” devolve l’incasso al club brasiliano chiamato a rialzarsi come il suo capitano, nuovamente protagonista come a Barcellona -
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Dopo gli esoneri di Mancini ed Eutropio, il rush finale del campionato brasiliano premia in panchina Gilson Kleina da metà ottobre ovvero la fase cruciale del torneo. Ebbene, dal suo avvento la Chape non ha più perso: 9 risultati utili di fila ad oggi, striscia utile che regala la permanenza nel Brasileirão. L’aritmetica viene centrata lo scorso 16 novembre nel 2-1 casalingo al Vitoria, successo che inaugura la festa -
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Negli spogliatoi viene intonato il coro “Vamos Chape”, lo stesso che venne cantato dopo aver raggiunto la finale di Copa Sudamericana mai disputata. “Non poteva esserci esultanza diversa”, ha twittato il club. A dodici mesi di distanza, quindi, la Chapecoense si assicura un importante traguardo sportivo dopo essere ripartita da zero: se il termine “impresa” è spesso abusato, in questo caso è quanto mai giustificato -
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Nel giorno della festa si aggiunge la notizia di Jackson Follman, team manager e portiere privo della gamba destra tornato ad allenarsi in gruppo. La sua gioia è quella di tutti coloro che hanno osservato un minuto di silenzio e omaggiato la scomparsa di una squadra eccezionale. Gli applausi di Santa Catarina altro non sono che l’eco di tutto il panorama sportivo, mai così vicino al traguardo della piccola grande Chapecoense -
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